Capitolo IV

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Dio che sensazione meravigliosa quando la musica ti perfora i timpani e ti fa vibrare anche i neuroni, quando il volume è al massimo, quando anche il petto si fa più leggero, quando chiudi gli occhi e lasci che la testa vacilla a ritmo, quando i piedi si muovono, quando sospiri spensierata, qunado la musica ti avvolge in una bolla invisibile tutta tua.
Quando sei sola con lei hai come l'impressione di essere nel posto giusto, ovunque. La musica ti capisce e ti aiuta.
Sto seduta sui gradini davanti a casa mia, sono le due di notte, le cuffiette alle orecchie. Lascio via libera ai miei pensieri deprimenti, devo prepararmi psicologicamente alla giornata che dovrò passare sapendo che questo pomeriggio dovrò andare a casa di Dylan, devo prepararmi ad essere nuovamente ignorata da tutta la scuola, devo prepararmi solamente alla mia adorata routine.
Sto aspettando mia mamma, che ancora non è tornata, e nel frattempo continuo a fare pensieri ben troppo tristi, decido di evocare i miei ricordi, insomma avete a presente quando il fatto di pensare e ricordare diventa una necessità, quando avete bisogno di lasciare le vostre paure e i vostri mali liberi per un po', magari solo per piangere e togliere quella maschera che usate tutti i santi giorni, magari per essere voi stessi e pensare a liberare la mente da tutti i problemi che vi causate da soli?
Una macchina nera si ferma davanti a casa e da essa esce mia madre, completamente ubriaca, allora che tra qualche ora deve andare a lavorare, non capisco perché si riduce così, non capisco davvero perché si comporta in questo modo.
《 Ti sembra l'ora di tornare a casa mamma? Lo sai che domani devi lavorare ed esci comunque lasciando i bambini da soli, ma cosa hai nella testa?!》 Inizio a sgridarla, e lei nemmeno mi ascolta entra in casa e va in cucina, si prende un bicchiere d'acqua e inizia a ridere. 《 La vuoi smettere di urlare, mi fa male la testa》continuo e svuoto tutta la rabbia su di lei 《 Mamma, ora ti siedi, ti faccio un caffé e poi te ne vai subito a dormire, la smetti di comportarti così? Okay papà ha fatto una stronzata e ti ritrovi sola a crescere me e i gemelli ma ciò non giustifica il tuo comportamento!》Il suo sguardo si alza e mi guarda negli occhi.
《Stai zitta, stai zitta, non parlare di Jhon, stai zitta che ti credi tanto perfetta e intelligente perché sei riuscita ad entrare in quella scuola, tu che credi che i problemi si risolvono con un colpo di bacchetta magica, ma guardati attorno, hai visto questa casa? È un buco, hai visto in che condizioni siamo? Facciamo fatica ad arrivare a fine mese dobbiamo ancora pagare l'affitto e io non ho assolutamente nulla. Sei anche obbligata a lavorare per pagare quelle medicine che tua sorella si beve come droga per non morire, guardati attorno Jocelyne!》stringo i pugni, per cercare di contenermi ma scoppio.
《 Sei tu che devi guardarti allo specchio, sei solo una povera fallita, un caso perso mamma saresti dovuta andare tu in prigione non papà almeno lui si occupava di noi!》il dorso della mano di mia madre mi arriva dritto in faccia con una forza da farmi voltare il viso, sento la guancia pizzicare e guardo mia madre con così tanto odio prima di correre in camera mia e mi chiudermi dentro. È la prima volta che mia mamma alza la mano su di me, non la riconosco più il poco rispetto che avevo per lei si è completamente volatilizzato dopo quest'ennesimo litigio. Ora basta sono stanca di lei e di tutti i suoi problemi. Scoppio a piangere e in camera entra Olly.
《Avete ancora litigato vero?》 Chiede lei, asciugo le mie lacrime e le porgo un sorriso prendendola in braccio.
《Non preoccuparti Olly, siamo noi grandi che siamo un po' pazzi》 lei inizia a ridere e io con lei.
《Posso dormire con te Jo? 》 mi chiede lei con quegli occhietti dolci, annuisco dopo una bella storia ci addormentiamo insieme.

***

Questa mattina mamma non era a casa, mi sono svegliata stringendo tra le braccia Olly e vedere il suo viso di primo mattino mi ha migliorato la giornata, mi sono anche svegliata con un livido rosso/viola sulla guancia che non ho potuto coprire essendomi svegliata in ritardo.
Fortunatamente a scuola è andato tutto bene nessuno si è accorto di me non ho incontrato nemmeno Dylan, e adesso sto portando i gemelli da Jenny siccome devo andare a fare sto compito.
《 Ciao Jenny, davvero non la ringrazierò  mai abbastanza per tutto quello che fa per me》 Jenny mi sorride e mi offre un succo.
《 Non ti preoccupare mi fa piacere e poi i gemelli ed io ci divertiamo a fare i dolci. Allora, non mi sembri molto felice di andare da questo Dylan》dice lei alzandomi le sopracciglia ripetutamente.
《 Insomma passa tutto il suo tempo a rendermi la vita un'inferno, è fastidioso e bipolare》 appoggio la scatola delle medicine di Olly e scrivo gli orari.
《 Jocelyne, vai tranquilla mi occupo io delle tue pulci, resta anche fino a tardi se vuoi e divertiti mi raccomando 》 Jenny mi spinge fuori casa e dopo avermi fatto un'occhiolino e avermi dato 20 dollari mi lascia davanti a casa sua.
Salgo sul pullman e dopo venti minuti di strada mi ritrovo in un quartiere da ricchi, del tipo: ville, macchine sportive, giardini con fontane e tutto il resto.
Cammino fino a trovarmi alla villa 12 ovvero quella di Dylan.
Un cancello di legno enorme si piazza davanti ai miei occhi vedo il campanello che si trova molto in alto rispetto a me così mi metto in punta di piedi per suonare  e aspetto una risposta.
《Cerchi qualcuno?》 Quella voce profonda mi risuona nelle orecchie, la stessa voce di Dylan Adams.
Mi giro e lo trovo ben troppo vicino a me così lo spingo e lo fulmino con lo sguardo.
È tutto sudato, porta una canottiera e un pantaloncino che gli arriva sotto il ginocchio. Ha una palla da basket che stringe tra il braccio e il busto.
《Vogliamo fare sto compito ? Non ho tutta la giornata prima delle otto di sera devo andare quindi diamoci una mossa》 il cancello si apre e di fronte a me si piazza un'enorme villa bianca con vetrate su tutto il davanzale.
Il prato è di un verde cosi bello e luccicante ed è perfettamente tagliato.
《 Allora entriamo o preferisci continuare a fissare tutta la mia casa?》 Non dico nulla e imbarazzata lo seguo all'interno, anche l'interno è bellissimo, pieno di oggetti e mobili carissimi al quale non oso nemmeno toccare, con la mia goffaggine li spaccherei e mi servirebbe una vita intera per ripagare un solo oggetto che c'è qui dentro tipo quel bellissimo vaso lilla poggiato al centro del tavolino.
《Siediti pure, Blake non dovrebbe tardare, intanto vado a farmi una doccia, se vuoi qualcosa Penny è qui per te》 detto questo sale al piano di sopra mentre io sono seduta su questo divano comodissimo e sicuramente costosissimo. Non mi ero nemmeno accorta della domestica, le porgo un sorriso dolce e lei ricambia.
《 Signorina, vuole qualcosa? Da bere? Mangiare magari?》 Chiede lei con tutta la gentilezza del mondo.
《 Posso venire con lei in cucina? Qui sento che a momenti distruggerò qualcosa.》 Lei annuisce ridendo e mi porta in cucina dove aspetto con impazienza Blake e Dylan sperando che facciano in fretta.


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Salve fagiolini! Se vi piace la storia lasciate una stella o un commento, anche le critiche sono ben accettate :) Vi auguro una buona giornata ^_^

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