Capitolo III

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Appena ho finito il mio turno di lavoro, ho deciso di non restare al bar e di tornare a casa.
Sono esausta della lunghissima giornata, cammino con le mani tra le tasche della mia felpa e continuo a borbottare arrabbiata, Josh è davvero un'idiota. Continuo a ripetermi che forse non avrei dovuto lasciarlo, che avrei dovuto prendere un po' di rischi una volta nella mia vita, ma c'è una parte di me che invece dice tutto il contrario che ho fatto bene e che sto meglio senza di lui e senza tutti i suoi problemi di gang e tutto il resto.
Cerco di elaborare un piano per convincerlo a smettere, magari trovargli un lavoro, farlo ragionare, anche se sarebbe una missione impossibile perché con quella testa dura che si ritrova sarà difficilissimo, non sono nemmeno riuscita a fargli assaggiare i fagioli perché lui é convinto che sono disgustosi allora che non è affatto vero.
Una mano si posa sulla mia spalla, mi giro spaventata e incontro i suoi occhietti azzurri. Sono felice di vederlo, ma non glie lo lascio vedere sposto la sua mano dalla mia spalla.
《 Che vuoi ancora Josh? 》Alzo gli occhi al cielo e poi ritorno a guardarlo, sta sorridendo... e che sorriso, davvero bellissimo direi che è la prima cosa che mi ha fatto innamorare di lui. Continuo a camminare lasciandolo dietro di me ma lui mi segue.
《Calmati principessa, volevo solo chiacchierare con te》 sento la sua risata alle mie spalle e dopo quel "Principessa" lascio nascere sul mio viso un sorrisetto.
Mi chiamava sempre così, e quel nomignolo mi era mancato, mi è mancato tutto di lui.
《Allora chiacchieriamo ma cammina però è tardi e devo andare a casa》; 《 Si sergente!》 Dice lui facendo la posa da soldato dopo essersi messo davanti a me.
Scoppio in una risata e mi passo una mano davanti alla faccia, siamo ormai arrivati davanti a casa mia.
《 Allora Josh, quella Rachelle è la tua nuova fidanzata》 chiedo curiosa di sapere se mi ha davvero rimpiazzata.
《 Sei per caso gelosa Jo ?》 Dice lui lanciandomi uno sguardo accusatorio con un sorrisetto perverso stampato in faccia.
《 Io? Gelosa? Di quella...? Ma non farmi ridere Josh》 faccio una risata nervosa e aumento il passo, lui ride e poi mi prende per il fianco avvicinandomi a lui.
Inizio ad avere caldo, il mio corpo e preso da scosse elettriche che vanno in tutti i sensi, il fiato si blocca, mi concentro sul suo respiro calmo che si scontra sul mio viso. Ci scambiamo uno sguardo e poi il suo scivola sulle mie labbra ci passa sopra il pollice e mi sento tremare a quel tocco, a mia volta passo lo sguardo su tutto il suo viso incapace di fare qualsiasi altro movimento.
《Sei bellissima Jo》 sussura a meno di un centimetro dal mio viso 《sicuramente una delle ragazza più belle che io abbia mai visto, la tua pelle è morbida e liscia, le tue labbra sono altrettanto morbide e la voglia di spingerti sul muro di questa casa e baciarle è tanta e so che anche tu ne hai voglia, ma...》 si ferma e lascia un sospiro.
《Ma non sei l'unica che voglio sbattere contro un muro Jo, e so che tu non ti lascierai baciare da me quindi lo farò solo quando sarai tu a volermi sbattere contro quella parete, al momento Rachelle si lascia fare》 si allontana da me dopo avermi detto queste parole in faccia e fa un sorrisetto.
Resto qualche secondo senza dire nulla e poi gli alzo il dito medio innervosita.
《Sparisci Josh, non voglio più vederti 》mi chiudo in casa sbattendo la porta.
Ma come si permette questo!
《"Non sei l'unica che voglio sbattere contro un muro" ma chi si crede di essere questo manco fosse Jhonny Depp》mi siedo sulla sedia del tavolo in cucina dopo aver preso un bicchiere d'acqua.
Dio che nervi.
Vado in salotto, la tele è accesa e sul divano c'è mia mamma che dorme, sul tavolino ci sono come al solito le sue sigarette ormai consumate e il suo bicchiere di qualche alcolico, vuoto.
Pulisco la strage di ceneri che ha fatto e poi controllo se le mie pulci dormono, Olly ha preso le sue medicine e dorme, Lewis dorme sereno anche lui. È tutto apposto così mi butto nel letto esausta dopo essermi cambiata e mi lascio coccolare da Morfeo.

***
Secondo giorno di scuola, ancora nessun incidente, stiamo in classe ad aspettare la prof di letteratura.
Guardo dall'altra parte della classe e vedo Dylan che mi fissa, sulle sue gambe sta seduta Daphne che conversa con uno degli amici di Dylan.
Non capisco cosa ci faccia una ragazza come Daphne con un'idiota internazionale come Dylan, okay è carino ma come persona è proprio una pessimo, è cattivo e in più non si impegna abbastanza nello studio. Sicuramente pensa che siccome i suoi sono ricchi lui non ha bisogno di lavorare e forse ha anche ragione sicuramente i suoi troveranno un modo per assicurare il suo futuro anche se fallisce nello studio.
Ma poi a me che mi frega di lui e della sua vita. Non capisco nemmeno perché  gli faccio spazio nei miei pensieri.
Sento ancora il suo sguardo su di me così gli alzo il medio, magari la smette di fissarmi.
Lo vedo sorridere e poi voltare lo sguardo. Che idiota Madonna.
La lezione inizia e la prof inizia a parlare, ma oggi non ho la testa per seguire le spiegazioni, il "discorso" che Josh mi ha ha fatto ieri sera mi continua a girare in testa.
《 Quindi farete un lavoro di gruppo, i gruppi saranno composti da 3 alunni e li faremo per ordine alfabetico 》 Come lavoro di gruppo? Ma perché? Nessuno vuole conversare con me, nemmeno dirmi un ciao, pensa fare lavori di gruppo. Mi viene voglia di strozzarla quella prof.
《 Quindi Blake Acheson, Dylan Adams e Jocelyne Allen, voi siete il gruppo numero 1》No, oddio no... pietà!
Perché proprio con lui non poteva chiamarsi Dylan Parker, mi passo la mano sulla faccia presa dalla disperazione, mi giro verso di lui che mi guarda divertito mentre dice qualcosa all'amico.
Appena la campanella suona faccio al più presto per sistemare le mie cose e andarmene, ma Dylan poggia la sua mano sul mio libro e mi impedisce di prenderlo.
《 Allora facciamo Sabato alle quattro a casa mia 》dice lui sorridendomi.
《Non metterò un piede a casa tua, possiamo benissimo  andare in biblioteca》 dico stringendo i denti, non potete capire quanta rabbia sto contenendo. 
《Nah! Andiamo a casa sua, in biblioteca non servono la merenda》 Dice l'altro idiota di turno ridendo.
《 Quindi apposto, ci vediamo sabato!》 Dylan se ne va dopo aver scritto il suo indirizzo sulla copertina del mio libro, fortunatamente ha usato la matita. Ma per chi si prende questo .
Certo che quando ho chiesto un'anno senza incidenti del genere doveva proprio succedere tutto due volte peggio.
Mi alzo ed esco camminando verso la fermata dell'autobus sperando che il resto della giornata si svolga in tutta la pace possibile.

Jocelyne Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora