Capitolo 16

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Una volta imbarcata sull'aereo ero impaziente di tornare a Los Angeles dal mio cane e da Meghan che avevo sentito spesso durante questa settimana.

Il mio posto, come al solito, era vicino al finestrino e Chris era al mio fianco, mi stringeva la mano e mi sorrideva.

Saremmo atterrati a Parigi dopo poche ore e saremmo ripartiti subito dopo.

Guardavo fuori, mentre l'aereo lasciava l'aeroporto.

Le luci della città si facevano sempre più piccole fino a sparire quando oltrepassammo le nuvole.

Chris si era addormentato accanto a me e ogni tanto gli davo dei piccoli baci sulla testa.

Quando atterrammo Chris mi prese per mano mi trascinò all'uscita.

"Chris dove mi stai portando? Abbiamo l'aereo tra poco più di un'ora" gli dissi, mentre cercavo di capire dove volesse andare così di corsa.

Non avevamo abbastanza tempo per visitare la città quindi non capivo il perché del suo comportamento.

"Sorpresa" mi rispose, senza aggiungere altro.

Fuori dall'aeroporto c'era una grande fila di taxi ad aspettare i passeggeri che scendevano dai vari aerei, Chris ne prese uno e disse all'autista un indirizzo.

"Sai, piccola Grace, non sono mai stato con nessuno a Parigi" mi disse, poi guardò fuori dal finestrino e fece una pausa. "Volevo vedere Parigi con te".

"Ma tra non molto abbiamo l'aereo per tornare a casa" gli ricordai.

Anche io vorrei vedere Parigi con lui. Una delle città che amo con la persona che amo.

"No tesoro mio, ho prenotato un nuovo volo tra due giorni. Abbiamo Parigi tutta per noi" mi confessò.

Sul mio viso spuntò un sorriso, non me lo aspettavo.

"Oh Chris, tu sei pazzo" gli dissi con un filo di voce.

Ero felice, talmente tanto da scoppiare a piangere da un momento all'altro.

"Sono solo pazzo di te Grace".

"Ma quando hai organizzato tutto?" gli chiesi.

"Quando in teoria sono andato a giocare a calcetto con Lorenzo" mi spiegò, facendomi l'occhiolino. "Tuo fratello è un ottimo complice".

Sorrisi.

Il taxi ci accompagnò all'albergo, Hotel Plaza Athénée, che Chris aveva prenotato. Mi fermai ad ammirare la maestosità di quell'edificio, ogni balcone aveva dei fiori rossi come le tende, l'edera ricopriva tutto il palazzo e esaltando il rosso dei fiori con le sue foglie verdi. Chris mi prese per mano e ci avviammo alla reception per prendere la chiave della stanza.

La signora ci informò che avevamo la suite 378, ma non aggiunse altro. Prendemmo la chiave elettronica e ci avviammo verso l'ascensore, una volta arrivati in camera lo spettacolo era mozzafiato.

Le pareti della stanza erano di un grigio chiaro, ad illuminare la stanza c'erano delle lampade dorate e grigie, le tende erano rosse con dei drappeggi in oro. Il letto era davvero enorme, le coperte, anch'esse grigie chiare era contornate da linee rosse e dorate che richiamavano le tende.

Il bagno, sempre degli stessi colori della stanza, aveva il lavabo in marmo grigio e un'enorme vasca da bagno, vicino ad essa vi erano appesi due accappatoi mentre negli angoli delle pareti vi erano delle foglie disegnate color oro.

"Sono senza parole, è bellissima questa stanza" gli dissi, mentre mi coprivo il viso per lo stupore.

Lui sorrise. "Sono contento che ti piaccia", poi aggiunse "Vuoi andare a mangiare? Mi hanno detto che il ristorante dell'hotel è fantastico". Feci cenno di si con la testa, ma non parlai, ero troppo emozionata per la sorpresa che mi aveva fatto.

Dopo cena ci avviammo in camera, mentre eravamo in ascensore Chris mi disse "Domattina ti porto a fare un giro della città piccola Grace".

"Non vedo l'ora, voglio vedere tantissime cose" risposi eccitata, "Voglio andare al Louvre, a Notre-Dame, alla Bastiglia". Iniziò a ridere, poi mi baciò. "Ti porto dove vuoi amore" mi rispose, mentre mi teneva stretta a lui.

Iniziai a baciarlo con più passione del solito, i suoi baci erano una droga per me, non riuscivo a farne a meno. Lui avvicinò la chiave magnetica alla porta e la aprì, mentre io non mi staccavo dalla sue morbide labbra.

"Voglio fare l'amore con te Christopher Robert Evans perché sono completamente innamorata di te" gli sussurrai all'orecchio, mentre gli lasciavo piccoli baci sul collo.

Lo sentii sorridere alla mie parole.

"Ti amo Grace, e non so come ho fatto a vivere fino ad ora senza di te".

Gli tolsi la camicia, la buttai sul pavimento e lui fece lo stesso con me, per poi prendermi in braccio e mettermi sul letto.

"Spegni la luce, ti prego" gli chiesi, visibilmente in imbarazzo. "Non essere imbarazzata amore" mi rispose, per poi cliccare l'interruttore.

"Sei bellissima, anche con la luce spenta".

La Tour Eiffel, a pochi chilometri da noi, riusciva ad illuminare quanto bastava la stanza.

Chris con quella luce fioca era bellissimo, mi baciava e mi sorrideva.

Mi sfilò i pantaloncini di jeans e mi lasciò piccoli baci umidi sulle cosce, istintivamente mi morsi la labbra.

"Lo sai che mi fai impazzire quando ti mordi le labbra?" mi chiese, retorico. "Certo che lo so, amore".

Gli presi il viso tra le mani e lo avvicinai al mio per baciarlo. Mentre le mie labbra combaciavano perfettamente con le sue e le nostre lingue non smettevano di rincorrersi, gli sbottonai i pantaloni e con il suo aiuto glieli tolsi e li buttai sul pavimento assieme ai miei.

Eravamo in intimo entrambi, ma non provavo imbarazzo.

Vedevo i suoi occhi guardarmi, scrutava ogni centimetro del mio corpo e mi lasciava dei baci e dei morsi qua e la. "Quanto sei bella".

"Oh Chris, non hai idea di quanto lo sia tu".

Dopo poco ci trovammo nudi, mentre le sue mani mi accarezzavano.

Facemmo l'amore, come se fosse per la prima volta. Chris ci sapeva davvero fare.

Ci addormentammo poco dopo, felici e abbracciati.



Spazio autrice 

Ciao a tutti, sono tornata. 

Scusate il ritardo, ma le lezioni universitarie mi stanno distruggendo. 

Cosa ne pensate di questo capitolo?

Un bacio,

D.

Con gli occhi del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora