Capitolo 1. "Andare Avanti"

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"cos'è un'anima gemella?"

È... È come un migliore amico, ma di più.
È quella persona nel mondo che ti conosce più di chiunque altro.
È qualcuno che ti rende una persona migliore.
In verità non ti rendono una persona migliore, quello lo fai da solo.
Perché ti ispirano.
Un'anima gemella è qualcuno che porti sempre con te.
È quella persona che... Ti conosce e ti accetta e
crede in te prima di chiunque altro farebbe, o quando nessun altro l'avrebbe fatto.
E non importa cosa succede, l'amerai per sempre.
Nulla potrà mai cambiarlo.

Esattamente, questa è un'anima gemella.
Non deve essere necessariamente vista in senso romantico, può essere anche tuo fratello, tua madre, il tuo cane, il tuo vicino di casa.
Chiunque, ma allo stesso tempo nessuno.
Perché non tutti possoni capirti, non tutti possono conoscerti all'improvviso.

Sono fermamente convinta che tutti siamo collegati a qualcuno speciale, in qualche modo. Che sia un filo, una serie di eventi, sentimenti, pensieri: sono tutti collegamenti a quella persona che dovrà entrare nella nostra vita e stravolgerla in modo positivo. Che dovrà cambiarci, accettarci, credere in noi.
amarci.

Sono certa che anche io, un giorno, troverò quella persona.
E sara la persona che mi aiuterà a affrontare questo schifo di vita, a uscire da questa tristezza infinita.
Quella sarà la mia anima gemella.

"Shimaoka"

Sollevo la testa dal banco di scatto, e guardo la professoressa, cercando di darmi una svegliata.

"stavi dormendo di nuovo? Ascoltami, rimani qui dopo le lezioni, ti devo parlare"

Sbuffai, e alzai gli occhi al cielo, per poi annuire.
Mi chiederà di nuovo della mia situazione in casa.
Non volevo dire nulla. Avrebbe solo peggiorato la situazione, se mio padre avesse scoperto che ho detto tutto.
Gioco con le maniche della mia felpa, me le alzo fino alla punta delle dita.

Mi ero tagliata una volta, ma dopo ho realizzato cosa avessi fatto e ho smesso subito. Era stato solo un momento di debolezza, non sarebbe ricapitato. Avevo bisogno di sfogarmi, quel giorno mi veniva da ficcarmi le unghie nelle vene e farla semplicemente finita, e nella disperazione mi sono tagliata un po' sotto il polso. Era un semplice taglietto, non era nemmeno profondo, quindi non erano rimasti segni, però stava ancora cicatrizzando ed era bello evidente.

Mi assicurai di nasconderlo bene sotto la manica, e abbassai lo sguardo, guardandomi i piedi.
Quest'ora non voleva passare, ero come intrappolata in un loop infinito.
Non voglio andare a scuola perché ci sto male, ma quello è l'unico posto da in cui posso scappare da casa.

Chiusi gli occhi e sospirai, affranta.
Volevo solo essere felice, non mi sembrava di chiedere troppo.
Ho sempre cercato di resistere a tutto, di incassare senza rivoltarmi, di stare in silenzio. Cos'altro devo fare, per ottenere il mio lieto fine?

Suonò la campanella, finalmente. Mi alzai dal posto ma subito dopo mi ricordai che dovevo rimanere qualche minuto.

"Shimaoka... Lo so che te l'ho già chiesto, ma sei sicura che vada tutto bene? Mi sembri sempre disattenta, distratta, e da quel che vedo tu non dormi la notte. In casa va tutto bene?" disse, con un tono di voce più basso, per non farsi sentire.

Io annuisco e sorrido. Non ero triste in quel momento, certo non ero nemmeno felice, ma forzare un sorriso non era molto complicato in quel caso.
Più o meno.

"grazie per essersi preoccupata, prof, ma le assicuro che va tutti bene, davvero. Sono distratta di natura, io" concludo con una risata, e faccio per uscire.

"io so che c'è qualcosa che non va. Quando sarai pronta a parlarmene, sappi che io sarò qui"

Io sorrido un po' imbarazzata, come per dire che non ci sarebbe mai stato nulla di cui parlare. Mi dirigo verso la porta e esco.

"eh...?"

Mi tocco le guance e sento le dita bagnarsi.

"... lacrime?"

Me le asciugo in fretta e furia, un po' confusa, e esco dalla scuola, per tornare a casa. Se avessi fatto tardi, sarei morta.
Nel vero senso della parola.

Arrivata a casa, aprii la porta cercando di fare meno rumore possibile. Era abbastanza aperta per sbirciare dentro il salotto, i miei occhi subito si indirizzarono verso il divano, che era il posto in cui di solito trovavo mio padre a dormire.
È li...

Dorme, lo sento russare da qua. Non dovevo svegliarlo per nessun motivo.

In punta di piedi, entro in casa e mi tolgo le scarpe, poi cerco di raggiungere camera mia.
Sento le scale di legno scricchiolare a ogni passo che faccio, e l'ansia sale sempre di più.
A un certo punto mio padre, ancora addormentato si rigira sul posto.
Pensavo che si fosse svegliato, mi è preso il panico e sono quasi inciampata per le scale, facendo un casino della madonna.
Ecco, ora l'ho svegliato.

"Hatsuyo... Sei tornata?"

Rimango in silenzio, attaccata allo scorrimano delle scale, immobile. Ero congelata, paralizzata, non sapevo cosa fare.
Se non rispondo e mi trova, si arrabbierà di brutto.

"s-sì papà, sono tornata"

"brutta troia... Non si saluta?! Volevi evitarmi?"

Sì.
"no"

Lui si alza, io comincio a tremare.
Si avvicina, io indietreggio.
Alza una mano, io urlo e mi metto sulla difensiva, parandomi il viso con le braccia.
No, ti prego, no...

Cerca di colpirmi, ma mi scanso e mi sfiora per un pelo, io vado in camera mia, terrorizzata. Con le mani tremolanti, giro la chiave della mia porta giusto in tempo. Sento dei colpi, poi silenzio totale.

"FAMMI ENTRARE! TI INSEGNO IO LE BUONE MANIERE, STRONZA!"

Sarebbe stato capace di sfondare la porta, quindi non era stata una grande idea entrare lì dentro: mi ero intrappolata da sola.
Dovevo uscire in qualche modo.
La finestra? No, camera mia è al piano di sopra, mi farei male.

"OI! APRI, HO DETTO!"

se apro la porta, mi aggredirà, non avrò nemmeno il tempo per cercare di passare e scappare.

"DEVI ASCOLTARE TUO PADRE, INGRATA! CHI CREDI CHE TI PAGHI IL CIBO CHE MANGI?!"

o la va, o la spacca.
Una caduta da quattro metri non farà così male, spero.

Apro la finestra e guardo giù: mi stavano veneno le vertigini.
Mi scese una lacrima, ma non avevo certo tempo per piangere.
Prima un piede...

"GIURO CHE SE NON APRI QUESTA PORTA DI MERDA IO LA SFONDO!"

poi l'altro...

Sentii un tonfo, ma non mi girai. Chiaramente aveva buttato giù la porta, lo sapevo benissimo.

E... Saltare.

"BRUTTA-"

Le mie orecchie non sentivano più nulla. Ero a mezz'aria tra la finestra e il pavimento, con le lacrime agli occhi. Mi ero scordata di dovermi preparare all'impatto, infatti caddi a terra rotolando e dolorante.
Porto le mani alle caviglie, urlando dal dolore, ma mi fermo subito dopo: mio padre mi avrebbe raggiunto in pochi istanti, dovevo scappare.

Mi alzai e corsi, corsi anche se mi faceva tutto male, ero disperata. Le lacrime correvano a grande velocità lungo tutto il mio viso, cominciò pure a piovere.

Voglio solo scappare.

Yodel_™
Ahem! Questa ff conterrà parolacce e violenza, nulla di sessualmente esplicito ma comunque potrebbe urtare qualcuno. Purtroppo è necessario, dato che vivi in un ambiente tossico, l'uso delle parolacce. Spero capirete
Alla prossima~

"♡︎𝚂𝚘𝚞𝚕 𝙼𝚊𝚝𝚎𝚜♥︎" - OIKAWA X READER itaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora