⇻ 𝓘𝓘𝓘. 𝓗𝓪𝓷 𝓙𝓲𝓼𝓾𝓷𝓰 & 𝓛𝓮𝓮 𝓜𝓲𝓷𝓱𝓸

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! TW//: linguaggio volgare; breve accenno a sangue; polyamory !

Ora

Felix si svegliò di colpo, scattando seduto sul letto ed accendendo la luce sul suo comodino il più velocemente possibile. Lasciò passare qualche minuto per riuscire a riprendere fiato, il petto che si alzava e scendeva sempre più lentamente ed infine inspirò ed espirò per calmarsi definitivamente. Si girò verso il comodino, dove era appoggiato la sua sveglia, viola, che Jeongin gli aveva regalato appena si era trasferito nell'appartamento.

Le cinque e venti del mattino. La sua sveglia sarebbe dovuta suonare in una decina di minuti. Sospirò e si alzò dal letto lentamente, iniziando a prepararsi per la nuova giornata di lavoro.

Era la terza volta che li sognava. Da qualche sera - precisamente dopo la sua chiamata con Seungmin - Felix continuava a sognare alcuni momenti passati assieme a loro, sogni che prontamente si trasformavano in incubi totalmente frutto della sua immaginazione e che lo facevano svegliare nel bel mezzo della notte. Il giorno prima non era più riuscito ad addormentarsi e si era presentato a lavoro con solo quattro ore di sonno, finendo per addormentarsi sul bus che aveva preso per tornare a casa.

Fortunatamente questa volta era riuscito ad arrivare alle cinque e venti. Mentre si lavava i denti Felix ripensò all'incubo e rabbrividì, sciacquandosi la bocca e decidendo di accantonarlo nella sua mente fino ad almeno quella sera.

Perché era così che Felix affrontava le difficoltà della vita ed i problemi: fuggiva a gambe levate.

I suoi genitori avevano reagito negativamente al suo coming out? Felix si era rifugiato sul primo aereo per Seoul e li aveva abbandonati senza nemmeno salutarli. Aveva fatto un brutto sogno su un proprio "trauma"? Cercava di pensarci il meno possibile ed ignorava il male al petto che lo accompagnava ovunque andasse.

Prese il primo autobus che si fermasse davanti all'azienda e, come ogni giorno, si recò lì prima dell'arrivo di tutti per sistemare ufficio e documenti vari per Changbin.

Mentre posava il caffè ed i biscotti sopra la sua scrivania Felix sospirò tristemente. Quella era proprio una giornata no, una di quelle giornate nelle quali avrebbe fatto di tutto per rimanere a letto e guardare semplicemente il soffitto pieno di muffa del proprio appartamento o per dormire per ventiquattro ore di fila.

Uscì dall'ufficio di Changbin trascinando i piedi per terra. Una volta chiusa la porta rimase lì in piedi a pensare, chiedendosi se fosse il caso di bere un altro caffè nella cucina riservata ai dipendenti o se fosse meglio prepararsi una tisana e sperare che la giornata passasse in fretta. Era stato anche fortunato, insomma, visto che si prospettava un intero giorno in ufficio a firmare ed organizzare documenti ed a partecipare a qualche riunione. Non si sarebbe dovuto alzare più di tanto dalla propria postazione.

«Buongiorno Felix-hyung!» trillò Chenle, entrando in ufficio mano per mano con il fidanzato, il quale gli fece semplicemente un segno con la testa per salutarlo.

Felix sospirò, di nuovo. «'giorno Chenle, 'giorno Jisung» li salutò educatamente, per poi tornare a concentrarsi sul proprio caffè - aveva optato per quest'ultimo alla fine, decidendo che la tisana l'avrebbe potuto rendere troppo sonnolento e che avrebbe rischiato di cadere addormentato sopra la scrivania se l'avesse bevuta.

Chenle si scambiò un'occhiata stranita con Jisung e si spostarono direttamente verso le loro postazioni, senza chiedergli come stesse o cosa avesse fatto durante il weekend, come erano soliti fare. Felix ringraziò mentalmente il cielo perché quella mattina non aveva proprio voglia di parlare con nessuno: già sarebbe stato difficile conversare con Changbin senza sbraitare, immaginiamoci con qualcuno che non era il suo capo e con cui poteva essere veramente sincero!

ʜɪꜱ ʜᴇᴀʀᴛ'ꜱ ʟᴏɴɢ ᴊᴏᴜʀɴᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora