«Non preoccuparti degli sponsor - gli mormorò Changbin ad un orecchio - Goditi la serata! Hai bisogno di una pausa una volta ogni tanto e hai sempre lavorato con costanza. Te la sei meritata».
Felix annuì leggermente, offrendogli un sorriso di cortesia e si voltò di nuovo verso il tavolo al quale era seduto, tornando a punzecchiare con i denti della forchetta la bistecca sul piatto. Quella sera non aveva proprio fame, figuriamoci se gli mettevano della carne davanti: sin da quando era bambino ed aveva seguito a scuola una lezione sugli allevamenti intensivi si era sempre lamentato con i suoi genitori di non voler mangiare la carne ed ora che era finalmente andato a vivere da solo cercava di farne a meno il più possibile e la comprava da venditori di fiducia, non da grandi aziende che distribuivano nei supermercati.
Si trovava ad una festa di compleanno di un importante gestore di un'azienda abbastanza famosa, alla quale era stato invitato il suo capo Changbin, che a sua volta aveva girato l'invito a lui. Non avrebbe mai accettato se non fosse stato un evento di beneficenza, perciò quella sera si era vestito elegantemente, si era truccato giusto per poter almeno fingere di essersi impegnato e si era fatto forza in nome di tutti i bambini in Africa che stavano morendo di fame e che quella sera avrebbe cercato di aiutare con i pochi won che gli erano rimasti nel portafoglio.
La festa si era rivelata quasi piacevole: il riccone di turno era riuscito a convincere una boy band coreana a cantare su un piccolo palco posto in fondo alla sala - Felix non si ricordava nemmeno il loro nome, nonostante sapesse bene che fossero famosi - ed avevano allestito una pista da ballo che in realtà quasi nessuno stava usando per ballare, ma per parlare d'affari e di donne, visto che tre quarti degli invitati erano uomini. Evviva il patriarcato!
Felix sospirò e decise di finire il bicchiere di champagne che gli avevano posato davanti e di chiamare un cameriere perché gli portasse via il piatto che - ormai l'aveva deciso - non avrebbe toccato. Sperava solo che non venisse buttato nella pattumiera ma dato in pasto a qualcun altro, altrimenti il suo sforzo per andare alla festa si sarebbe rivelato totalmente vano.
Changbin si era allontanato qualche minuto prima, per andare a parlare con i vari sponsor che erano stati invitati alla festa: se da una parte l'occasione era per festeggiare e fare beneficenza, dall'altra numerosi CEO di aziende - coreane o meno - si stavano dando da fare per guadagnare degli alleati in affari, presenti in gran numero a quell'evento - d'altronde il festeggiato stesso ne era uno.
Alzò lo sguardo verso la pista da ballo, cercando Changbin in mezzo a quel mare di gente per potersi almeno salvare dalla noia. Lo vide in mezzo ad un gruppetto di altri uomini. Sembravano essere tutti di una certa età, i capelli bianchi spettinati sulle loro teste ed i visi rugosi attraversati da sorrisi di convenienza. Tranne uno.
Stava sulla destra, in disparte, le braccia incrociate al petto ed un bicchiere vuoto in una mano che penzolava annoiata lungo un fianco. Sembrava stesse ascoltando la conversazione, tuttavia allo stesso tempo scrutava la sala senza impegno, annuendo di tanto in tanto.
Dietro di lui una signora gli tirava un colpetto sul gomito di tanto in tanto, come a costringerlo ad ascoltare la conversazione. Vista la somiglianza, Felix si ritrovò a pensare fosse probabilmente sua madre.
Il ragazzo sembrava avere più o meno la sua età: i capelli neri erano tenuti fermi da un'ordinata mezza coda, due ciuffi ribelli ad adornargli la faccia; gli occhi avevano un colore scuro che a quella distanza Felix non riusciva a definire precisamente ed un taglio sottile che lo costringeva a chiuderli quasi del tutto quando rideva. Aveva un fisico magro e scolpito e Felix si ritrovò a chiedersi se avesse mai fatto danza classica: aveva un corpo perfetto per quella disciplina.
Sussultò e sbatté il ginocchio contro il tavolo quando si accorse che gli occhi del ragazzo si erano posati su di lui, guardandolo con altrettanta curiosità. Aveva ormai smesso di osservare la sala ed ora lo stava fissando pubblicamente, il discorso di Changbin ormai dimenticato.
Felix spostò immediatamente lo sguardo, bevendo dell'altro champagne e tornando a concentrarsi sul tovagliolo di fronte a sé. Era stato appena assunto, per diamine! Che cosa avrebbe pensato il suo capo se si fosse accorto di come aveva fissato intensamente un potenziale socio in affari tanto da attirare la sua attenzione su di sé e distrarlo dal suo discorso?
«Posso aiutarti?».
Di nuovo fece un salto sulla sedia, voltandosi di scatto e ritrovandosi due occhi scuri e fini a fissarlo sulla sedia al suo fianco, rimasta vuota quando Changbin si era alzato per andare a parlare con gli sponsor.
«Mi dispiace infinitamente averla disturbata. È stato veramente scortese ed inappropriato da parte mia fissarla in quel modo» si scusò frettolosamente Felix, alzandosi dalla sua sedia ed inchinandosi.
Il ragazzo ghignò. «Peccato. Mi è piaciuto» commentò, facendogli l'occhiolino.
Felix avvampò e boccheggiò, non sapendo cosa dire. Optò per il silenzio, afferrando il bicchiere di champagne mezzo pieno e finendolo in un sorso. Il giovane lo osservò con fare divertito.
«Hwang Hyunjin. Capo della HW Corporation» si presentò, allungando una mano verso di lui.
«Lee Felix. Segretario di Seo Changbin-ssi della Seo Corporation» rispose, afferrandogliela e scuotendola.
Hyunjin lo tirò inavvertitamente verso di lui, i nasi a pochi millimetri di distanza e di nuovo un ghigno in volto. «Mi sto annoiando a morte qui dentro. Tu?» mormorò.
L'altro deglutì e vide Changbin con la coda dell'occhio guardare verso di lui. Si impose di non pensare a lui. «Conosco qualcosa che ti farebbe decisamente divertire» ribatté.
Gli occhi di Hyunjin furono attraversati da una scintilla maliziosa. «Da me o da te?» chiese, afferrando meglio la mano nella sua e cominciando ad alzarsi dalla sedia.
Felix riservò un'occhiata dispiaciuta a Changbin che, giratosi verso di lui, alzò un sopracciglio per poi dargli il via libera con un breve cenno del capo. Afferrò la giacca dalla sua sedia, infilandosela di getto e trascinando con sé Hyunjin fuori dal salone. «Da me. Abito a pochi minuti da qui» rispose, agitando una mano verso un taxi che stava parcheggiato poco distante da loro.
Una volta all'interno dell'auto, Hyunjin lo afferrò per i fianchi, trascinandolo sopra di sé e muovendo le labbra carnose contro le sue con sensualità, sfilando la camicia bianca dai suoi pantaloni e premendo con forza il palmo caldo contro la sua schiena nuda, spingendolo ancora più vicino a sé. Gli divorò le labbra fino a quando non arrivarono a casa di Felix, dove invece divorò il resto del suo corpo, stretti dietro le accoglienti mura del suo piccolo appartamento.
E quando la mattina dopo Felix si risvegliò sul suo letto, ancora nudo e sudato dalla notte precedente, da solo, non riuscì a fare a meno di sentirsi triste, per non essere riuscito a salutarlo.
Almeno, fin quando non ebbe visto il biglietto posato sopra il suo comodino.
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ʜɪꜱ ʜᴇᴀʀᴛ'ꜱ ʟᴏɴɢ ᴊᴏᴜʀɴᴇʏ
FanficLee Felix ha una vita perfetta: è segretario del CEO di un'importante azienda sudcoreana, vive in un piccolo ma accogliente appartamento in centro a Seoul, ha un adorabile migliore amico, un ragazzo - o almeno, qualcuno con cui passare le sue serate...