⇻ 𝓘. 𝓑𝓪𝓷𝓰 𝓒𝓱𝓪𝓷

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Forse iniziare a pulire il suo appartamento un'ora prima del suo incontro con Hyunjin non era stata una buona idea.

Felix si passò una mano fra i capelli, tirando le ciocche castane nel tentativo di trattenere un urlo frustrato e continuando a spolverare la sua libreria, occasionalmente spostando qualche tomo di economia per poter pulire gli scaffali.

Presto Hyunjin sarebbe arrivato nel suo appartamento - si sperava con del cibo da mangiare, visto che nel suo frigo non era rimasto nulla di lontanamente commestibile - e lui era ancora in alto mare, il pavimento da aspirare e lavare, le lenzuola sporche da cambiare e sistemare, vestiti in giro per la casa ed il programma settimanale - ancora incompleto, tra l'altro - del suo capo sparso sulla tavola dove avrebbero dovuto mangiare.

Decise di darsi una mossa e di lasciare la libreria per ultima. Afferrò l'aspirapolvere e cominciò a passarlo sul pavimento della sala principale, un po' come gli capitava.

In realtà il suo appartamento non era così grande: aveva a malapena tre stanze, fra le quali un bagno e la lavanderia-sgabuzzino. Dormiva nel divano-letto nel soggiorno - più un letto che un divano - e cucina e sala da pranzo erano collegati a quest'ultimo. Non era grande, ma la considerava casa sua molto più di quanto avesse considerato tale la villa della sua famiglia in Australia.

Afferrò le lenzuola sul proprio letto e corse verso la lavanderia, imprecando ad alta voce quando inciampò su qualcosa sul pavimento. Cadde di faccia, picchiando la fronte contro il legno e rimbalzando poi di lato, stavolta di schiena. Massaggiando il proprio fondoschiena, Felix alzò gli occhi dal proprio corpo per poter individuare l'oggetto causa della sua caduta: era un piccolo libricino, in pelle, uno spago legato a margine per tenerlo chiuso. Sembrava estremamente vecchio ed usato, le pagine rigonfie d'inchiostro e di parole. Lo riconobbe subito.

I precedenti cinque anni li aveva raccontati tutti sulle pagine di quel libretto, ogni dettaglio impresso su quelle pagine bianche con l'inchiostro della sua penna. Tutti i suoi traguardi, le sue insicurezze, tutto scritto su quel piccolo ed insignificante libretto. Strano pensare che qualcosa di così minuscolo potesse contenere qualcosa di così fragile, grande ed importante come la vita di una persona.

Lo prese delicatamente, come se stesse tenendo in mano la propria vita, come se al minimo brusco movimento quel libricino, e di conseguenza anche la sua vita, potesse sgretolarsi in granelli di polvere.

Aveva passato ore ed ore su quelle pagine, unico suo rifugio per anni.

Lo aprì, accarezzando con dita leggere la pagina di apertura, datata quasi sei anni prima, quando era appena sceso dall'aereo partito da Sydney in cerca di sicurezza in quella nuova nazione.

«Caro diario...».

# # # # #

Cinque anni prima

Aveva comprato quel libretto in una cartoleria dell'aeroporto, dopo essere atterrato in Corea del Sud con un'enorme valigia contenente le poche cose che veramente gli appartenevano ed uno zaino con all'interno tutto il denaro che aveva rubato ai suoi genitori per poter iniziare una nuova vita lontano dalla sua famiglia - probabilmente i suoi genitori non si sarebbero nemmeno accorti del denaro mancante, da quanto ne possedevano; per non parlare dell'assenza di loro figlio. La prima cosa che Felix aveva fatto appena aveva messo piede al di fuori dell'aeroporto era stato rompere completamente il suo telefonino e gettarlo nel primo cassonetto della spazzatura che aveva trovato. Poi si era sistemato lo zaino sulle spalle, aveva rafforzato la presa sulla sua valigia e, senza alcun rimorso, si era diretto verso quella città che lo avrebbe ospitato per il resto della sua vita - si sperava.

ʜɪꜱ ʜᴇᴀʀᴛ'ꜱ ʟᴏɴɢ ᴊᴏᴜʀɴᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora