Capitolo 2

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La luce fioca del mattino entra dalle tapparelle che Claudio si ostina a non chiudere mai del tutto, chissà perché. Per una come me, è la tortura peggiore. Nonostante abbia un sonno molto pesante - a detta sua, potrebbe scoppiare un incendio in casa e non me ne accorgerei -, la luce è il mio maggiore elemento di disturbo, essendo sempre stata abituata a dormire nel buio pesto.

Tento comunque di riaddormentarmi, ma il mio cervello ormai è già in funzione e richiama le immagini della scorsa serata.

I festeggiamenti di Claudio sono consistiti in una cena interamente preparata da lui - tra le tante doti conta anche quella di ottimo preparatore di pasta alla carbonara - accompagnata da un vino bianco di ottima qualità ed alta gradazione.

"Sacrofano, non esagerare col vino, sai bene come va a finire"

"E se anche fosse?"

"Che vuoi dire?"

"E se anche mi ubriacassi, che pericolo correrei?"

Claudio avvicina la mia sedia alla sua e mi trascina per un braccio addosso a lui.

"Non hai mai corso pericoli, Allevi. Nemmeno quando credevi il contrario"

Con una mano sposta il mio ciuffo dietro l'orecchio, gesto che fa sempre quando vuole enfatizzare un discorso guardandomi negli occhi, l'altro braccio a cingermi la vita.

Afferra il calice di vino e mi invita a fare lo stesso, alzandoli in aria.

"Alla tua prima perizia da medico legale" propone, facendo scontrare i bicchieri. "Sono fiero di te".

Del resto della serata ricordo almeno altri due bicchieri di vino e lui che mi prende in braccio trascinandomi in camera da letto. Le sue braccia possenti ma al contempo delicate lungo il mio corpo, a marcarne le forme; le sue labbra non staccarsi un secondo dalle mie, come se fosse un'esigenza; il suo sguardo, che riesce sempre a farmi sentire speciale. E poi, il suo cuore. Dopo aver fatto l'amore, con la testa poggiata sul suo petto sentivo il suo cuore battere velocemente. Ho alzato lo sguardo per cercare conferma nei suoi occhi, mentre le sue dita tracciavano profili immaginari sulla mia schiena.

"Ancora non ti arrendi? Si, Sacrofano, sei tu"

E di lì in poi mi sono lasciata andare ad un sonno profondo, col sorriso sulle labbra.

Mi alzo senza far rumore e ne approfitto per concedermi una lunga doccia, data la giornata impegnativa che si prospetta. Il getto caldo distende i muscoli e i pensieri, beandomi del bagnoschiuma alla vaniglia al quale ho obbligato Claudio.

Una presenza dietro di me, un bacio caldo e umido sul collo e le sue braccia a circondarmi, mi fanno rendere conto che si sia svegliato.

"Non è bello non trovarti nel letto, la mattina"

"Credevo stessi dormendo"

"Io ti tengo sempre sotto controllo, anche quando dormo"


"Claudio" richiamo la sua attenzione, fermi al semaforo rosso.

"Mh" gli occhi fissi sulla strada ruotano leggermente verso di me.

"Tu stasera che impegni hai?"

"Se vuoi farmi una proposta indecente, puoi anche evitare tutti questi giri, Allevi"

"Idiota" lo rimprovero, con un leggero pugno sul costato. Lui se la ride fingendo dolore, in realtà con la mia forza non riuscirei a fargli neanche un graffio. "Hai presente che, tra una cosa e l'altra, non abbiamo avuto modo di festeggiare la nostra specializzazione? Tutti noi, intendo"

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