Claudio ha un fratello. Di cui non ho mai saputo nulla. Bene. No, cioè male. Malissimo.
Ok, non abbiamo mai approfondito l'argomento famiglia, ma lui conosce almeno la composizione del mio nucleo familiare. Cosa che non posso dire io del suo.
"Che sta succedendo?" chiedo, confusa.
"Niente. Non succede niente, perchè Giacomo adesso va via"
È un tono che non ammette repliche. Ed è un Claudio parecchio nervoso quello che si avvicina alla porta.
Io stessa sono stata fonte delle sue principali incazzature negli ultimi anni, ma questa volta è diverso. Sembra a disagio.
"Claudio, ho bisogno di parlarti"
Il tono di Giacomo, invece, è molto calmo. È un uomo distinto, più grande anagraficamente ma meno fisicamente rispetto al fratello.
"Non mi interessa. Non ho niente da dirti, né tantomeno da sentire"
"Sono passati tanti anni"
"Non me ne frega niente!"
Il battibecco, se così si può definire, viene interrotto dal suono del cellulare di Claudio, che scompare in camera del letto per rispondere. Torna un paio di minuti dopo, già vestito e profumato, comunicandomi che l'interlocutore altri non era che Calligaris.
"Ti consiglio di andartene"
È la frase che rivolge al fratello, sull'uscio della porta che li vede più vicino di quanto vorrebbero, prima di scompare velocemente lungo le scale.
"Tu devi essere Alice"
Il sorriso che mi rivolge è gentile, così come il suo tono. Non direi mai che sia una persona che possa essere odiato a morte, specialmente da un fratello. D'altronde, fino a cinque minuti fa non sapevo nemmeno della sua esistenza, quindi non dovrei nemmeno stupirmi così tanto.
"Esatto, piacere"
Allungo una mano nella sua direzione che lui prontamente afferra, seppur con un tocco leggero.
"Posso entrare? Vorrei parlare almeno con te"
Se Claudio sapesse che sono sul punto di permettere al tanto odiato big Conforti di entrare in casa sua, mi ucciderebbe. Ma lui non c'è.
"Certo, accomodati. Posso offrirti qualcosa?"
"No, ti ringrazio. Ho già creato abbastanza scompiglio questa mattina. Posso chiederti una cosa?"
Avanza, mentre ci accomodiamo sul divano.
"Cosa sai tu di me? Cioè, cosa ti ha raccontato mio fratello?"
"In realtà.."
"Non ti ha detto nulla"
"Io non sapevo nemmeno della tua esistenza"
E di questa cosa ne parleremo a lungo, Claudio. Dovesse cadermi la lingua.
So che non dovrei fermarmi alla prima apparenza, che la gente finge - più di quanto vorremmo - ma il suo sguardo perso oltre il divano, il modo in cui si tortura le mani.. mi sembra sincero.
"Giacomo, probabilmente non sono affari miei, ma.."
"Vuoi sapere perchè Claudio ce l'abbia tanto con me, non è vero?"