Capitolo 1

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La sveglia inizia a suonare per la quinta volta, e questa volta non posso posticipare, quindi, pigramente, mi alzo dal letto constatando che Aleyna non è nel suo letto, subito dopo capisco che si è presa il bagno e che non uscirà molto presto. Dannata pigrizia! Mi avvio verso il bagno sapendo di dover aspettare anni e anni davanti alla porta e che probabilmente arriverò in ritardo al colloquio.

- Aleyna, ti prego esci dal bagno, arriverò in ritardo! – la prego sperando che possa avere pietà di me e lasciarmi entrare.

- Nazli avresti potuto alzarti prima, hai posticipato la sveglia cinque volte, adesso aspetti che finisca – non è possibile che vada sempre a finire così...

Dopo aver aspettato per 10 minuti davanti al bagno finalmente Aleyna mi lascia entrare cosicché io possa prepararmi.

Dopo essermi lavata, truccata e vestita il più velocemente possibile corro a prendere la mia borsa per uscire. Con grande rammarico non potrò fare colazione, mi limiterò a comprare un simit lungo la strada. Accendo il telefono per vedere l'indirizzo che mi ha mandato Muzaffer e mi dirigo alla fermata del bus.

Dopo qualche fermata finalmente scendo, e camminando per un paio di minuti arrivo all'azienda Sadoglu. Mi fermo davanti all'entrata, fissando l'edificio, per un attimo penso di andarmene e di lasciare perdere, ma poi penso a Burak, a mamma e a papà, e non posso essere così egoista da andarmene. Raccolgo tutte le mie forze e mi incammino verso l'entrata dove una receptionist mi accoglie sorridente, chissà se a fine giornata le fanno male le guance a furia di sorridere...Ma che cosa sto a pensare?

- Buongiorno, avrei un colloquio con la Sig.ra Leyla – spiego alla ragazza, che stava iniziando a guardarmi male, visto che la stavo fissando senza dire una parola.

- Certo, la informo subito, vada al quarto piano e aspetti davanti al suo ufficio, il primo a destra. – mi risponde sempre con il sorriso stampato sul volto, ringrazio e mi avvio verso l'ascensore. Arrivata al quarto piano aspetto davanti alla porta del suo ufficio come mi ha detto la ragazza all'entrata. Dopo neanche un minuto la porta si apre, rivelando quella che dovrebbe essere la Sig.ra Leyla. Capelli rossi mossi e occhi azzurri, altissima, indossa un elegantissimo vestito bianco... che dire, bellissima, sembra una modella.

In questo momento mi sento un enorme sacco della spazzatura in confronto a lei. Io oggi ho indossato dei pantaloni neri, una camicetta nera e un blazer bianco, un paio di tacchi nude e una borsetta dello stesso colore. Nulla in confronto a lei.

- Buongiorno. La sig.na Nazli, giusto? - annuisco - Il Sig. Muzaffer mi ha parlato molto bene di lei, prego, si accomodi – entro nel suo ufficio e mi siedo quando anche lei si è seduta.

- Allora, il tuo curriculum è adatto per il posto di segretaria del direttore, sai l'inglese, lo spagnolo e anche l'arabo, sorprendente. La tua mansione principale sarà organizzare tutti gli appuntamenti del capo, in poche parole dovrai gestire la sua agenda. Inoltre dovrai essere presente alle sue riunioni, soprattutto se con clienti stranieri, e quindi servirà che tu traduca. So che ti sei iscritta in un'accademia quindi lavorerai qui solo la mattina dalle 8:00 alle 13 per poter poi assistere alle tue lezioni. Il Sig. Serkan è diverso dagli altri capi che hai avuto, è molto esigente e ordinato, non vuole alcun tipo di errore. Al primo sbaglio ti licenzia, quindi stai attenta. - mi spiega in dettaglio che cosa devo fare, anche se il motivo principale per il quale sono qui è completamente diverso.

- Va bene,ho capito tutto, quando posso iniziare? -

- Se ti va puoi iniziare, già da domani – risponde sorridendo

- Certo che mi va, sarò qui domani mattina il perfetto orario, grazie mille, buona giornata - la saluto porgendole la mano che lei stringe

- Buona giornata -

Uscita dall'azienda mi dirigo verso la fermata dell'autobus, andrò all'accademia per firmare le ultime cose, ritirare la mia divisa e farmi un giro della scuola. Sono felicissima, non vedo l'ora di iniziare. Scendo dall'autobus dopo un po' di fermate e fortunatamente non devo camminare per molto, visto che la fermata è vicinissima all'accademia, chissà come farò a tornare a casa, questi tacchi iniziano a fare male.

Dopo aver finito mi dirigo di nuovo verso la fermata dell'autobus. Aspetto fino l'orario in cui dovrebbe arrivare, eppure dopo 10 minuti ancora non è arrivato, mi giro a controllare l'orario e scopro che oggi gli autobus non passano più dalle 15:30. Non ci voleva! Inizio a incamminarmi cercando un taxi ma tutti quelli che passano o sono pieni o non mi vedono. E come se non bastasse inizia pure a piovere,fortunatamente ho sempre nella borsa un piccolo ombrello. Dopo dieci minuti, correndo in cerca di un taxi con i piedi doloranti, vedo avvicinarsi un'auto ad altissima velocità, neanche il tempo di allontanarmi che sfreccia sulla pozzanghera proprio davanti a me bagnandomi tutta. Il sangue inizia a ribollirmi nelle vene, ma quello stronzo si pentirà di averlo fatto, infatti con mia grande gioia si ferma al semaforo giusto 20 passi più avanti. Corro fino all'auto e mi posiziono davanti sbattendo sul cofano, intimandolo a scendere, lui si vede obbligato a obbedire.

- Che problema hai? - Sbotta appena scende dalla macchina. A vederlo sembra un uomo importante, veste un completo grigio con una camicia bianca e una cravatta nera. I suoi occhi verde smeraldo per un attimo mi distolgono dal motivo per il quale io mi sia fermata davanti alla sua auto.

- Che problema ho? E me lo chiedi veramente? Guardami bene, guarda i miei vestiti fradici. – urlo con tutto il mio fiato, intanto il semaforo è diventato verde e le altre auto sono partite dopo aver suonato per due minuti abbondanti.

- Senti, mi dispiace per i tuoi vestiti, ma non so cosa possa c'entrare io. -

- Ora te lo spiego io che cosa c'entri. Sei passato con la tua macchina a tutta velocità su una pozzanghera e mi hai bagnata tutta. Se non sei mai uscito senza macchina e non hai mai camminato per strada a piedi, non vuol dire che non devi portare rispetto alle persone al di fuori della tua auto lussuosa!– Questo tizio sta iniziando a farmi salire il crimine, non so quanto potrò sopportare prima di prenderlo a mazzate.

- Mi dispiace, non me ne sono accorto, ti stacco subito un assegno per andare a comprare dei vestiti nuovi, visto che questi sono rovinati per colpa mia. -

- Ma che cosa sentono le mie orecchie? Veramente? Mi stacchi un assegno? Ma che problemi hai? Non ho bisogno dei tuoi soldi per comprarmi dei nuovi vestiti! Non ti permettere. – lui sembra aver capito il suo errore, infatti abbassa lo sguardo e poi si rivolge di nuovo a me.

- Scusami, davvero, lascia almeno che ti accompagni dove stai andando, per farmi perdonare - Sembra pentito, ma non salirò mai in macchina con uno sconosciuto.

- Non salirò in macchina con uno sconosciuto, mi cercherò un taxi. – faccio per andarmene quando lui mi risponde.

- Perché, il tassista lo conosci? – Ma che razza di domanda è? Mi giro per guardarlo male.

- Cosa? – chiedo.

- Hai detto che non vuoi salire in macchina con uno sconosciuto, il tassista lo conosci invece? - Mi guarda con un sorriso sghembo, io mi avvicino con fare minaccioso.

- Tu non sei normale, fatti curare da uno bravo, davvero. - urlo andandomene via.

Non ho mai incontrato una persona così arrogante, così egoista, così "sono Dio sceso in terra". Ricordo a me stessa che fortunatamente non rivedrò ma più questo tipo in tutta la mia vita, e mi obbligo a pensare all'accademia che mi aspetta domani. Arrivo a casa e corro a togliermi di dosso questi vestiti bagnati, per poi farmi una doccia veloce. La serata passa tranquillamente, Aleyna mi racconta com'è andato il suo primo giorno al lavoro e io le racconto dell'azienda Sadoglu, della scuola, e anche del bastardo che mi ha bagnata.

Prima di dormire guardo in tv la mia serie preferita del momento, Sen Cal Kapimi e poi fantastico su quando diventerò un'attrice come Hande cadendo poi in un profondo sonno.

Il Destino Bussa alla PortaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora