Capitolo 3

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Quando arrivo all'accademia, mi sento il cuore in gola, sono emozionatissima. Tanti ragazzi sono posizionati in diversi gruppi davanti al cancello aspettando di poter entrare. Quando il cancello si apre, mi precipito dentro alla scuola, per poter trovare la mia classe. Chiedo in segreteria dove mi spiegano che si trova al secondo piano dopo le scale a sinistra. Quando finalmente trovo la mia classe, dopo aver fatto tre volte il giro della scuola, mi posiziono in un banco libero vicino alla finestra. La professoressa entra e inizia a spiegare.

Dopo un'ora di lezione, sono stanchissima, ma è davvero bellissimo. Oggi la prof ci ha spiegato in breve il percorso formativo che seguiremo, gli argomenti che tratteremo e le prove che faremo, sia di teoria che di pratica. Inoltre, ci ha spiegato che questo primo anno sarà generale per tutti, mentre l'anno prossimo ci divideremo in sceneggiatori, attori o registi. Prendo le mie cose ed esco dalla classe, quando una ragazza, bionda, riccia, occhi verdi, insieme a un ragazzo biondo, riccio, occhi castani, si avvicinano a me. Qualcosa mi dice che sono fratelli.

- Ciao, piacere, io sono Eylul, lui è mio fratello Can - Lo sapevo che erano fratelli! Come se ci volesse un genio per capirlo, inizio a ridere da sola e loro mi guardano perplessi. Ora penseranno che sono pazza.

- Piacere di conoscervi, io sono Nazli - dico alla fine sperando che non scappino.

- Comunque si nota che siete fratelli. - loro si guardano e sorridono.

- Si hai ragione, non c'è neanche bisogno di dirlo, lei è la mia versione femminile e io la sua versione maschile, beh, a parte gli occhi. - Dice lui.

- Ti abbiamo notato da quando sei entrata in classe sei diversa da tutte le altre ragazze dell'accademia, qui sono tutte snob, vanitose e arroganti, in poche parole, insopportabili. - Eylul ha perfettamente ragione le ho notate pure io.

- Già, le solite gallinelle che pensano di diventare attrici solo per l'aspetto fisico. Che poi, a parer mio, la loro bellezza è mediocre come il loro talento. - rispondo e nel mentre iniziamo a incamminarci verso l'uscita.

- Wow, sei schietta e senza peli sulla lingua, mi piaci ragazza! Sento che diventeremo ottime amiche! Dimmi un po', ma da dove vieni tu? Non sei di Istanbul immagino. - ma come fanno a capire subito che non sono di qui? Cos'ho che non va?

- Beh, in realtà io sono di Trabzon. -

- Che bella Trabzon, mi piace molto il mar Nero, vorrei andarci. - a Can si illuminano gli occhi appena sente pronunciare Trabzon.

- Mi fa piacere, è davvero un bel posto. -

- Nazli, tu da che parte vai? - mi chiede Eylul appena raggiunto il cancello della scuola.

- Io vado alla fermata dell'autobus, e voi? - chiedo.

- Anche noi, andiamo allora. - risponde Eylul.

- Ragazze, io vi devo lasciare, il dovere chiama. Ciao! - Can si allontana mentre noi ci incamminiamo verso la fermata. Non chiedo che cosa sia andato a fare, non voglio sembrare troppo curiosa. Andiamo avanti a chiacchierare per tutto il tragitto da scuola alla fermata, poi quando arriva il mio autobus ci salutiamo e ci diamo appuntamento domani prima delle lezioni per andare a prendere un tè sul lungomare. Arrivo a casa distrutta, fortunatamente Aleyna aveva già preparato la cena. Mangiamo raccontandoci com'è andata la giornata, le spiego che Serkan Sadoğlu altro non è che lo stronzo che mi ha bagnato il giorno prima, e che voleva licenziarmi anche se era in torto lui. Le racconto anche della prima lezione in accademia e di aver conosciuto Eylul e Can.

- Ma che razza di coincidenza è? Come può essere possibile che Serkan Sadoğlu sia il tizio che ti ha bagnato ieri? Non è che c'entra Muzaffer con tutta questa storia? - Non ci avevo pensato a Muzaffer, potrebbe anche essere, ma perché? Non credo che possa trargli alcun beneficio, anzi. Però ormai Aleyna ha fatto crescere il dubbio dentro di me, non posso farne a meno.

- Non credo che sia possibile, per cosa dovrebbe farlo, non aiuterebbe per niente il suo piano, anzi lo rovinerebbe e basta. -

- Beh, potresti avere ragione, però quell'uomo è imprevedibile, stai attenta, tesoro. - è molto preoccupata e non posso darle torto, tutta questa faccenda fa paura e non so per quanto riuscirò a reggere la situazione.

- Non ti preoccupare, l'importante adesso è Serkan Sadoglu, non siamo partiti con il piede giusto, questo mi complica le cose, voleva già licenziarmi, con fatica l'ho convinto a farmi restare. Non so come muovermi adesso, e non ho intenzione di indossare vestiti scollati o striminziti, ho bisogno di una tattica. -

- Vestire così ti farà solo fallire miseramente, devi essere terribilmente elegante e chic senza far vedere troppo del tuo corpo. E poi non devi essere troppo disponibile per lui, è abituato a chi ha paura di lui e quindi tutti gli stanno dietro tu devi fare esattamente il contrario. - questo metodo non mi sembra molto utile.

- Si, davvero una buona idea, così mi licenzia direttamente. - esclamo sarcastica.

- non dico che non devi fare il tuo lavoro, anzi, devi fargli vedere che come lavori tu non lo fa nessun altro, devi renderlo dipendente dal tuo modo di lavorare, in modo che lui non ti licenzi neanche se gli salti sopra alla scrivania, però non correre nel suo ufficio appena ti chiama e non fare i salti mortali per compiacerlo, se vuoi farlo innamorare devi essere diversa dalle altre, devi tenergli testa in modo da farlo impazzire.- ora che mi ha spiegato meglio, questo piano sembra poter funzionare.

-  Hai ragione, potrebbe funzionare. Grazie, sei la mia salvezza, bellissima. - lei mi prende la mano e mi guarda comprensiva.

- So che è una cosa difficile da fare per te, e so bene che fai finta che sia tutto a posto per non farmi preoccupare, ma ti conosco, lo so che stai male. Io sono la tua migliore amica, siamo cresciute insieme, ti conosco meglio di me stessa, con me puoi parlare, puoi sfogarti, e il minimo che io possa fare è ascoltarti, vorrei poterti aiutare ma l'unica cosa che posso fare in questo momento è starti accanto. - In un attimo tutte le lacrime che ho trattenuto in questi giorni iniziano a scendere lungo la mia guancia, e scoppio in un pianto liberatorio. Aleyna mi abbraccia e io continuo a piangere bagnandole la spalla.

- Sfogati tesoro, starai meglio poi. Andra tutto bene -

- Io ho sempre cercato di essere una brava persona, non ho mai fatto del male a nessuno, perché devo passare per tutto questo? Io, Burak, i miei genitori, non abbiamo mai fatto del male a nessuno, abbiamo sempre cercato di aiutare il prossimo, perché la vita ci ripaga così? Io non posso perderli, non posso capisci? Se succede qualcosa a Burak i miei genitori non ce la faranno, e non so neanche se io potrei farcela a vivere senza di lui. Perché, Aleyna? Perché a me? Perché a noi?  -

- Non ti so dire perché, posso solo dirti che tutto quello che stai passando è una prova, o ne esci ancora più forte o non ne esci. E sono sicura che riuscirai a cavartela, dopo ogni inverno c'è sempre la primavera ricordatelo, basta che tu riesca a sopravvivere per vederla. Quando il dolore non ti uccide ti rende più forte. - Aleyna ha ragione, devo essere forte per poter vivere la primavera, e quando arriverà saprò vivermela al meglio. Lei sa sempre motivarmi e tirarmi su il morale, quando lei è sempre lì pronta a tendermi una mano e so che ci sarà sempre, comunque vada. Dopo una ventina di minuti a piangere sulla sua spalla, Aleyna decide che è ora di cambiarsi la maglietta in quanto quella che aveva addosso era fradicia... non di mie lacrime eh! Cosa andate a pensare?

Decidiamo di guardare un bel film su Netflix e mangiamo schifezze finchè non ci viene sonno.

Il Destino Bussa alla PortaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora