La sveglia inizia a suonare, sono le sei, ma questa volta ero già sveglia, l'ansia di quello che potrebbe succedere è angosciante, sono sveglia dalle quattro e mezza. Non so se riuscirò a fare quello per cui sono stata mandata in quella dannata azienda, non so se avrò abbastanza coraggio. Fino ad ora mi sono ripetuta che lo farò solo per proteggere i miei cari, non ho colpe, ma ora che ci penso, che colpe ha lui? Non lo so, non so perché sono obbligata a fare ciò, so solo che devo farlo, per il bene della mia famiglia, per Burak.
Mi alzo lentamente, felice del fatto che almeno per oggi arriverò in bagno per prima e non dovrò aspettare davanti alla porta come una scema. Con tutta la calma e tranquillità del mondo mi preparo e mi dirigo in cucina a fare colazione, tiro fuori, burro, farina di mais e formaggio, per fare il Kuymak, mi manca tanto quello di mamma. Non facevamo in tempo a sederci a tavola che lo avevamo già finito. Il mio non sarà buono come il suo, ma mi accontenterò. Aleyna, che probabilmente avrà sentito l'odore di questo piatto delizioso, si precipita in cucina e si siede a mangiare.
- Buongiorno eh.- la prendo in giro
- Buongiorno, scusa, lo sai che non resisto al Kuymak. - risponde desolata.
- Mangia, mangia che ti fa bene. - dico ridendo.
- Sei pronta per questa giornata? - Mi chiede, preoccupata.
- No, per niente, ma devo farlo, non posso farci niente. - Le do un bacio prima di uscire.
Arrivata all'azienda tiro un respiro profondo ed entro. La ragazza alla reception mi saluta sorridente, le chiedo dove trovo l'ufficio del direttore.
- Salga al sesto piano, nel corridoio a destra, l'ultima porta a destra - la ringrazio e salgo. Dopo aver trovato l'ufficio busso e quando sento "avanti" entro.
Mi blocco nel vedere che la persona seduta sulla sedia del direttore è proprio il bastardo che mi ha bagnata ieri.
- Non ci posso credere, mi hai seguita fino alla mia azienda? Ma che problema hai? Cosa vuoi fare? Denunciarmi per averti bagnato i vestiti? - sono ancora scioccata, non riesco a spiaccicare parola. Ho incontrato l'obbiettivo della mia missione prima di oggi e l'ho trattato malissimo, partiamo male, malissimo.
- Lei è il direttore? Serkan Sadoğlu? - finalmente mi decido a dire qualcosa dopo che lo avevo fissato per minuti interminabili, ponendogli una domanda molto stupida. Ovvio che lui è Serkan Sadoğlu, se no cosa ci farebbe seduto nella poltrona del direttore.
- Ma che razza di domanda è? Se sei venuta fino a qui, allora, saprai benissimo chi sono io. - risponde, si sta alterando, e non è un buon segno, devo agire.
- Mi dispiace, c'è stata una coincidenza, non sono qui perché ieri mi ha bagnato, anche se mi ha dato molto fastidio, ma non è questo il punto. Il punto è che sono qui perché sono la sua nuova assistente - cerco di spiegare nel miglior modo possibile, lui sembra stupito per un attimo, ma si ricompone subito.
- Sei licenziata, mentre te ne vai avvisa la Sig.ra Leyla di trovarmi un'altra assistente e di pagarti il primo giorno - mi risponde poi con freddezza, sorseggiando tranquillamente la sua tazza di caffè. Di nuovo quest'uomo mi fa ribollire il sangue nelle vene. Se fossi stata in un'altra situazione, probabilmente gli avrei rovesciato quel caffè sulla camicia bianca che gli sarà costata al minimo duecento euro, e lo avrei fatto pentire per avermi bagnata il giorno prima e per avermi parlato in questo modo, come se fossi una sua schiava, per poi andarmene a testa alta. Ma non posso, devo fare il possibile per tenermi stretto questo lavoro.
- Signor Serkan, non mi sembra il caso di licenziarmi, in quanto io non abbia commesso alcun errore. - rispondo.
- Ho perso un lavoro importante ieri, per colpa tua, sono arrivato a una riunione in ritardo e tutto bagnato, e mi dici che non hai commesso alcun errore? -
- Mi dispiace contraddirla, ma io ieri non lavoravo con lei e non avevo idea di chi fosse, quindi non può licenziarmi per un errore, che in realtà, non era un errore, commesso prima che iniziassi a lavorare. E da quanto ho capito lei sta cercando un'assistente da molto tempo, e io ho i requisiti giusti per questo lavoro. - lui si gira a guardarmi sembra sorpreso dalle mie parole.
- Con grande rammarico devo darle ragione. Va bene, può restare, ma si ricordi che ha avuto una pessima prima impressione, e non ci vorrà poco per farmi cambiare idea. Vai nel tuo ufficio, è esattamente di fronte al mio, Leyla ti ha lasciato tutte le istruzioni del tuo lavoro, c'è un po' di lavoro arretrato quindi oggi avrai molto da fare, ma l'importante è che quando ti chiamo devi correre nel mio ufficio, non voglio nessun tipo di errore, mi ci vuole poco a licenziarti, te lo posso assicurare. - Lo ringrazio ed esco dal suo ufficio.
- Stronzo - dico appena sono uscita pensando che non mi sentisse nessuno, invece...
- Già, l'ho pensato molto da quando ho iniziato a lavorare qui, tutt'ora lo penso a volte - mi risponde una ragazza. È molto carina, capelli biondo cenere ed occhi color nocciola. Ma possibile che devo sempre fare figuracce?
- Dio mio che figura, mi dispiace davvero tanto! Non intendevo dire che è stronzo, beh forse sì ma non è come sembra! - Rispondo agitata, potrebbe essere chiunque, potrei essere già licenziata, non mi tengo mai la lingua a posto!
- Tranquilla, ti capisco, ti ci vorrà un po' per abituarti a lui, ma qui imparerai molto. - sembra che non mi voglia licenziare... meraviglioso! Ho scampato il licenziamento due volte, ma non c'è due senza tre giusto? Mi aspetto il peggio.
-Ah, menomale, pensavo che mi avresti licenziato per aver insultato il Grande Capo. - sono molto sollevata dal fatto che lei la pensi come me, almeno ho capito che non sono io che sono strana. Le scoppia in una fragorosa risata.
- Fortunatamente per te, non ho il potere di licenziarti, ma anche se lo avessi non ti licenzierei, sembri abbastanza simpatica - dice. - Comunque, piacere, io sono Sevda, l'assistente della direttrice creativa, la Sig.ra Gozde, la conoscerai più avanti. Vieni, ti faccio vedere il tuo ufficio e ti spiego un po' quello che devi fare. - è molto gentile, speriamo che siano tutti come lei qua dentro e non come il loro capo, se no rischio di impazzire.
Fortunatamente la giornata passa velocemente e le 13:00 arrivano in un batter d'occhio, fortunatamente c'era Sevda che mi ha spiegato in dettaglio quello che dovevo fare: rispondere alle mail e al telefono, organizzare le riunioni e gli appuntamenti del Grande Capo, e uscire per le sue commissioni. In poche parole, devo fare quello che a lui scoccia fare, privilegio dei ricconi come lui.
Ma tralasciando tutto ciò finalmente potrò andare alla mia prima lezione all'accademia, e non vedo l'ora, quando sarò un'attrice, gli farò pagare a questo arrogante di avermi trattato in questo modo. La lezione inizia alle 16:00, ho il tempo di andare a casa, mangiare qualcosina e cambiarmi.
Arrivo a casa e Aleyna non c'è, lei finisce alle 16 di lavorare, visto che sono solo le 13:30 mi preparo un panino e mi siedo a guardare un po' di tv.
Dopo un'ora mi alzo a prepararmi, sono così emozionata, ho sognato per tanto tempo di poter recitare e adesso che sto finalmente facendo qualcosa per arrivarci, sono al settimo cielo. Ho capito di voler diventare un'attrice un po' tardi, prima però lo sapevo dentro, infatti mi piaceva tanto partecipare alle recite scolastiche o andare a teatro con la scuola, forse non ho mai lasciato che questo desiderio si impossessasse di me perché la mia famiglia era contraria, ma poi ho capito che per essere felice dovevo fare quello che mi piace fare. Ci ho messo molto a convincerli, ma alla fine hanno capito che io lo volevo veramente. A partire dal giorno in cui i miei genitori hanno approvato, ho iniziato a lavorare per guadagnare i soldi per venire a Istanbul e finalmente ci sono riuscita. Io credo in me stessa e nel mio talento, e un giorno sarò una grande attrice.
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Il Destino Bussa alla Porta
RomanceNazli è stata mandata a Istanbul per uno scopo preciso. Il suo obbiettivo è Serkan Sadoğlu, un grande uomo d'affari apparentemente felice con una vita perfetta, ma che nasconde un passato oscuro di cui nessuno è a conoscenza. ma nessuno poteva saper...