| Capitolo II
Se c'era una cosa che Tony odiava, era di certo vivere di rimpianti o, per meglio dire, di occasioni perse. Ovvio che la vita fosse fatta anche di quelle ma, la cosa che lo destabilizzava di più, era quando queste occasioni divenivano tali per colpa di scelte presa da suo padre, al posto suo. Sì, perché dopo che Peter se n'era andato da casa loro, suo padre non gli aveva nemmeno raccontato cosa si fossero detto.
«Dimenticalo e basta», aveva solo risposto, all'unica domanda che gli aveva posto.
Non lo avrai cacciato via solo perché non è come te?
La parte più triste era che, alla fine, la classe sociale a cui apparteneva Peter era l'unico ostacolo che li avrebbe divisi. Non che gli importasse di instaurare con lui un rapporto, qualunque esso fosse, ma era convinto che fosse sbagliato a prescindere quel preconcetto su di lui: non è come noi, dunque il suo tempo non vale quanto il nostro. Un concetto talmente egoistico e basato sull'economia, che Tony ne aveva la nausea. Non gli aveva mai permesso di frequentare ambienti al di fuori del loro; era stato sempre costretto a muoversi in situazioni che implicassero l'incontro con figli e figlie di ricchi industriali e gente di un certo livello. Non aveva mai frequentato una scuola pubblica, non aveva mai giocato una partita di pallone in giardino sbucciandosi le ginocchia, in un processo inevitabile che faceva parte della crescita di un bambino. Non aveva mai indossato abiti comuni, solo divise o eleganti vestiti da cerimonia. Non aveva mai passato un pomeriggio al cinema con gli amici o bevuto una bevanda gassata in un bar caotico del centro. Aveva sempre e solo sbattuto i pugni contro quella campana di vetro che gli avevano chiuso addosso, senza mai riuscire a scalfirla.
Fu in un pomeriggio di un paio di settimane dopo, però, che da quel vetro vide una crepa formarsi. Stava tornando a casa dalla sua settimanale lezione di pianoforte quando, seduto sul sedile posteriore della station wagon nera guidata da Jarvis, vide alcuni ragazzi parlare fuori da una scuola. Aveva la fronte premuta contro il vetro, annoiato da quella vita priva di stimoli e, quando riconobbe tra quelle persone proprio Peter, si rizzò sulla schiena e attirò l'attenzione del pilota, dandogli un colpetto sulla spalla.
«Che succede, Tony?»
«Jarvis, guarda! Guarda, quello non è...?»
«Oh!», fu il commento del maggiordomo che, senza esitare, accostò l'auto al marciapiede e si fermò. Tony non ci pensò due volte: tirò giù il finestrino e, quando i ragazzi si voltarono a guardarlo, sorrise sfrontato.
«Ehi, mai vista una Jaguar?», chiese, ironico e Peter, dopo un momento di stupore, allargò le labbra in un sorriso stupito.
«Pensavo che non ci fosse concesso vederci.»
Tony alzò le spalle e, guardando gli altri ragazzi – che lo fissavano increduli sicuramente riconoscendolo per la sua fama e le sue foto tappezzate su ogni accidenti di copertina di riviste adolescenziali – poggiò il gomito al finestrino aperto.
«In realtà passavo di qui e ti ho riconosciuto e no, non penso ci sia concesso vederci. O almeno mio padre sembra pensarla così.»
Gli occhi di Peter si abbassarono sulle proprie scarpe, chiaro segno che avesse già abbandonato ogni speranza che quell'incontro potesse cambiare le cose perché, dopotutto, in qualche modo Tony sapeva che entrambi, la presenza reciproca, la percepivano in un caotico bisogno di conoscersi. Qualcosa che lui non avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso ma che era così.
«Jarvis, io scendo.»
«Ma... Tony, tuo padre ti aspetta per la riun-»
Lui fece schioccare la lingua, irritato. «Non me ne frega un accidenti della riunione con i Carter. Tu torna a casa e digli che non mi hai trovato all'uscita e che il mio telefono non è raggiungibile. Ci penserò io, poi, quando tornerò a casa, a inventarmi una bugia credibile. Ma io scendo», sentenziò, sicuro di sé e fu felice di vedere gli occhi di Peter tornare a guardare i suoi, sorridenti. Velati però di una leggera preoccupazione e di malinconia, perché di certo stava già pensando a quel dopo, facendosi carico di peccati che non gli appartenevano.
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Rewrite The Stars // Young Starker // Tony x Peter // Soulmate!AU
Fanfic(Conclusa) «Tony, non c'è amore, non c'è traccia di sentimento. Non c'è chimica, non c'è attrazione fisica, non c'è niente di tutto questo ma...», esordì Peter, poi la sua voce si fece microscopica. «Dimmi che lo senti anche tu.» Si morse le labbra...