𝟐𝟎 𝑮𝒊𝒖𝒈𝒏𝒐 𝟏𝟖𝟖𝟗

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20 Giugno 1889, Canada.

Oggi è un giorno particolare per una delle famiglie più benestanti di un piccolo paesino del Canada: i Tremblay.
La loro primogenita è nata: Iren.
Iren Tremblay.
Una dolce bambina dagli grandi occhi azzurri come il cielo d'estate; capelli color carota e la carnagione chiara.
Sorrideva.
Sorrideva sempre dal primo giorno in cui è venuta al mondo.
Il signore e la signora Tremblay erano al massimo della loro felicità.
Passarono mesi e mesi, Iren sempre più bella, solare e sorridente.
Le erano cresciuti i primi denti, aveva iniziato a fare i primi passi.
La cittadina andava spesso a fare visita e a portare dei doni alla figlia dei Tremblay che la ritenevano 'il bocciolo di un fiore che sta per aprirsi', anche se la giudicavano strana e diversa per via dei suoi capelli.

Crescendo cominciò ad andare a scuola dove otteneva ottimi voti e faceva amicizia con altri bambini.
Quando era triste o doveva pensare, le piaceva andare in mezzo alla foresta, dove lei stessa aveva costruito una casetta di legno e gli teneva tutto ciò che aveva creato con quel che trovava nei dintorni.

All'argo del piccolo paese, dietro la foresta, vicino a un fiumiciattolo, risiedeva una piccola tribù di indiani.
Il capo tribù, Shunka Wakan (cavallo), e sua moglie, Aylen (felice), avevano anche essi una piccola bambina, primogenita, di nome Nadie (saggia).
Una bambina dai capelli scuri; carnagione caffellatte; occhi a nocciola, scuri come il tronco di una quercia.
Era nata anche ella il 20 Giugno 1889. Ora anche lei sapeva camminare, le erano cresciuti i primi dentini da latte.
Le piaceva giocare in mezzo ai prati verdi; con i ramoscelli che trovava per terra; osservare il cielo e la valle, e gli animali che li fecondavano.
Crescendo diventò una bambina intelligente, saggia, solare, che ama stare in mezzo alla natura, intrecciare canestri con eccezionale precisione, aiutare i suoi genitori e l'intera tribù.

Un giorno di settembre, quando le foglie degli alberi si colorivano di un magenta scuro, di un castano ramato e di un giallo quasi senape, Iren che ormai aveva 13 anni, pensierosa e triste com'era perché la sua migliore amica non l'aveva invitata ...

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Un giorno di settembre, quando le foglie degli alberi si colorivano di un magenta scuro, di un castano ramato e di un giallo quasi senape, Iren che ormai aveva 13 anni, pensierosa e triste com'era perché la sua migliore amica non l'aveva invitata a bere un tè insieme alle altre sue coetanee, andò nella sua casetta in mezzo alla foresta per cercare di distogliersi dai brutti pensieri.
Passeggiando in cerca di qualcosa di interessante, giunse in una valle dove poco distante si intravedeva un fiumiciattolo.
Iren corse verso di esso e camminò per un po' lungo il suo letto, quando da lontano intravide un piccolo villaggio pieno di piccole tende, uomini, donne, bambini che si aiutavano tra loro.
Iren scappò. I suoi genitori le avevano parlato di un piccolo villaggio dietro la foresta dove risiedevano uomini selvaggi, pericolosi.
Ma ad Iren non parvero pericolosi. Non aveva mai visto un villaggio così unito, dove gli abitanti si aiutavano e si accudivano a vicenda.
Così il giorno e il giorno dopo ritornò lì per osservarli.
Continuò così per qualche settimana, quando un giorno, mentre attraversava la foresta sentì dei rumori e si nascose dietro un cespuglio.
Uno.
Due.
Tre.
Boom. Un sparo.
Sì, era proprio uno sparo.
Corse. Corse, più veloce possibile finché non raggiunse il suo paese.

𝓓𝓾𝓮 𝓶𝓸𝓷𝓭𝓲 𝓲𝓷 𝓾𝓷𝓪 𝓼𝓽𝓸𝓻𝓲𝓪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora