Iren decise di pernottare nel villaggio indiano.
Aylen, le sistemò un angolino nella loro tenta per la notte.
Nadie era felice più che mai, era di nuovo con la sua migliore amica!
Iren si sentiva più serena all'idea che Nadie sapeva che le sue intenzioni non erano di abbandonarla; ma era turbata all'idea che i suoi genitori si preoccupassero, che non sapessero dove fosse o che immaginando che lei fosse al villaggio indiano avrebbero fatto irruzione con le armi e la portassero via.
Ma in un men che non si dica tutti i brutti pensieri che le affioravano la mente sparirono, quando Nadie, ebbe la bellissima idea di portarla vicino al letto del fiume per raccogliere tutto ciò che li affascinava per poi andare nella casetta in mezzo alla foresta di Iren e creare qualcosa di carino per arredare la piccola casa, come già faceva lei in passato.
Iren bramava da molto questo momento: c'era la sua amica; il rumore del fiume quieto che scorreva nel suo letto; una giornata di Novembre, con l'aria fresca e il sole abbacinante che le scaldava la pelle e che le faceva diventare le punte dei capelli da un rosso carota a un bellissimo biondo. Forse era solo questo che le piaceva dei suoi capelli.
Il pomeriggio passò velocemente, ma nel frattempo i signori Tremblay, preoccupati, cercavano la figlia in giro per il paese senza dare all'occhio, altrimenti i compaesani ne avrebbero fatto un pettegolezzo: non sanno badare a quella mocciosa impertinente di 13 anni, e hanno solo una figlia! Incapaci! E vogliono pure amministrare il paese!
Il loro villaggio si dava molto al gossip, alle dicerie, al chiacchiericcio; quindi ogni volta che qualcuno li fermava, dicevano che facevano una passeggiata per il villaggio.
Giunse la notte e i Tremblay tornarono a casa molto più preoccupati di prima.
Se fosse nella foresta in mezzo a quei selvaggi? Se fosse in pericolo, se l'avessero uccisa! pensavano.
Si infilarono un giaccone ben pensante, il signor Tremblay si munì di un fucile e si avviarono verso la foresta.
Si addentrarono nel cuore di essa e camminando videro una casetta di legno ma con il buio non si vedeva bene, quindi passarono oltre.
Giunsero alla fine della foresta dove si trovava un fiume (che per i Tremblay era una novità), camminarono vicino il suo letto fino a intravedere un villaggio fatto di tende.
Si avvicinarono ad esso, Harry, il signor Tremblay, si avvicinò tenendo ben stretto il suo fucile. Tutti dormivano, Harry e Mary camminavano cautamente tra le tende, finché non sentirono un rumore e di soprassalto Harry puntò il fucile verso l'ignoto.
Da una delle tende era uscito qualcuno, forse un indiano, ma era basso, quindi forse era un bambino; Harry teneva sempre ben stretto il fucile.
L'indiano accese una candela, all'improvviso i Tremblay videro un volto conoscente in quel frammento di luce a cui si accavallavano le ombre, era Iren.
Scoppiò a piangere e i signori Tremblay la abbracciarono, dalla tenda uscì un'altra persona, Nadie.
Harry e Mary smisero di stringere la loro figlia, e voltandosi, immediatamente il signor Tremblay puntò nuovamente il fucile, prima ancora di sapere che fosse Nadie, ma dopo averlo capito non lo abbassò mica.
Iren era impaurita non sapendo quale fosse la reazione dei suoi genitori.
Nadie... aveva tante emozioni dentro di sé che non si potevano spiegare con una sola parola.
Iren si avvicinò a Nadie che era di fronte ai suoi genitori, Harry abbassò il fucile, finalmente, (Iren non poteva sopportare che suo padre, puntasse un fucile contro un altro essere umano, e come se non bastasse contro una bambina).Dalla tenda, (dopo una pausa di silenzio, priva di movimenti, dove nello sguardo di ogni persona, si poteva percepire solo perplessità e nessun'altra emozione) sbucarono fuori altri due indiani, questa volta adulti, che osservavano la scena con rigorosità nei dettagli.
Il silenzio si interruppe: "non ti lascerò fare del male alla mia famiglia, bianco!" ululò Shunka Wakan vicino a sua moglie, che era spaventata, ma allo stesso tempo piena di vendetta.
Harry drizzò di nuovo il fucile, come se sapesse fare solo quello, e lo punto contro i genitori di Nadie; ma Iren gli si mise in mezzo: "levati Iren. E' una questione di orgoglio, non posso farmi intimorire da questi selvaggi, noi siamo superiori a questa razza di disgraziati bastardi, a quest'incrocio tra..." la voce di Harry, che iniziò con un tono abbastanza altezzoso, si ridusse di tutto punto, nel mentre, Nadie si univa ad Iren "...tra uomo e animale".
Ormai, erano circondati da uomini, donne, bambini uscite dalle tende.
Iren scoppiò nuovamente a piangere, il signor Trembley si rilassòle braccia ma non abbassò del tutto l'arma:" perché?! Perché pensate solo all'orgoglio, perché avete la mente così chiusa, da Medioevo?!"strillò Iren singhiozzando, mentre Nadie faceva da interprete ai suoi genitori e all'intero villaggio "per favore, vi scongiuro, cercate di diventare una di quelle persone che hanno capito il senso della vita, che sicuramente non è fatto di pregiudizi, dicerie di paese, che rendono le persone intrappolate in catene mentali, invisibili, che rendono la propria persona, il proprio IO, sommerse di maschere, che una volta stanchi di averle, che si vuol tornare a essere di nuovo se stessi, sarà troppo tardi perché quell'IO, che una volta era in noi, sarà così tanto sommerso di maschere, che non potrà più riemergere, e... una di queste persone ero io. Stavo diventando come voi volevate, come la gente voleva che fossi "un modello per la società" o come mi dicevano da bambina "un bocciolo di un fiore che sta per schiudersi". Patetico vero? Non stavo diventando la donna che io desidero essere, imprigionando tutti i miei sogni, tutte le mie speranze tra le catene, insieme al mio IO, che stava quasi per annegare in una marea di maschere; ed ero triste... triste e depressa; finché ho incontrato Nadie che mi ha liberata" Iren fece un sorriso alla sua eroina e lei ricambiò " e quando avete cercato di separarci, stavo di nuovo affogando, e questa volta non le mie idee, non le mie emozioni, non il mio IO, ma la mia anima.
"Poi quando ho sentito che eri stato tu, papà, a sparare al padre di Nadie, Shunka Wakan" fece un segno marcato con la mano per indicare il capo tribù "non ho sentito più il mio cuore battere, e quel giorno nella foresta non avrei mai potuto immaginare che fossi stato tu, così scappai da loro principalmente per scusarmi; e loro mi hanno perdonata in un istante senza neanche implorarli."
Harry abbassò l'arma da fuoco e si ammorbidì, persino le rughe di espressione che ricoprivano il suo viso indignato, sparirono, mentre Mary era perplessa, in lacrime, si sentiva colpevole per il fatto che Iren, la sua unica figlia, stava rinnegando se stessa, e tra singhiozzi e sensi di colpa sussurrò:"ma allora tu eri nella foresta quel pomeriggio"-"sì mamma, ero proprio lì, e anche molto vicino" Mary sbottò di nuovo in un pianto più tragico:" io non voglio che cresci sotterrando la tua infantilità, la tua anima, i tuoi sogni, le tue ribellioni, proprio come me. Solo che... solo che io non ho avuto il coraggio di ribellarmi, di cambiare le cose, e il mio IO purtroppo, non l'ho più ritrovato. Sono fiera di te!" un brivido sulle schiene di tutti, persino degli indiani (segno che Nadie aveva tradotto più che bene) si fece sentire:"no, mamma. Forse mi sbagliavo, forse quell' IO sepolto, può riemergere se solo lo vuoi veramente, forse c'è ancora speranza" Mary e Iren si abbracciarono. A Nadie uscì una lacrima di felicità, i suoi genitori fecero un lieve sorriso sfiorandosi con lo sguardo, l'intera tribù mormorava sorridendo e il signor Tremblay, finalmente, mosse un passo ma non verso la sua famiglia, ma verso i genitori di Nadie: "scusatemi, per favore, ho sbagliato, e tanto, potevo anche ucciderti..." Nadie nel fratempo continuava a tradurre, Iren e Mary ormai staccate l'una delle altre, guardavano meravigliate "se mi perdonerete ne sarò riconoscenti, ma se non lo farete capirò, neanche io ho così tanta forza di perdonare. Non vi chiedo di essere clementi con me, perché ho recato dolore non solo fisico e spero di poter ricucire questa ferita con le mie stesse mani" concluse in modo tenue.
Shunka Wakan fu più che clemente con Harry, gli sorrise e gli fece un cenno con la testa, proprio come aveva fatto con Iren.
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𝓓𝓾𝓮 𝓶𝓸𝓷𝓭𝓲 𝓲𝓷 𝓾𝓷𝓪 𝓼𝓽𝓸𝓻𝓲𝓪
Adventure𝐈𝐫𝐞𝐧, 𝐜𝐚𝐧𝐚𝐝𝐞𝐬𝐞. 𝐍𝐚𝐝𝐢𝐞, 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐝'𝐀𝐦𝐞𝐫𝐢𝐜𝐚. 𝐃𝐮𝐞 𝐚𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞, 𝐃𝐮𝐞 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐞 𝐚𝐟𝐟𝐢𝐧𝐢, 𝐈𝐦𝐩𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐞 𝐚𝐝 𝐮𝐧𝐢𝐫𝐞 𝐢 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐝𝐮𝐞 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐢 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢. 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢, 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐞...