Capitolo 11 "Hey Angel"

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Una settimana dopo

"Dove stiamo andando? Niall e Liam ci staranno aspettando" chiede Harry, cercando di far ragionare il liscio.

"Non me ne frega un emerito cazzo! Stiamo andando da mia madre, Harry. Sono preoccupato!"

"Louis aspetta!" ordina senza fiato Harry, prendendo Louis per un braccio.

"L'ospedale del cazzo non mi risponde da giorni e ho un brutto presentimento! E se non ti muovi, ti lascio qui e vado da solo!" esclama agitato Louis, cacciando via la mano del riccio con una strattonata.

"Louis guardami!" esclama Harry mettendosi davanti a lui, fermando la sua corsa verso la macchina.

"Che vuoi?!" urla più di lui alzando gli occhi al cielo seccato, facendo sussultare dalla sorpresa Harry.

Non se lo aspettava.

"Andremo da lei ma non voglio che tu sia così e sono sicuro che neanche lei vorrebbe"

"Così come? Che intendi" chiede Louis confuso.

"Come il Louis che ho sempre conosciuto. Pomposo, stronzo e sempre nervoso e maleducato. Questo non è il Louis di cui mi sono..." si blocca Harry prima di cominciare a singhiozzare.

"Niente lascia perdere" bisbiglia Harry innervosito, sentendo un male al petto, all'altezza del cuore.

Lo ama. Lo ama da impazzire.

Non ha mai amato così...

Pensava che l'amore fosse una cosa banale, che trovi nei romanzi rosa e ti immedesimi nel protagonista per capirne il significato.

L'amore è tutt'altra cosa. Ti fa stare male, ti prosciuga e ti rende schiavo.
Non riesci a non pensare a quella persona, anche quando pensi di essertene dimenticato, è sempre nei tuoi pensieri.

Ma l'amore sa anche essere dolce e leggero come una bianca e soffice nuvola.

Ti fa sentire libero. Come non lo sei mai stato.

Quando ti stringe tra le sue braccia ti senti protetto, a casa.

Si, Louis è la sua casa. E vorrebbe tanto che anche lui la pensi così.

Louis chiude un secondo gli occhi, maledicendo se stesso per essere così coglione.

"Vieni qui, H" sussurra Louis abbracciandolo. Harry non si ribella a quel gesto. Anzi. Lo stringe più forte che può al suo petto.

Harry è poco più alto di suo marito ma a nessuno dei due sembra importare.

Sono come due pezzi di un puzzle, si incastrano perfettamente, si completano.

"Scusami tanto amore, perdonami" mormora parlando direttamente sulla sua fronte, baciandola subito dopo.

"Ero accecato dalla paura e dalla rabbia. Cavolo, è mia madre! Dovrebbero rispondermi! Mi dispiace non dovevo prendermela con te" continua Louis accarezzando i morbidi ricci del suo piccolo amore.

"Va bene, non fa niente...A-andiamo. Sono già le 10:00, dobbiamo chiamare l'ospedale per sapere l'orario di visita" sussurra Harry staccandosi da lui imbarazzato, togliendo i residui delle lacrime con la manica della felpa.

"Ci ho già pensato io. L'orario è dalle 11:30 fino alle 12:30" risponde Louis guardandosi le scarpe.

Harry farfuglia un piccolo "ok" prima di allontanarsi da suo marito per andare in macchina.

Un silenzio imbarazzante prende possesso dell'abitacolo per tutta la durata del viaggio.

Hanno appena parcheggiato quando Louis, stanco di rimanere in silenzio, si slaccia la cintura e prende possesso delle labbra carnose del riccio.

Husbands || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora