Capitolo 1.

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Aspettavo Calum fuori dal mio ufficio nel centro di Londra, guardando più volte l'ora in cui sarebbe dovuto arrivare.

-Sei fottutamente in ritardo, Calum.- parlai da sola, e per un momento pensai di essere matta.

-In realtà sono qui.- disse Calum, dandomi un bacio nell'incavo del collo. -Ciao piccola.- sorrise cingendomi i fianchi con un braccio. -Com'è andata oggi? Qualche paziente strano?-

-Ciao amore.- sorrisi. -È venuta una ragazza autolesionista, sto cercando di aiutarla il più possibile.- annuì. -Il mio lavoro da psicologa non sta andando male.- dissi guardandolo.

-Oh, povera.- disse, guardando il mio ufficio. -Domani non devi venire a lavorare, no?- disse Calum, guardandomi negli occhi.

-Dopodomani si, domani ho il giorno libero dato che non ho pazienti prenotanti. Se solo non mi avessero messo un paziente dopodomani sarei stata a casa.- sbuffai. -Ma è il mio lavoro aiutare le persone.- dissi, facendo spallucce.

-Che ragazza premurosa che ho.- disse, dandomi un bacio casto sulle labbra. -Sono le 20:30, potremmo andare a casa mia. Ci dovrebbe essere tuo fratello, gli ho lasciato le chiavi di casa cosicché potesse mettermi a posto lo stereo, perchè l'ho rotto.- fece spallucce Calum.

-Oh, certo.- sorrisi. -È da un po' che non vedo mio fratello, già.- dissi annuendo. -Da quando è successo, dice che dovevo cercare una persona migliore.- feci spallucce. -Non mi importa. Ora ci sei tu qui, basta no?- dissi guardandolo accennando un sorriso, per poi mettere una ciocca dei miei capelli neri pieni di boccoli dietro l'orecchio.

-Certo.- sorrise prendendomi la mano. -Non voglio che ti possa toccare come quella volta, oppure sai cosa succede.- disse accarezzandomi il volto.

-Mh.- annuì. -Possiamo tralasciare questa cosa, e andare a casa tua? Mio fratello non mi parla da quattro mesi, eppure viviamo nella stessa casa!- dissi sbuffando.

-Vedrai che lo farà.- disse annuendo. -Come si fa a non parlare a una persona come te?- disse, pizzicandomi le guance.

Sorrisi istintivamente, guardando i suoi capelli disordinati.

-Credo di amare i tuoi capelli.- dissi, ridendo. -Già, credo di amarli.- passai una mano dentro essi, scompigliando il ciuffo biondo.

-Più di quanto ami me?- disse guardandomi.

-Impossibile.- dissi, accennando una risata, scompigliando di più i capelli.

-Bene, perchè avrei dato di matto.- disse, annuendo mentre accennava una risata.

-Sto congelando qui fuori.- dissi, sfregando le mie mani attorno alle spalle.

-Andiamo allora.- disse, prendendomi la mano e intrecciandola nella sua.

Sorrisi seguendolo, mentre salimmo in macchina.

-Scusa se ho fatto tardi, ma stavo provando con i ragazzi.- disse, giustificandosi.

-Non importa, non è successo nulla.- dissi sorridendo, mettendomi la cintura.

Lui annuì e iniziò a guidare verso casa sua.

-Hood hai la guida perfetta.- risi. -Davvero, guidi bene.- annuì, guardandolo.

-Grazie Horan, lo prendo come un complimento detto da te.- rise.

Arrivammo davanti casa sua, così mise la macchina in garage e entrammo dall'entrata secondaria.

-Nello, siamo in casa!- urlò Calum.

-Siamo? Chi c'è Hood?- guardò Calum per poi spostare il suo sguardo su di me. -Oh.- disse soltanto.

-Senti Niall, so che sei ancora turbato per quello che è successo ma..-

Risk It All 2. || Bradley Simpson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora