Capitolo 5

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La luce del pomeriggio filtrava dalla finestra, illuminando le due ragazze sedute sul letto.

Nessuna delle due sapeva da quanto tempo fossero lì abbracciate, né dove finissero le lacrime di una e dove iniziassero quelle dell'altra.

L'unica cosa che sapevano era che erano felici, perché erano di nuovo insieme.

Rose sorrideva mentre stringeva la ragazza: ora poteva tornare a respirare.

Ma il sorriso di Rose si spense improvvisamente; si separò dalla giovane e la guardò dritta negli occhi: l'altra notò che il suo sguardo era diventato cupo.

Karin deglutì: vedeva rabbia nel volto dell'amica.

-Rose...- sussurrò.

Rose si morse un labbro e spostò lo sguardo verso il basso; serrò i pugni così forte che le sue nocche diventarono bianche.

Karin non riusciva a capire: un attimo prima si stavano abbracciando, e ora lo sguardo dell'amica era pieno d'odio.

Dopo qualche secondo, la giovane realizzò cosa aveva fatta reagire Rose in quel modo: quest'ultima teneva lo sguardo fisso su un grosso livido che campeggiava sul suo avambraccio destro.

Rose sollevò lo sguardo e puntò gli occhi in quelli di Karin.

-Chi è stato?- chiese poi, la sua voce era dura.

Karin sentì tutta la gioia scivolarle di dosso, lasciando spazio ai ricordi.

Riusciva a percepire tutta la sua fragilità avvolgerla e soffocarla tra le sue spire.

-Non mi va...- la voce si spezzo prima che riuscisse a dire un'altra parola.

-Be', fai uno sforzo allora!- esclamò Rose.

-Rose...- tentò la ragazza, che in quel momento capì che anche l'amica stava soffrendo: Rose si arrabbiava quando stava male, era il suo modo per reagire, per evitare di cadere in una totale apatia.

-Maledizione parla Karin!- tremava mentre le gridava contro.

Gli occhi di entrambe si riempirono di lacrime -Chi!?- urlò ancora.

Karin non rispose e si coprì il viso con le mani, nascondendo le proprie lacrime, le proprie fragilità.

Non si era mai sentita così debole prima d'ora.

Rose sentì immediatamente il senso di colpa colpirla in pieno petto; si gettò sulla ragazza e la strinse.

Le asciugò una lacrima scesa sulla guancia con un dito e scosse la testa.

-Karin scusa, non volevo...-

-Erik.- affermò Karin.

E in quel momento, l'odio che Rose provava da sempre per quel ragazzo, aumentò.

La ragazza aveva sempre saputo che fosse uno stronzo egoista, ma non credeva di certo che sarebbe mai arrivato a tanto.

Dopotutto lui e Karin si erano lasciati da circa un mese, per volere di lei.

E lui avrebbe dovuto rispettare la sua decisione, ma a quanto pareva non lo aveva fatto.

E sebbene tante volte Rose avesse voluto essere al posto di quel ragazzo, mai come in quel momento pensò che Karin sarebbe stata meglio con lei piuttosto che con lui.

Perché lui non se la meritava, lui non se l'era mai meritata.

Lei invece conosceva cosa piaceva alla ragazza, sarebbe stata in grado di renderla felice, non le avrebbe mai fatto del male.

GEMMARUM CUSTODESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora