Un brivido di freddo fece tremare Eileen. Il tempo non prometteva nulla di buono.
Già da qualche ora, sulla cima di un abete, il vento gelido le scompigliava i capelli. Seduta su un tronco, era intenta a gustare un frutto raccolto strada facendo. Era inoltre soddisfatta di aver trovato nuove piante da aggiungere alla sua collezione personale.
Attendeva il momento giusto per raggiungere Bentlam e chiederle consiglio. Il pensiero di non potersi avvicinare al Foro, la rattristava. Per fortuna, aveva la possibilità di vagare per la foresta.
La sua vera casa.
Nonostante si trovasse lontana, riuscì a captare la voce di alcune persone, in prossimità del suo albero. La loro età non lasciava dubbi: facevano parte del gruppo dei novelli.
"Odio questa prova. È stupida ed insensata. Se siamo dei carnivori, dovremmo cibarci solo di animali", iniziò a lamentarsi il più alto di loro.
"Dai, non è la fine del mondo. Dobbiamo trovare un modo per capire quali sono velenose e quali no", suggerì l'unica ragazza presente.
"Perfetto, allora chi si propone come cavia?" chiese lo spilungone.
Eileen scosse la testa: non credeva alle proprie orecchie. Non avrebbero fatto niente di così stupido, vero?
"Harry, tu sei il migliore di tutti noi. Hai un istinto infallibile, sono sicura che riuscirai a distinguere quale di queste sono velenose", disse la ragazza incoraggiando il più muscoloso tra tutti.
"Va bene, però sappiate che mi prenderò io tutti i meriti quando andremo da Adamo", affermò tirando fuori dalla tasca alcune foglie di Martarole.
Nella mente di Eileen il disastro era già avvenuto: senza pensarci due volte, saltò dall'albero atterrando sulle gambe.
Ah! Gridò internamente: era probabile che si fosse slogata una caviglia.
Cercò di rialzarsi il più rapidamente possibile, purtroppo, però, non fu abbastanza veloce.
Il ragazzo muscoloso aveva già buttato giù le foglie di Martarole, sotto gli occhi dei suoi compagni. Erano così presi dal momento che non si erano accorti dell'arrivo di Eileen.
Quando la loro attenzione finalmente si focalizzò sulla nuova arrivata, il ragazzo che aveva ingerito la pianta, crollò a terra, a peso morto.
Eileen si precipitò immediatamente al fianco del corpo privo di sensi. Controllò i batti cardiaci. Erano deboli. Doveva agire subito.
"Oddio! Cosa gli è successo? È morto?!", gridò la ragazza coprendosi la bocca.
"Chi è lei? Un dottore?" chiese lo spilungone.
Eileen cercò di non farsi distrarre dalle voci intorno a lei. Doveva ricordare la procedura, senza dimenticare nessun passaggio. Peccato che tutte le sue nozioni fossero essenzialmente teoriche. Aveva sempre osservato Bentlam agire, ma non lo aveva mai fatto in prima persona.
L'esitazione era il suo punto debole, ne era cosciente. Non poteva esserlo ora.
Doveva agire.
Isolandosi totalmente, si tolse la sciarpa e la legò stretta intorno ad entrambe le gambe del corpo. Se non avesse agito subito, sarebbe rimasto paralizzato a vita.
Uscì il coltello dallo stivale destro e tagliò la stoffa dei pantaloni per avere accesso alla pelle. Ora doveva incidere dei piccoli tagli su entrambe le gambe e succhiare il veleno con la bocca.
"Dobbiamo chiamare qualcuno! Lei è la ragazza che è stata allontanata dal Foro, potrebbe ucciderlo, avete visto come ha ridotto Gun", affermò la ragazza sull'orlo delle lacrime.
"Vado a cercare qualcuno", rispose lo spilungone, allontanandosi.
Eileen iniziò a succhiare il veleno dai tagli e a sputarlo ripetutamente nell'erba. Ti prego, svegliati, svegliati.
La ragazza si accovacciò vicino al viso del ragazzo muscoloso e iniziò a piangere.
"Cosa gli stai facendo?! Se lo uccidi, dovrai pagarne le conseguenze!"
Eileen continuò il suo compito, senza indugiare. Era troppo concentrata per reagire alle minacce ricevute.
Il corpo privo di sensi iniziò a muoversi, gli occhi si riaprirono.
"Harry! Oddio, Harry!", la ragazza strinse al petto il viso del ragazzo, ancora disorientato.
Eileen sospirò, stanca come se avesse corso una maratona. La tensione e l'adrenalina le scorrevano nelle vene. Prima di rialzarsi, si assicurò subito che il battito cardiaco fosse regolare e poi applicò alle ferite delle foglie di Cusca per farle cicatrizzare. Per fortuna che portava sempre con sé la sua piccola tracolla.
Si asciugò velocemente le labbra macchiate di sangue e si allontanò di corsa dalla coppia.
Qualche ora dopo
Addentrarsi ancora di più nella foresta, era stata una pessima idea. Soprattutto con una caviglia slogata.
Presa dall'ansia era corsa via, come una codarda. Il ragazzo muscoloso si era ripreso, ma Eileen aveva paura delle ennesime ripercussioni legate alle sue azioni. Cercare di salvarlo le era venuto così spontaneo che non ci aveva pensato due volte.
E se il branco l'avesse accusata di aver agito senza avere uno straccio di esperienza? E se gli avesse procurato ulteriori danni involontariamente?
Mille altre domande le affollavano la mente, mentre camminava sotto la pioggia e il vento gelido le faceva rizzare i peli. L'adrenalina era quasi esaurita, sostituita da una forte emicrania. La caviglia non le dava pace.
Zoppicando si mise alla ricerca di un rifugio dalla tempesta in arrivo, ma nei paraggi c'erano solo alberi.
Per fortuna, poco più in là, scorse una piccola grotta. Una volta all'interno, si sedette a terra. Aveva i capelli e i vestiti zuppi, i denti battevano ininterrottamente: il freddo era penetrato fino alle ossa.
Ripensò alla sua sciarpa verde che aveva abbandonato, alla sua morbidezza, al suo calore. Probabilmente stava impazzendo.
Chiuse gli occhi e provò a controllare i brividi. Invano.
Pensa al calore della sciarpa verde. Pensa a qualcosa di positivo. Pensa agli occhi gialli del tuo lupo.
Il ricordo sembrò scaldarla. Era letteralmente impazzita.
Ad un tratto, percepì una fonte di calore nelle vicinanze.
Era frutto della sua immaginazione?
Le allucinazioni erano frequenti nelle sue condizioni. A dirla tutta, non le dispiaceva rifugiarsi in quel calore, reale o meno, non aveva importanza.
Il primo istinto fu quello di cullarsi in quel sollievo. Non le interessava la fonte, si aggrappò al calore, alla vita.
Voleva vivere.
Però era così difficile vivere. Aveva esaurito le forze.
Buio totale.
Spero vi stia piacendo, fatemi sapere!
Helen
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Senza voce
WerewolfEileen ha perso la voce e la capacità di trasformarsi. Sente di non aver nulla da offrire al proprio branco. L'incontro inaspettato con un lupo randagio cambierà totalmente la sua esistenza e la porterà ad addentarsi nei più oscuri ricordi del suo p...