L'incontro

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Una volta che il dolore si attenuò, Eileen ringraziò i due ragazzi con un sorriso e iniziò a camminare autonomamente.

Era estremamente preoccupata per Mala. 

Cosa le avrebbero fatto? Che punizione le avrebbero inferto? Doveva aiutarla in qualche modo, testimoniando a suo favore. Come avrebbe fatto a comunicare la sua versione dei fatti?

Maledetta voce!

Il nervosismo acuì il dolore alla testa e l'ansia le mozzò il respiro. Inspirare, espirare. Si portò istintivamente le mani alla gola. Il collo solitamente circondato dalla sciarpa, era leggermente scoperto, lasciando intravedere le sue cicatrici.

Probabilmente sarà successo durante lo scontro, pensò Eileen, mentre aggiustava l'indumento intorno al collo.

Ad un tratto, sussultò, bloccandosi bruscamente.

E la collana?

Il piccolo campanello che solitamente le arrivava all'altezza dello sterno, era scomparso. Gli altri novelli la guardarono incuriositi, ma continuarono a proseguire verso il Foro.

"Ehi!" le gridò Noah invitandola a camminare con un cenno della testa. Eileen rispose a gesti, spronandolo ad andare avanti senza di lei. Gli sorrise frettolosamente e tornò indietro. Provò ad aumentare la sua andatura, ma la testa le faceva troppo male. La foresta era la sua casa, la conosceva come il palmo della sua mano. Tuttavia, mancavano poche ore al tramonto e non era per niente saggio vagare di notte.

Sicuramente avrò perso la collana durante lo scontro, rifletté nuovamente Eileen. 

Era necessario che ritornasse sul posto e l'avrebbe certamente ritrovata lì, tra l'erba. Cercò di infondersi coraggio e pensare positivo. Dosi di puro ottimismo.

Camminare contro il vento gelido e impetuoso fu più difficile del previsto. Il labbro e la testa le dolevano, ma non poteva mollare. La collana era un regalo di sua madre, doveva ritrovarla. Gli occhi iniziarono a inumidirsi, complici il vento e la stanchezza. Guardò il cielo, cercando di trattenere le lacrime.

Ce l'avrebbe fatta.

Una volta arrivata nel luogo desiderato, si diresse verso l'abete vicino al quale era stata aggredita. Poco prima, era stato testimone dell'abbraccio con la sua nuova amica.

Le cose cambiano così in fretta, rifletté tristemente.

Eileen cercò di non pensarci e si mise alla ricerca dell'oggetto perduto. Perlustrò la zona più volte, nessuna traccia della collana. La frustrazione, il dolore e l'ansia accumulati durante il giorno sgorgarono come un fiume in piena.

Voleva urlare.

Un'esigenza viscerale la portò a spalancare la bocca, ma non riuscì ad emettere nessun suono. Le lacrime continuavano a scendere silenziosamente sul viso, ricongiungendosi sotto il mento. Ormai senza forze, si sedette ai piedi dell'albero e appoggiò la testa al tronco, chiudendo momentaneamente gli occhi.

Non è la fine del mondo, troverò un'altra collana, cercava di convincersi.

Nel silenzio della foresta, un rumore attirò la sua l'attenzione, inducendola a riaprire bruscamente gli occhi.

Un lupo dal pelo lungo e nero, a qualche metro di distanza, la fissava. Gli occhi gialli erano incatenati ai suoi: non riusciva a distogliere lo sguardo.

Il suono di un campanello interruppe il contatto visivo: dal muso dell'animale spuntava la sua collana! Eileen non riusciva a muoversi, non era in grado di comunicare con i suoi muscoli. La sua mente era totalmente concentrata su quel lupo e sull'oggetto ritrovato.

Quando l'animale iniziò ad avanzare verso di lei, Eileen ricominciò a pensare razionalmente. 

L'unica via d'uscita è l'albero alle mie spalle. Non serve essere una perfetta scalatrice, ce la posso fare.
Non aveva messo in conto che i muscoli sembravano non voler rispondere ai suoi comandi.

Anche in questo caso, l'esitazione le costò cara: il lupo si avvicinò a lei fino a sfiorarle le ginocchia con il naso. Eileen non era più in grado di reggere il suo sguardo, trattenne il respiro e chiuse gli occhi, sperando di sfuggire a quella situazione. 12 anni prima, aveva sostenuto lo sguardo del suo aggressore fino alla fine. Questa volta, non ce l'avrebbe fatta.

Scampare alla morte due volte è troppo, anche per lei.

La collana le cadde sul grembo e il campanello smise di risuonare. Le mani ancorate al terreno, stringevano l'erba. Non si azzardò a riaprire gli occhi, percepiva il fiato del lupo a pochi centimetri dal suo viso. Il pelo morbido le solleticava le ginocchia. Ferma come una statua, con il cuore in gola, aspettava che si allontanasse.

O la azzannasse.

I secondi passavano e il lupo non sembrava intenzionato a spostarsi. D'un tratto, qualcosa di caldo e umido toccò il suo viso.

Il lupo la stava leccando.

Eileen lo realizzò qualche secondo dopo, incredula. L'animale continuò ad esplorare minuziosamente ogni angolo della sua faccia, indugiando sulla scia lasciata dalle lacrime fino alla ferita sul labbro. Di colpo, trasalì per il dolore e il lupo interruppe bruscamente la sua esplorazione.

Dopo qualche secondo, Eileen acquistò coraggio e riaprì gli occhi. 

Il lupo era scomparso. 

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