Quella volta in aereo.
La nostra storia inizia con un ragazzo di diciassette anni chiamato Min Yoongi, aggrazziato e di bell'aspetto, ma senza le capacità per utilizzare queste sue due qualità al meglio.
Erano le cinque e diciassette di mattina e Yoongi era stravaccato su uno scomodo sedile di metallo nella sala d'aspetto dell'aeroporto. Nelle sue cuffiette, la musica prodotta da un piano lo teneva tranquillo, mentre le sue dita, lunghe e callose per colpa di quel suo amato strumento musicale, si attorcigliavano lungo tutto il filo.
Lentamente, le sue palpebre avevano cominciato ad abbassarsi. Stava per addormentarsi, mancava veramente poco per far si che il suo corpo cadesse fra le braccia di Morfeo, quando un suono simile a un beep (o un campanello) lo fece tornare nel mondo reale. Sbadigliando, aprì gli occhi e si guardò attorno.
La sala, la quale prima era piena zeppa di persone, adesso era pressoché vuota.
"Ultima chiamata per il volo 0530 diretto a Vancouver! Per tutti i passeggeri rimanenti, è consigliato cominciare a imbarcarsi." Lo avvisò una voce robotica proveniente dagli altoparlanti.
Yoongi si alzò e si mise in fondo alla coda di passeggeri, aspettando il momento in cui sarebbe stato necessario mostrare il proprio passaporto. L'hostess, che sembrava una donna giovane, controllò i documenti del ragazzo, annuendo alla fine.
"Vi auguro un buon volo." Esclamò lei, mantenendo il contatto visivo per solo un istante.
Il ragazzo tossì, annuendo, e alzò le spalle tutto nello stesso momento.
"La ringrazio."
C'erano molte cose che spaventavano Yoongi: I fuochi d'artificio, le vespe, l'acqua troppo profonda, le persone, lo scorrere del tempo, ma fortunatamente volare in aereo non era nella lista. Era seduto al suo posto, nelle orecchie Moonlight di Beethoven stava cominciando e subito il suo umore migliorò considerevolmente.
Quando Yoongi chiuse nuovamente gli occhi sapeva di avere molte ore davanti a sè per riposare, quindi un sorriso gli spuntò sulle labbra.
"Mi scusi, è seduto al mio posto." Una voce lo disturbò, per la seconda volta in quella giornata, dal suo atteso pisolino. Questa volta era meno metallica.
Aprì gli occhi e mise in pausa la musica, preparandosi mentalmente a una possibile litigata, poi la vide. La sua sagoma, dopo essersi appena svegliato, si trovava esattamente davanti alla luce. Un angelo. In piedi davanti a lui, la ragazza incrociò le braccia al petto, la bocca serrata. Nella mano sinistra, stretto in una salda presa, vi era il biglietto con sopra scritto il suo nome, Jang Eunmi.
Yoongi scosse la testa.
"In realtà, questo è il mio posto. Fila D posto quattro."
"E io sarei in fila D posto tre, ma tu, in questo momento, ci sei seduto sopra."
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𝘿𝙀́𝙅𝘼̀ 𝙑𝙐 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱ (Traduzione Italiana) ✓
Fanfic[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] "È stato come se dopo la prima volta in cui ci siamo incontrati, improvvisamente, tutte le canzoni d'amore mi ricordavano te..." I loro sguardi si incrociarono sette volte per colpa del fato, mentre l'ottava, per loro scelta. Yoon...