Ventisei.

413 20 9
                                    

Alla fine di quella giornata Hermione e Ron avevano rotto,non senza urla e incantesimi volanti a destra e sinistra. Ma alla fine c'era stato un chiarimento,ed entrambi si erano salutati con un grande abbraccio.
Adesso Hermione aveva mandato un gufo a Draco,sperando in una sua risposta, che non arrivò.
Dopo cena,mentre Hermione aiutava sua madre a sistemare la cucina,sentì suonare il campanello.
Andò ad aprire,con il cuore in gola,sperando fosse Draco, o almeno la sua lettera.
Niente di niente,era semplicemente la vicina che aveva bisogno di una babysitter per la figlia di otto anni.
E la babysitter era Hermione.

Le piaceva quella ragazzina di otto anni,curiosa com'era,le ricordava molto la Hermione di dieci anni prima.
Quella che adesso non c'era più.
Che non c'era più per tanti motivi. Per aver dovuto aiutare Harry a salvare il mondo; per aver subito atti di bullismo per il suo essere nata babbana; per la sua storia con Draco,che adesso era finita.
Dopo aver passato tutta la sera con Emily,così si chiamava la bambina,Hermione andò a dormire,necessitando di una dormita prima di una lunga giornata di lavoro,la prima.
Ma il suo sonno fu disturbato da incubi,in cui vedeva Draco.
Draco che la lasciava,che se ne andava,che era spinto via da qualcosa più forte di lui; e lei che cercava di afferrare la sua mano e di abbracciarlo,ma non ci riusciva.

Si svegliò alle quattro con il sudore che le colava dalla fronte.
Respirò profondamente,alzandosi e andando a lavarsi la faccia. Si stropicciò gli occhi,guardando le condizioni pietose in cui si trovava.
Aveva le occhiaie che le circondavano gli occhi e i capelli erano un disastro; il colorito già chiaro della sua pelle era ancora più chiaro a causa del poco sonno avuto in quei giorni. Sembrava un cadavere.
Sospirò,spegnendo la luce e tornando in camera.
Per poco non urlò.
Sul suo letto,seduto comodo,c'era Draco.
Il battito di Hermione,accelerato per colpa dello spavento,adesso lo era per la presenza di quel ragazzo davanti a sé.
Corse verso di lui,ma come lo abbracciò,sparì.

Si svegliò. Erano le sei. Era anche quello un sogno.
Qualcosa le diceva che non lo avrebbe mai più visto. Che se ne era andato,che forse non la voleva più vedere,che magari aveva trovato un'altra.
Le venne da piangere all'idea. E la colpa era sua. Perché se lei non lo avesse trattato così,quando aveva scoperto del piano malefico di Voldemort di fargli uccidere Silente, avrebbero affrontato tutto insieme. Adesso sarebbero felici insieme.
E invece no,lei aveva voluto costruirsi un muro di orgoglio e frapporlo tra di loro.
Aveva voluto fare finta che niente fosse successo,che la loro storia era stata soltanto un sogno.
Che lei non lo aveva mai amato.
Perché era orgogliosa.
Ma lo amava. Poteva fare finta quanto voleva con gli altri,ma a sé stessa non poteva mentire,mai.

Si alzò dal letto,ormai incapace di chiudere occhio.
Andò a farsi una doccia veloce per svegliarsi e scrollarsi di dosso i ricordi di quel bruttissimo sogno.
Una volta finita la doccia si vestì,andando poi a fare colazione,nonostante non avesse fame. Mangiò per forza e le venne la nausea. Aveva mangiato perché doveva mangiare,non poteva passare tutta la mattina di lavoro senza niente nello stomaco,si sarebbe sentita male di certo.
Non vi diede tanto peso e un'ora dopo si trovò a entrare nel grande ufficio,il suo nuovo posto di lavoro.
Una ragazza dai capelli neri le andò incontro con un enorme sorriso e si presentò come la sua tutor. Si chiamava Sarah.
Le fece fare un giro turistico dell'ufficio,spiegandole quale lavoro doveva fare e dicendole che se avesse avuto bisogno di qualcosa doveva semplicemente chiedere.
«E questo» si fermò davanti ad una grande scrivania vuota «è il tuo posto. Come vedi c'è un altro posto vacante,dovrebbe arrivare oggi un altro nuovo ragazzo. Mettiti comoda,passo tra poco a portarti dei fogli» disse infine Sarah,sorridendo e lasciando Hermione sola.

Sentiva che si sarebbe trovata bene. Aveva già conosciuto tutti i suoi colleghi,che si erano dimostrati disponibili ed estremamente gentili nei suoi confronti,anche se si era guadagnata un paio di occhiatacce da una ragazza seduta due scrivanie accanto alla sua.
Sistemò la sua borsa,tirando fuori il pranzo e infilandolo in un cassetto,per poi mettere una bottiglietta d'acqua sulla scrivania.
Sarah arrivò cinque minuti dopo,portando in mano una pila enorme di fogli e scartoffie da rivedere.
Ad Hermione mancò il fiato.
Dietro di lei,in tutta la sua magnificenza,c'era Draco. Quello vero.
Hermione si morse la lingua per essere sicura di essere sveglia,mentre fissava gli occhi in quelli color ghiaccio di Draco.
Sarah lo fece accomodare alla scrivania accanto a quella di Hermione,lasciandolo poi solo come aveva fatto con Hermione.

«Ciao Herm» disse Draco a bassa voce.
«Ciao Herm? Ciao Herm?! Sul serio Draco?! Ti ho mandato un gufo ieri sera in cui ti ho spiegato tutto ciò che è successo e tu te ne esci con "ciao Herm"?! E per giunta dopo essere sparito per una settimana. Vogliamo tornare a quando mi hai tenuto nascosto tutto quanto il tuo piano o vogliamo cercare di essere sinceri l'uno con l'altro e di dirci tutto?!» sbottò la ragazza,trattenendosi dal tirargli tutti i fogli addosso.
Draco era tanto intelligente quanto stupido,a volte. Era sicurissima che avesse letto la lettera: si comportava in modo strano,era palesemente a disagio e cercava di evitare il contatto visivo con lei.
«Hermione ho avuto da fare. Mia madre non sta bene e sono dovuto tornare al Manor. Possiamo parlarne in un altro posto?» domandò poi con un tono molto calmo.
Hermione si volle rimangiare tutto ciò che aveva detto. Narcissa era sempre stata dalla loro parte,questo Draco lo aveva sempre detto.
Quella donna avrebbe dato di tutto pur di proteggere il figlio e di fargli avere una vita minimamente degna.

Si alzò andando fuori dall'ufficio e nella zona caffè,inserendo dei soldi nella macchinetta,seguita da Draco.
«Mamma non si è sentita bene,è per questo che non ti ho scritto né mi sono fatto vivo. Mio padre è stato processato ma non ha ricevuto alcuna condanna perché mia madre durante la battaglia di Hogwarts ha mentito a Voldemort sulla morte di Harry. E adesso è esausta. Non credevo si potesse morire di dolore fino a che non ho visto lei avere un crollo fisico» disse Draco tutto d'un fiato,sottovoce,sotto gli occhi attenti e vigili di Hermione.
La ragazza rimase interdetta e l'unica cosa che fece fu gettare le braccia al collo del ragazzo come faceva un tempo.
In quell'abbraccio fatto di tempo,di lacrime e di dolore,i loro cuori ripresero lentamente a battere all'unisono,come strumenti perfettamente accordati in una sinfonia d'amore.

*spazio autrice*
Ciao a tutti!
Come state?
Intanto mi volevo scusare per l'enorme,incredibile ritardo nella pubblicazione di questo capitolo,ma sono stata molto impegnata. Sapete che pubblico non appena posso,quando ho un momento libero; ma non mi sentivo nemmeno ispirata e pubblicare per forza e perché dovevo non mi sembrava giusto né nei confronti di voi lettori/lettrici né nei confronti di una storia in cui ho sempre creduto e credo tutt'ora.
Spero possiate perdonarmi.
Vi voglio davvero tanto bene,i vostri commenti mi fanno sorridere sempre.
Un bacione❤️
-Carli

Haunted ||DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora