19. Non è AMORE

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Entrai in casa ed ero in ritardo.
Lui mi aspettava sul divano e il suo sguardo mi penetrava voracemente, mi inquietava. Si alzò velocemente e mi si avvicinò, lo stomaco si strinse e l'ansia mi pervase. "Dove cazzo sei stata?!" Mi domandò infuriato "a lavoro" risposi con voce flebile, guardando per terra, i suoi occhi mi spaventavano profondamente. Cominciò ad insinuare ad un mio tradimento, e come sempre, negai. Non c'era mai stato nessun tradimento.
Il primo schiaffo volò "dimmi la verità!" Urlò, io pangevo, non riuscivo a parlare "puttana che non sei altro" chiuse la porta e mi spinse in cucina, proprio sul mobile, contro il quale andò a sbattere la mia schiena. Con una mano mi bloccava i polsi e con l'altra frugrava tra i cassetti, "vorrà segnarmi di nuovo" pensai, ma andò ben oltre. Cominciò ad incidermi, "per farmi sua", così diceva. Ma i tagli erano sempre più profondi e ormai erano arrivati alle vene.
Piano piano stavo perdendo le forze.
Non lottavo più.
Mi chiedeva insistentemente scusa. Come se potesse riportarmi in vita

all this reminds me of youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora