capitolo otto

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Il tempo scorre inesorabile, abbiamo fatto il nostro secondo disco, il secondo tour e tutto procede a gonfie vele.
-di gia?-chiede Perrie entusiasta ed incredula al fatto che dobbiamo lavorare ad un terzo album, ed è normale che sia così, sembra ieri che tutto è iniziato.
La relazione con Leigh?
È in fase calante: se prima mi sembrava di poter volte sempre più in alto adesso mi sembra di star perdendo quota: la mia ragazza è qui fisicamente, la vedo, la sento, ma emotivamente è da tutt'altra parte. La sento lontana da me anni-luce e non so come parla tornare qui, ho provato a parlarle ma continua a tenere tutto per se.
-"magari è solo un periodo"-dico tra me e me andando verso il salotto. Mi stendo di peso sul divano e gioco col telefono-"Jade?"- la voce ed il fatto che Leigh-Anne mi chiami per nome provoca in me una sensazione strana. Dal momento che non lo fa mai ho paura. Tanta.
Con il cuore a mille poso il telefono sul tavolino- puoi... disturbo?- mi chiede dopo che l'ho guardata, è molto seria. La situazione non promette nulla di buono, infatti non dico nulla perché la mia mente inizia a farsi mille domande. Mi limito ad alzarmi e a togliere la gambe dal divano per lasciarle spazio, si siede-"non so cosa mi succede, mi sento strana e ho mille domande nella testa. Non voglio preoccupare anche te"- il suo sguardo è spento, come ormai da giorni, il mio cuore perde un battito mentre quelli occhi mi guardano.
Prende le mie mani, le stringe nelle sue-"f-forse è meglio che prendiamo una pausa-la sua voce trema, quello che resta del mio cuore anche, trattengo le lacrime e annuisco.

Sento come il mondo crollarmi addosso, mi stendo di nuovo sul divano e l'unica cosa che riesco a fare è chiamare Jesy-"mi ha chiesto una pausa"- sono le uniche parole che riesco a pronunciare.
Dopo averlo fatto inizio a piangere, spengo la chiamata e poco dopo Jesy mi raggiunge-"piccola mia"-mi abbraccia forte-"non fare così"-mi asciuga le lacrime con un movimento del pollice-"Non siete voi due il problema, vi amate. È lei che ha bisogno di staccare, da tutto. Tornerà presto da te, tornerete presto. Ne sono sicura"-afferma mentre guardo il suo tatuaggio con scritto "once upon a time".
"Non iniziare ora, so che è difficile ma togli il pessimismo, non abbatterti"-mi stringe a se, mi sfogo piangendo sulla sua spalla per tutta la serata.

Ogni cosa che sento, faccio o guardo mi fa pensare a lei, il mio cuore è fragile, la mia mente anche.
Con mille domande ed insicurezze mi dirigo nel
mio posto sicuro, lo studio registrazione.
Con un gran sospiro appoggio il telefono sul davanzale della vetrata esterna, entro nella stanza dove c'è il microfono ed, anche se è spento, inizio a cantare.
Tutti i momenti passati con Leigh-Anne, questi due anni insieme, scorrono davanti i miei occhi mentre penso a quanto vorrei che fosse qui, che vorrei stringerla forte a me ed urlare a lei ed al mondo che la amo da morire, le parole escono da sole- "I wish that it could be like that. Why can't it be like that?
Cause I'm yours".
Questa stanza mi fa sentire al sicuro quindi, non so per quanto, ma continuo a cantare.
L'unica cosa di cui sono certa è che sto mettendo me stessa in quella canzone, sono nel mio mondo e le parole continuano ad andare, come un fiume in piena.
Sono crollata a terra, seduta con la schiena contro il muro, le mani tra i capelli, il respiro soffocato dalle lacrime ed un milione di emozioni che fuoriescono da me.
Non mi accorgo che le mie migliori amiche mi guardano con le lacrime gli occhi finché non alzo lo sguardo dopo essermi liberata da tutto ciò che provavo.
Mi accorgo che ho registrato non una ma ben due canzoni perché il cellulare, scivolando, ha acceso l'apparecchio, ma chissene frega, non io, non ora. Perrie e Jesy mi abbracciano piangendo- sei speciale, non sai quanto- mi dice la biondina continuando a piangere-"non ne usciremo mai"-le passo un fazzoletto ridacchiando e ci asciughiamo le lacrime.
Non so da dove mi esca tutta questa ironia, sento una suoneria e noto che sullo schermo del telefono mio compare un messaggio.
Una strana sensazione mi fa prendere il telefono e sbloccarlo velocemente.
Non appena leggo il nome di Leigh-Anne il cuore incomincia a battere così veloce che potrebbe tranquillamente fuoriuscirmi dal petto e nessuno direbbe nulla, leggo:
'ciao.
non so nemmeno se ho il diritto di chiamarti 'amore'    ma in questi tre giorni di lontananza mi sei mancata da morire. Non so se sto bene ma so per certo che voglio te, sempre".
In un attimo i miei occhi tornano a brillare, il mio sorriso nasce e si espande alla velocità della luce. Lo sento. È sempre stato questo l'effetto che Leigh-Anne ha avuto su di me, darmi tutta la felicità e la forza che non ho mai avuto.
Nemmeno il tempo di leggere tutto il messaggio che alla parola 'amore' già sono in macchina, sfreccio verso casa superando ogni limite di velocità possibile, scendo dall'auto lasciandola aperta e non mi importa nemmeno che sia così.
L'unica cosa che conta adesso è Leigh-Anne, entro in casa e salgo le scale, il mio istinto mi dice di farlo e, questa volta, mi fido-"puoi chiamarmi come vuoi"-annuncio irrompendo nella sua stanza, sobbalza spaventata-"soprattutto amore, quello è il 'nome' che preferisco di più"-la guardo venirmi incontro-"soprattutto se detto da te, non smettere di farlo"-i miei occhi si legano ad i suoi mentre ci avviciniamo
l'una all'altra-"Mai, ti prego"-la supplico mentre mi stringe a se con forza e dolcezza-"non me ne vado, amore mio, non più. Te lo prometto"-mi guarda mentre le accarezzo la nuca, avvicina sempre di più il  suo viso al mio, metto l'altra mano nella tasca posteriore dei suoi jeans e, l'attimo dopo le si fionda sulle mie labbra.
È un bacio con emozioni contrastanti, c'è la mia felicità nell'averla ritrovata, ma c'è anche la sua rabbia per non riuscire ad essere come vorrebbe.
La sento perché l'altra mano con cui non mi tira a se è chiusa in un pugno, tolgo la mia dalla sua tasca e si lamenta, sorrido nel bacio e le accarezzo il braccio.
Prendo metto la mano sulla sua ed il pugno si apre, così approfitto per intrecciare le nostre dita.
Il bacio prosegue con dolcezza e passione, le emozioni negative sono ormai svanite.
-"Mi sei mancata da morire"-sussurra dopo un po' sulle mie labbra-"Lo sento, amore"-la mia voce è calda mentre accenno con lo sguardo al suo braccio che è teso verso la mia testa e la sua mano stringe i miei capelli-"Non ho intenzione di andarmene da qui"-affermo guardandola, ha avuto un attimo di esitazione-"Sono ancorata a te anche se non mi stringi così"-le accarezzo la mano portandola verso il letto sul quale ci stendiamo-"sei casa, la mia, ed è qui che voglio restare sempre"-sussurro facendomi piccola contro il suo corpo e con la necessità di respirare il suo profumo, questo mi spinge a nascondere il viso nell'incavo del suo collo mentre lei mie stringe con un gran sorriso

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