Summer

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Madrid, 19 agosto
🎧Looking Up-SafetySuit

L'estate in Spagna era stata molto tranquilla. Aveva trascorso le giornate in compagnia di Edurne, la compagna di suo fratello David, suo fratello e i suoi genitori. Si era allenata, aveva cercato di riprendere il regime alimentare che in quell'ultimo periodo aveva infranto all'insaputa di Ben e da quando Ludovica l'aveva raggiunta a Madrid non c'era stato giorno in cui fosse rimasta in casa ad autocommiserarsi o sentirsi in colpa per Marc, la fine del contratto in Mercedes e l'andazzo decisamente in basso della stagione.

Solo di notte, mentre si rigirava nel letto cercando di prendere sonno e liberarsi dai cattivi pensieri, si era lasciata prendere dall'angoscia. Aveva pensato di tanto in tanto a quanto la vita fosse ingiusta e lei stupida, aveva rimuginato sulla rottura con Marc e in quei momenti la tentazione di chiamarlo e rimangiarsi tutto era stata sin troppo forte. Ogni volta però, si era ripetuta che doveva andare avanti e lasciare che il passato rimanesse tale, che lei l'aveva fatto per il loro bene e che mai, nemmeno tra mille anni, avrebbe lasciato che l'amore la distruggesse.

Marc le aveva fatto bene, era stato un balsamo per tutte le ferite aperte e sanguinanti che Liam le aveva lasciato, ma guardando la realtà dei fatti non sarebbero mai riusciti ad andare avanti. Era già difficile incastrare tutti i loro impegni e trovare uno spazio piccolissimo per loro, ma quando poi quello spazietto non sarebbe più bastato cosa avrebbero fatto? Avrebbero mai accettato, di mettere da parte il lavoro e la loro ragione di vita per una relazione fatta di pillole d'affetto?

Daphne non voleva arrivare fino a quel punto e conosceva abbastanza bene il suo ex-ragazzo per sapere che nemmeno lui l'avrebbe mai fatto. Aveva messo fine alla loro storia proprio per evitare di soffrire ancora di più. E forse, come le aveva detto Edurne, si era fasciata la testa prima di cadere ma in parte aveva già provato cosa le distrazioni facessero sulla sua carriera.

Le notti insonni per fortuna non erano tante e con un po' di determinazione era riuscita a godersi la pausa estiva, anche se a conti fatti non ne aveva un grandissimo bisogno. Adesso però era giunta al termine, il suo tempo a Madrid stava per finire e tra meno di una settimana avrebbe rivisto la squadra, la sua monoposto, Lewis, Toto e Niki. Non sarebbe stato facile, ma doveva farcela.

Lena non avrebbe permesso che rimanesse a piedi, avrebbe girato tutti gli ambienti del motorsport per trovarle un sedile per il 2019, non tutto era finito e in ogni caso, con il rancore non avrebbe di certo dimostrato di valere più di quello che anche in Mercedes pensavano. Doveva essere indifferente e professionale fino all'ultimo minuto dell'ultimo giorno.

E per rimanerlo, doveva tornare a dare il massimo.

«Non ti sei allenata fin troppo?» esordì Ludovica dalla parte opposta del giardino, con il fiatone e i capelli raccolti in una coda spettinata e mezza sfatta. Daphne la ignorò, continuando a tenere il manubrio in equilibrio sull'addome, mentre le gambe erano sospese in aria e l'unica parte con cui toccava terra era il posteriore. Faceva spesso quell'esercizio con Ben, una simulazione delle condizioni in cui le toccava stare all'interno dell'abitacolo per ore durante i weekend, e forse era il più semplice tra tutti quelli a cui si era sottoposta nelle ultime due ore.

Sentì Ludovica avvicinarsi e stendersi alla sua destra, sull'erbetta curata del giardino e sotto il sole del tardo pomeriggio. Erano le sei di domenica, i genitori di Daphne ed Edurne si erano svegliati dalla siesta da nemmeno un'ora mentre lei e Ludovica si allenavano da due, e le valigie erano ancora aperte sui loro letti in attesa di essere riempite. Il giorno successivo, infatti, le aspettava un volo per Nizza e da lì sarebbero tornate nella casa monegasca di Daphne.

«Secondo me dovresti ascoltare la tua amica, hermanita» la voce di David la raggiunse alle spalle, così improvvisamente da far sussultare Ludovica ma non abbastanza da distrarre Daphne.

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