✨𝒔𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐✨

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Poi per Cenerentola, la magia non era ancora terminata, infatti, sbigottita, si trovò ai piedi due meravigliose scarpette di cristallo, era così contenta che chiunque avrebbe detto che quella meravigliosa ragazza stava per avverare un sogno.

Era elegantissima: ora sì che sembrava una vera principessa!

Pensarono entrambe le donne all'unisono.

"Adesso puoi andare al ballo, ma ricorda una cosa molto importante"

Disse la fata con il suo sorriso allegro fiera dell'opera d'arte che aveva realizzato, continuava a saltellare assieme alla ragazza per la gioia.

"Presto, vai buona serata"

Replicò la fata e poi si ricordò di dover assolutamente dire ciò alla ragazza:
"la mia magia durerà solamente fino a mezzanotte. Al dodicesimo rintocco dell'orologio la carrozza ritornerà zucca, i cavalli saranno di nuovo topolini e i tuoi abiti stracci!"

"Grazie, grazie infinite!"

Disse la ragazza prendendo tra le sue mani quelle leggermente callose della fata madrina, voleva sdebitarsi con lei.

"Mi dica come posso sdebitarmi"

Disse lei guardandola negli occhi, la fata le sorrise dolcemente:

"Non c'è né bisogno, l'hai già fatto dandomi cibo e acqua"

Rispose la fata e la giovane la ringraziò nuovamente.

"Tranquilla e goditi il ballo"

Cenerentola si inchinò alla fatina, come per mostrare tutto il suo rispetto nei suoi confronti e poi salì sulla carrozza e partì più felice che mai verso il palazzo.

Riusciva a percepire il calore dei suoi genitori dall'alto, sapeva che in quel momento, erano entrambi fieri di lei.

La ragazza non poteva crederci, vedeva finalmente dopo moltissimo tempo le strade illuminate Seoul, erano cinque anni che non usciva di casa, sempre costretta a fare pulizie su pulizie, senza un attimo di respiro.

Era una serata particolarmente umida quella, le strade erano bagnate, e sopra la ragazza riusciva a riflettersi sopra.

Le luci calde dei lampioni, rendevano l'atmosfera molto più romantica e principesca agli occhi della ragazza; le tremavano i piedi, era super eccitata in quel momento, doveva imparare a darsi un contegno, soprattutto perché che figura avrebbe potuto fare davanti alla corte nella stabilità mentale che stava vivendo in quell'istante.

La carrozza all'interno era dorata, i sedili rossi rendevano il tutto più magico, la ragazza non era sola, poteva parlare con l'altro cocchiere, ma era troppo concentrata e contenta per accorgersi di ciò che le stava attorno.

Arrivò al palazzo reale, era immenso, il portone era aperto, essendo una festa aperta a tutti, stava scendendo dalla carrozza quando un maggiordomo, suppose lei, l'aiutò a scendere da lì e le disse le indicazioni per poter così raggiungere la sala da ballo senza dover perdersi all'interno di quella immensa casa.

Salì le scale che c'erano davanti a lei, le aprì e la musica inondò le sue orecchie: era finalmente riuscita a realizzare uno dei suoi sogni.

Finalmente fece il suo ingresso nella sala da ballo: quando apparve davanti agli invitati, scese un gran silenzio, persino l'orchestra smise di suonare, sbalordita da tale bellezza.

La ragazza cercò con lo sguardo il principe riuscendo così a persi nei suoi occhi scuri, gesto che venne ricambiato più che volentieri dal ragazzo.

𝐂𝐢𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞𝐥𝐥𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora