I genitori adottivi di Nick Parte uno

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Voce narrante.
Clara si sentiva emozionata di soddisfare la sua curiosità,  da quando Nick l'aveva chiamata per comunicargli la grande notizia , ella si era sentita emozionata, aveva sempre sperato il meglio per lui.

Dopotutto erano fratelli anche se non di sangue.

"Ecco...come..si ecco,come vi siete incontrati?" Domandò impacciata, la giovane Russel.

Leanbow abbassó lo sguardo a questa domanda, poiché egli aveva conosciuto suo figlio sotto mentite spoglie.

Rispetto ad Udonna, egli sentiva di essere molto lontano dal figlio anche se erano a cinque centimetri di distanza.

L'uomo fece un respiro profondo e riprese il controllo delle sue emozioni e si concentrò sulle domande di Clara.

Udonna, d'altro canto, non fece caso al cambio, improvviso, di umore del marito, e dedicò un sorriso alla ragazza e disse "è stato per puro caso, Clara.

Diciamo che il destino è incredibile, ci ha fatto incontrare senza che sapessimo che eravamo legati"

Clara sorrise raggiante "wow, che cosa strana e meravigliosa allo stesso tempo, e come lo avete capito?" Chiese più curiosa di prima.

Nick la guardò intensamente "grazie alla mia coperta rossa, l'ho sempre tenuta con me, e lei..." disse indicando sua madre "l'ha riconosciuta, e ha capito. Io, sinceramente, rimasi sotto shock per un po', ma alla fine ho accettato la cosa"

Leanbow ridacchiò "ricordo ancora la tua faccia, sconvolta, Nick, io e tua madre stentavamo a crederci ulteriormente; mi spiace solo di non esserci stato negli ultimi tempi" disse l'uomo chinando nuovamente lo sguardo verso  tavolo.

"In che senso?" Chiese Clara con un sopracciglio alzato.

Udonna si rivolse a lei cercando di essere il più naturale possibile, ma era difficile nascondere l'evidenza della magia in una storia che ne era piena.

"Vedi, Clara. Quando Nick mi ha conosciuto, Leanbow non era con noi.

È stato via per vent'anni, ma non per sua volontà, possiamo dire che era imprigionato da esseri malvagi.

Noi lo avevamo dato per disperso"

Clara rimase esterrefatta da queste parole, non si aspettava una rivelazione tanto tetra e triste.

"Non vorrei essere indelicata, ma è collegata al fatto che Nick fu trovato davanti alla porta di casa nostra? Per l'esattezza su quel portico" Domandò Clara facendo un cenno verso l'uscio della casa.

"Potremmo dire di sì, vedi vent'anni fa, per proteggere mio figlio lo affidai ad un nostro amico che lo portò via da quell'orrore, e così lo ha portato qui.

Purtroppo io non sapevo dove  lo aveva portato, e non potevo neppure chiederlo poiché egli fu ulteriormente imprigionato"

Clara tacque, e si disse che era meglio non porre più domande.

Era evidente che quel racconto era pieno di orrori, che i tre facevano fatica a narrare.

La giovane abbassò lo sguardo e sospirò "mi sembra una cosa, surreale, sembra un racconto che solo i power ranger potrebbero comprendere".

I tre sbarrarono gli occhi a quella affermazione, Nick non gli aveva  detto di essere un ranger, e proprio per questo guardava, confuso, i genitori.

"Cosa te lo fa pensare?" Chiese il fratello neutro, in modo da nascondere il nervosismo.

"Bhe il fatto che per vent'anni siete stati separati in modo brutale, da persone che, da come li descrivete, non sono degne di essere chiamate tali, ma mostri, sembra una cosa surreale ma non impossibile.

Power Rangers Mystic Force. Il Segreto PerdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora