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"Niente contratto?" ripete Jimin, esattamente una settimana dopo l'incontro ufficioso e incerto con il padrone di casa.

Jungkook annuisce serio, la frangia negli occhi scostata con un gesto distratto della mano mentre segue i simboli su un rotolo di pergamena sgualcita che sembra avere mille anni in più del piccolo lettore.

"Al signor Min non piacciono molto i contratti" fa sapere, arricciando la boccuccia in un vezzo pensoso.

"Che gran bugia!" esclama Taehyung, saccente come al solito. "La vera ragione è che non sopporta che qualcuno lo costringa a fare qualcosa... Ehi, no! Così cadiamo! Sta' un po' attento!" riprende poi Jimin, che lo ha gentilmente fatto scivolare con qualche ceppo, secco al punto giusto, in un secchiello per poter rimuovere la cenere dal camino.

Jimin gli rivolge un sorriso di scuse, che si straforma presto in una smorfia confusa nel momento in cui, provando a sollevare il contenitore per spostarlo, si rende conto che quello resta ben ancorato al bordo di mattoni del braciere.

"Il peso della conoscenza" borbotta piano Taehyung, facendosi piccolo e blu, e senza più guardarlo per il resto dell'operazione, che consiste per lo più nel raccogliere l'incredibile montagna di cenere su di un telo e riporre il suddetto telo fuori dalla porta che dà su Busan per disporne più tardi.

Quando Jimin rientra, il secchiello è ancora rovesciato su un lato e Taehyung è già tornato da solo nel suo solito posto, ad arruffarsi con cura le fiamme e aggiustare i nuovi pezzi di legno attorno a sé con fin troppo interesse per apparire genuino.

"Perciò, niente contratto." ribadisce di nuovo Jimin, ignorando con grazia gli strani sbalzi d'umore del demone.

Ha un certo senso. In fondo, la clientela al castello è sempre piuttosto fitta, ma si limita a richieste di incantesimi elementari, alla stregua di una vendita all'ingrosso di magia.

E, d'altra parte, questi sono tempi incerti e difficili. Chi mai potrebbe affidare i propri affari ad un demone con solo la parola di quest'ultimo come garanzia?

A parte te, suggerisce una vocina che Jimin scaccia con uno scrollo di testa.

Non che il mago stia comunque abbastanza a lungo al castello da incontrare effettivamente qualcuno sufficientemente disperato da richiederlo, un contratto.

Jimin lo sente scendere le scale la mattina, il passo veloce e leggero, quando il sole è ancora ben nascosto dietro l'orizzonte, e tornare a casa a notte fonda, mentre lui è già al sicuro nel suo rifugio di coperte nel sottoscala e la candela-senza-fine, che Jungkook gli ha prestato e che Jimin usa per leggere, spenta già da ore.

Jimin trova quel via vai ad ore improbabili stranamente rassicurante, ma anche sintomo di qualcosa di molto vicino al turbamento.

Quelle poche volte, poi, in cui il mago passa del tempo nella sua casa, lo fa chiudendosi nella sua stanza al piano di sopra per uscirne assai di rado nel corso della giornata. Principalmente per mangiare qualche avanzo in dispensa o per bisticciare su questo o quello con Taehyung.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 06, 2022 ⏰

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