7. La doccia

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Minho era stato felice quel giorno, quando finalmente era riuscito ad avvicinarsi a Jisung. Avevano avuto dei contatti, seppur brevi. In quei giorni però, non era riuscito ad avvicinarsi all'altro, questo perché Chan era sempre pronto a mettersi in mezzo. Gli era d'intralcio, ma visto che era amico del ragazzo a cui era interessato, non poteva farci niente. Forse aveva intuito qualcosa, perché non faceva che stargli il più possibile vicino, con la scusa di aiutarlo con i pesi o con la giusta postura durante un esercizio. Poi però, li sentì parlare, Jisung stava dicendo all'amico che doveva finire prima perché doveva assolutamente andare da una parte. Era palesemente una scusa, questo lo sapeva perché lui finiva sempre prima di Jisung, quindi era probabilmente una scusa per sbarazzarsi di Chan e stare un po' con lui, o almeno lo sperava. Perché non dire direttamente a Chan di farsi da parte se non lo voleva intorno? Non sapeva di certo perché, ma in fondo nemmeno gli importava, voleva solo parlare con Jisung. Nello spogliatoio, colse l'occasione per provocare Jisung e visto che, doveva cambiarsi, si tolse la maglietta proprio quando l'altro ragazzo entrò nella stanza con lui. Erano soli e potevano fare quello che volevano ma, Minho decise di punire Jisung per il suo comportamento e insomma, divertirsi un po' con lui. Andò a farsi una doccia, con un ghigno sul volto. Jisung entrò nella doccia affianco alla sua poco dopo e non sapeva spiegarsi il perché, ma solo il pensiero di averlo al suo fianco, divisi da nemmeno un muro, lo eccitava e gli procurava dei piccoli brividi di piacere, sperava fosse così anche per Minho.  Intanto Minho aveva fatto apposta a metterci più tempo, uscì poco prima di Jisung. Di solito non ci metteva tanto a farsi la doccia, ma quel giorno doveva metterci di più, in modo da trovarsi il ragazzo direttamente davanti e provocarlo maggiormente. Minho, che aveva solo un asciugamano addosso, appena vide Jisung uscire dalla doccia, iniziò ad asciugarsi. Si vesti con calma, prendendosi il suo tempo. Poi prese il borsone che aveva poggiato sulla panchina prima del suo turno. Lo guardò brevemente prima di uscire dalla stanza, con uno sguardo che faceva intendere molte cose. Non fece nient'altro, ma fu soddisfatto. Un sorriso gli spuntò sul volto mentre usciva. Rimase poggiato sulla porta appena chiusa, il borsone in mano e il sorriso ancora sul volto. Sapeva che il ragazzo nello spogliatoio non sarebbe uscito tanto presto. Han Jisung non gli aveva staccato gli occhi di dosso, lui se n'era accorto e la cosa gli piaceva terribilmente, più di quanto dovesse. Voleva scolpirsi nella mente di Jisung il più possibile e forse ci stava riuscendo.

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