New York – In un luogo sconosciuto
Le mani gli tremavano, così tanto che a stento riusciva a tenere fermo il bicchiere mezzo rotto da cui bere un po' d'acqua.
Ma non bisognava sprecarne nemmeno una goccia e Mick voleva che anche quella ragazzina, dalla pelle scura e levigata come l'ebano, ne avesse un po'.
Non era certo da quanto tempo si trovasse in quel posto, non sapeva neanche che luogo fosse, a stento ricordava cosa fosse successo. L'ultima cosa che rammentava era una macchina nera, un uomo sconosciuto e poi il buio.
Ed era buio anche adesso, in quei pochi metri quadri dove si trovavano non si vedeva quasi nulla. Percepiva solo il freddo del pavimento sul quale era rannicchiato, e le sbarre dietro la schiena che impedivano di scappare.
Una gabbia, era rinchiuso insieme a quella ragazzina sconosciuta in una cazzo di fottutissima gabbia e senza nemmeno più l'ombra di un vestito addosso.
Ogni tanto arrivava un po' di luce, quando uno di quegli uomini che li tenevano prigionieri portava loro da bere e qualche pezzo di pane da mangiare.
Mick ogni volta che li sentiva arrivare chiudeva gli occhi. Gli bastava la sensazione di nausea e terrore che provava solo ad ascoltare le voci parlare in quella lingua che non capiva, una di quelle strane europee, russo forse o di chissà quale altra nazione.
Passò lentamente il bicchiere alla ragazzina. Erano talmente impauriti che neanche osavano parlare, non sapeva nemmeno come lei si chiamasse. Ma del resto che importanza avrebbe avuto saperlo adesso?
Nessuna.
Mick sperava solo che quell'incubo finisse presto, perché aveva paura di rimanere chiuso in una putrida gabbia fino ad arrivare a dimenticare persino il suo stesso nome.
New York – Broadway - Tiemann Pi
Kevin aprì lentamente gli occhi, stiracchiando i muscoli per quel che poteva.
Ogni mattina al risveglio era così, si ritrovava in qualche modo imprigionato da braccia o gambe muscolose. Jason riusciva a prendere quasi tutto lo spazio del letto, che pure era un King Size, o più che altro sembrava avesse sempre bisogno di sentire la sua presenza. Da quando aveva scoperto e compreso il suo ruolo, Jason era diventato ancor più protettivo nei suoi confronti.
Sì, lui era il custode del dragone, il Protettore che il destino gli aveva assegnato, ma Kevin era del tutto in grado di difendersi anche da solo.
A essere onesti, il vero guerriero era più che altro lo spirito dell'Arciere Yi che dimorava in lui, senza il quale avrebbe potuto fare ben poco. Per quel motivo aveva voluto iniziare ad allenare il fisico e imparare quelle antiche arti marziali che il guerriero ben conosceva, ma che in sua assenza Kevin non avrebbe mai saputo replicare con la stessa agilità e forza.
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La Vendetta del Drago - Sangue Divino II
FantasySaga selezionata dal Salone del Libro di Torino 2023 Secondo libro della serie "Sangue Divino". Jason e Kevin sono una coppia affiatata, ma oltre l'amore li unisce un vincolo che ha le sue radici nell'antica Cina e in un legame avvenuto 1800 anni pr...