Capitolo 6

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"No, no..."-tento di dire.

Papà si mette una mano in tasca e da essa estrae un piccolo cortellino svizzero.

"Aspetta..."

"Fai l'uomo!"-grida.

Mi prende per il collo e con un piede mi blocca, faccia a terra.

Il mio respiro è così affannoso ed il battito del mio cuore è così veloce, che temo possa morire. Spero di poter morire.

Mi trattengo dal gridare quando la lama mi penetra la carne, perché so che finché non smetterò di dimostrare la mia debolezza, lui continuerà.
Pensa a qualcos'altro, Andrew.
Pensa a qualcos'altro.

La mia ragazza. Melody.

La ragione per cui Russel vuole vedermi morto.

Digrigno i denti ed emetto un ringhio basso.

Mi libero dalla pressione del piede di mio padre, ma in realtà è lui che me l'ha permesso.

Mi alzo frettolosamente e di conseguenza la testa prende a girarmi violentemente.

Mi prendo un attimo per tornare a mettere a fuoco la stanza che mi circonda.

Alzo lo sguardo e vedo che lui sta sorridendo.
Sta sorridendo.

"Perché mi fai questo?!"-urlo.

Vado verso di lui, ma lui mi con un calcio sulle gambe, mi fa cadere a terra rovinosamente.

"Allora non hai ancora capito?"
Oh, cazzo. Perché diavolo non sto zitto?

"Bene"-dice "beh, ovviamente bene per me, non per te, se vogliamo vedere la situazione da questo punto di vista."

Lascia cadere in tasca il cortellino svizzero.

Guarda l'ora.

"È arrivata l'ora di fumarsi una sigaretta, Andrew"-annuncia "ne vuoi una?"

Prende una sigaretta dal pacchetto che porta in una delle tasche, insieme ad un accendino.

La accende.

La porta alle labbra e fa un lungo tiro.

Il tutto senza staccarmi gli occhi di dosso.

Giocherella con la fiamma dell'accendino. La fa apparire e scomparire.

Alterna lo sguardo da me ad essa.

Si avvicina con la sigaretta in bocca.

Lascia andare il fumo, il quale si propaga nell'aria.

Mi trattengo dal tossire.

"Vuoi provare?"-fa un cenno alla sigaretta con le sopracciglia.

Non rispondo, perché so che allude a qualcosa di più orribile.

"Sì?"

Ingoio.

"Va bene, ma non me la finire tutta"-dice ridendo, poi si fa serio in una frazione di secondo.

Un attimo prima sta scherzando, e l'attimo dopo mi preme la sigaretta accesa sulla pelle dell'avambraccio.

Urlo.

"Ti è piaciuta? Ti dà una sensazione...rasserenante, oserei dire"-ride brevemente e con classe "ma non farti prendere il vizio: un figlio drogato è una faccenda complicata da gestire."

Si volta ed esce dalla stanza, mantenendo la sua classica compostezza.

Andrew- a Pain is peace novellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora