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 "Si innamorarono?" chiede l'uomo seduto accanto ad Harry.

Il riccio chiude il libro che tiene in mano ed annuisce. "Si, si innamorarono".

"Non potevano, però, mi ricordo che-" si ferma. Harry non distoglie lo sguardo dal suo mentre la confusione gli colora gli occhi e le guance d'imbarazzo. "Era illegale" finisce il riccio per lui. "Si, lo è stata fino al 1967, per questo motivo Harry e Louis rischiavano tanto"

"Perchè Harry rischiava di più?"

"Beh, vedi. Louis veniva da una famiglia ricca, che avrebbe potuto proteggere l'immagine del figlio in qualsiasi modo. In più, Louis avrebbe dovuto sposare una ragazza scelta dai suoi genitori, sarebbe bastato il matrimonio per zittire le accuse"

"E Harry?"

"Harry era un ragazzo semplice, con pochi soldi e un solo genitore. Viveva in una cittadina di pescatori e non aveva modo di proteggersi da una legge ingiusta, Louis lo sapeva bene e infatti, era sempre lui quello che faceva di tutto per nascondere ciò che avevano"

L'uomo anziano accanto lui, rimane in silenzio. "Come passarono l'estate?"

"Beh, ci sono fin troppe cose da raccontare al riguardo"

Gli prende la mano e la stringe, facendo balzare in gola il cuore di Harry come tutte le altre volte. L'effetto che ha su di lui non è mai cambiato in tutti quegli anni. "Voglio saperlo, però, per favore?"

Harry vorrebbe chinarsi in avanti e baciarlo. Ma sa che non può. Non può più essere spontaneo come una volta. Per due ragioni: uno, la sua schiena è letteralmente a pezzi e, due, l'uomo accanto a lui non sa più chi è.

"Beh, passarono sicuramente un'estate meravigliosa...



Harry e Louis si innamorarono in fretta. Fu facile per quest'ultimo cedere al fascino di Harry Styles. Il suo ragazzo probabilmente neanche si rendeva conto dell'effetto che aveva su di lui. In effetti, non era molti i momenti in cui potevano concedersi dell'intimità, considerando che Louis non poteva semplicemente spingere Harry contro un muro e baciarlo. Bastavano gli sguardi e i tocchi malcelati agli occhi degli altri.

Arrivavano le notti, però. E Dio solo sa quanto Louis aspettasse con ansia di sentire la bicicletta scassata di Harry arrivare dal fondo del vialetto.

Solitamente andavano alla spiaggia, dove l'unico suono era quello del mare che copriva i loro respiri scambiati l'uno sulla bocca dell'altro. Altre volte, quando Harry non doveva lavorare durante il giorno, prendevano la macchina di Louis e andavano alle White Cliffs. Passavano le giornate scoprendosi e raccontandosi. Harry scoprì che Louis era un pilota, che sognava di volare fino all'America e visitare il mondo così. Volando da un posto all'altro. Louis, invece, imparò che si somigliavano molto di più di quanto credesse. Anche Harry era figlio dell'aristocrazia inglese. Disconosciuto, ma comunque un erede.

Le conversazioni venivano spesso interrotte dal desiderio di sentirsi più vicini l'uno all'altro, con baci scambiati quando in realtà avrebbero dovuto prendere fiato. Era quasi tutto assolutamente perfetto tra loro due. L'unico problema era che erano troppo simili e troppo diversi per andare d'accordo.

Entrambi testardi, permalosi e soprattutto con poca capacità di giungere ad un compromesso. In più, c'era da contare che Harry fosse un arrogante figlio di puttana che non sapeva mai chiedere scusa e Louis un rompicoglioni che non capiva mai quando era il momento di smetterla. Quindi, litigavano in continuazione. Ogni giorno per un motivo diverso.

Il fatto che dovessero fare tutto di nascosto peggiorava solo i litigi. Erano sempre costretti a trattenersi fino a quando non era soli. Per Harry era facile. Un "Non ora, Louis" sussurrato con un sguardo serio e l'aspettativa che Louis non si incazzasse.

Il problema era che Louis si incazzava sempre. "Arrogante figlio di puttana" gli sussurrava durante il giorno e quando poi era notte, con la luna e il mare a fare loro da sfondo, il più basso lo spingeva, lo picchiava e gli diceva che era uno stronzo. Harry, molto spesso, neanche sapeva perché. Neanche si ricordava perché stessero litigando. Il liscio era troppo bello mentre era così passionale, mentre lasciava che la rabbia gli facesse perdere il controllo.

Solitamente Harry si avvicinava e lo prendeva dalle guance, baciandolo fino a zittirlo. Altre volte, era Louis che non ne poteva più di vederlo stare zitto con la faccia da pesce lesso e lo baciava per primo. Altre ancora, era Harry ad arrabbiarsi. Era raro. Di solito, il più alto era quello calmo, quello che pretendeva di avere ragione e che quindi non si metteva neanche a discutere. Le sue scenate era spaventose quanto attraenti. Non alzava la voce. Ma il modo in cui parlava faceva sempre un certo effetto su Louis.

Forse era proprio per quello che funzionavano. Per quanto diversi fossero, rimaneva comunque il fatto che fossero pazzi l'uno dell'altro.

Ormai era normale per tutti vederli passeggiare insieme mentre Louis fumava una sigaretta. Nessuno sapeva che lo faceva solo per avere qualcosa in mano, in modo tale da zittire l'istinto che gli urlava di prendere quella di Harry.

Per tutti sembrava una semplice amicizia tra due adolescenti che sarebbe potuta durare nel tempo. Erano convinti che Louis Tomlinson, un Lord, avesse preso a cuore il ragazzo semplicemente perché disconosciuto da Lord Selley. Nessuno sapeva che quello che c'era tra di loro era tutto fuorché una semplice amicizia. A loro poteva solo andare bene così, considerando che, a parte i litigi continui, filava tutto liscio tra di loro. E che nessuno pensasse ci fosse qualcosa di illegale sotto.

Louis stava anche insegnando ad Harry a guidare. Non era esattamente un ottimo alunno, ma nessuno dei due aveva mai riso tanto quanto facevano durante le lezioni.

"Va bene, Harold, possiamo provarci ancora" disse Louis paziente.

"Non devi urlarmi contro, però" ribatté il riccio.

"Se fai quello che ti dico, vedrai che non avrò motivo di farlo"

Harry lo guardò con uno sguardo di sfida, stringendo le labbra. "Sai benissimo che faccio quello che mi dici, è questo catorcio che non funziona"

"La mia auto non è un catorcio, stronzo" Louis lo spinse sulla spalla dal sedile del passeggero "Sei tu incapace!"

Harry scosse la testa e tornò a concentrarsi sul volante e i pedali. L'auto scattò in avanti per poi frenare di colpo.

"La frizione, Harold, molla la frizione!"

"L'ho fatto!"

"No, perché altrimenti la macchina non salterebbe in questo modo" Louis sbuffò, stringendosi il ponte del naso. "Molla lentamente la frizione e abbassa il piede sull'acceleratore"

"Sto facendo esattamente quello, Louis! Ma non va, non funziona"

"Santo cielo, Harry, non lo stai facendo" gridò il liscio, girandosi verso di lui arrabbiato.

Da lì cominciarono le grida. E gli schiaffi di Louis. I "Mi picchi adesso? Così mi insegni come guidare?" e "Smettila, brutto stronzo, non mi ascolti mai!" vennero zittiti dalla bocca dell'altro.

Si staccarono solo perché il gomito di Louis fece suonare il clacson. Quest'ultimo si sistemò i capelli acconciati con il gel, spostò dietro l'orecchio i boccoli di Harry e poi gli disse: "Facciamo che guido io fino alla costa?"

Il riccio non disse nulla per un attimo e poi: "Sei bellissimo, Louis Tomlinson".

"Ruffiano." Le sue guance erano leggermente più rosse. Harry sapeva non fosse per l'intenso scambio avvenuto giusto pochi secondi prima. 

I'm always gonna hear your nameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora