Depression

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"You were the reason"

La stessa sera, sua madre gli aveva portato una spilla di Parigi, una delle tante che erano rimaste senza un proprietario. Lui se l'era rigirata tra le dita fino a pungersi, lasciando un leggero segno cremisi sulla punta del suo polpastrello. Si era sentito come un palloncino: quel piccolo buco nella sua cute aveva lasciato uscire ogni sentimento di rancore, ma anche quel microscopico granello di speranza che rimaneva. Dentro di lui c'era il vuoto, non era altro che un ammasso di ossa e carne privato di ogni idea, emozione, ambizione. Tutto era stato divorato da un'immensa voragine senza fine, spogliandolo e lasciandolo al freddo di gennaio. Il tempo non aveva più alcun significato e i giorni scorrevano senza ordine né scopo. Esisteva ma non viveva. Il destino lo aveva privato di lui e, lentamente, di ogni suo ricordo, lasciandolo in balìa di sé stesso e della sua incompletezza, senza lui al suo fianco. Di tanto in tanto osservava la spilla, sperando di riuscire a ricollocarla nel punto esatto in cui si trovava sulla sua borsa e realizzando, con sgomento, che mano a mano si stava anche dimenticando del suo volto, che tanto aveva amato.

Grief (TsukkiYama Short Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora