~Speciale immagina. Dylan O'Brien parte 3~

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Per @StelLydia.
Sono felice che tu mi abbia chiesto il continuo, almeno so che a qualcuno piace quello che scrivo nonostante non sia bravissima.
Grazie mille e buona lettura💕

Entrai nella macchina nera al posto del passeggero, mentre Jessica si mise dietro e Dylan al mio fianco.
Sul navigatore della sua moderna auto misi la via di casa mia e lui non perse tempo e partì seguendo le indicazioni che gli dava la voce femminile del navigatore.
Portai lo sguardo sui lampioni che ci passavano di fianco illuminando la strada buia e priva di vita, cosa molto insolita data l'ora. In quell'auto non mi sentivo per niente a mio agio, era troppo fredda e grande, per non parlare di Dyaln che mi lanciava strane occhiate e Jessica che non stava ferma un secondo fremendo in modo insopportabile all'idea che il suo idolo stesse per entrare in casa sua.
"Vi sono piaciute le riprese?" Chiese Dylan spezzando il silenzio che ormai si era creato in dell'enorme auto.
"Si siete stati bravissimi, soprattutto te Dylan. Come hai fatto a recitare così bene, insomma, è difficile fare Void e la differenza tra Stiles e lui è spaventosa! Sai, dovresti insegnarmi un giorno, magari in futuro potrei diventare anche io un'attrice famosa e potremmo fare un sacco di film insieme!" Esclamò entusiasta Jessica.
"Sarebbe un vero piacere per me" le rispose Dylan e io non potei fare a meno di sorridere.
Adoravo come si rivolgeva alla mia sorellina restando sempre gentile e senza sminuirla mai.
Ma questo non glielo avrei mai detto ovviamente.
"E tu Y/N? Come ti sono sembrato?" mi chiese facendo un ghigno ed incominciando a vantarsi.
Oddio, è tornato il Dylan egocentrico!
"Abbastanza bene"
Non gli diedi la soddisfazione e dentro alla mia testa non potei fare a meno di complimentarmi con lui di quanto fosse bravo.
"Sul serio? Solo 'abbastanza bene'?" Il sorriso rimase sul suo volto, ma negli occhi gli passò una scintilla di tristezza e io alzai gli occhi al cielo.
"Okay, va bene, hai recitato molto bene" sbuffai rivelandoglielo.
Lui tolse lo sguardo da me soddisfatto e il mio occhio cadde sulla figura di Jess che ci fissava con un sorrisetto pervertito. Le feci il dito medio e lei ribatté con una linguaccia e subito dopo tornò a fare l'angioletto quando si accorse che il ragazzo per cui aveva una cotta guardava la scena divertito.
Dylan fermò la macchina essendo arrivati a destinazione e scendemmo tutti.
Io e mia sorella affiancammo Dylan lasciandolo al centro camminando verso casa di mia madre. Aprì la porta e subito il ragazzo si ritrovò le due gemelline con una sua gamba ciascuno che la stringevano con le loro piccole braccia e lo fissavano con gli occhi a cuoricino.

 Aprì la porta e subito il ragazzo si ritrovò le due gemelline con una sua gamba ciascuno che la stringevano con le loro piccole braccia e lo fissavano con gli occhi a cuoricino

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"Tu sei-" iniziò una.
"-Dylan O'Brien" disse l'altra.
"Quello che-"
"-guarda sempre Jessica-"
"-nella sua-"
"-Serie tv"
Si alternarono le frasi facendolo confondere.
"Ehm... si... sono io..."
"Loro sono Jessalyn e Jessye" le presentai indicandole.
Si, lo so, mia madre ha molta fantasia per dare a tre figlie gli stessi nomi: Jessica, Jessalyn e Jessye.
E poi ci sono io.
"Piacere di conoscervi piccoline, quanti anni avete?" Chiese loro dolcemente passando una mano tra i loro capelli.
Solo una parola, ADORABILE.
"Cinque" risposero in coro.
"Davvero? Sembrate più grandi" rispose Dylan fingendosi sorpreso.
"Lo sappiamo" affermò Jessye e tutte e due sorrisero mostrando inevitabilmente il piccolo spazio che c'era tra i denti.
"Hai visto? Ci è caduto il primo dente" disse Jessalyn gonfiando il petto.
"Si, è stata tutta colpa di un nostro compagno di classe, ci ha dato un pugno in faccia ed ora siamo senza il dente davanti" raccontò sua sorella gemella.
"Davvero? E voi?" Dylan era scioccato, mentre io e Jessica sorridemmo alle gemelle fiere di loro, ormai eravamo abituate alle loro risse e poi era una cosa di famiglia.
"Gli abbiamo dato un calcio dove non batte il sole" risposero tranquille e Dylan strabuzzò gli occhi fissando spaventato le due nanette.
In quel momento arrivò nostra mamma correndo che diede un caloroso abbraccio al nostro ospite lasciandolo interdetto.
"Ciao caro, tu sei Timothy vero?"
O mio dio.
"Mamma! Lui è Dylan. D-Y-L-A-N. Cosa ci vuole a capire questo semplice nome?!" la sgridò Jessica.
"Oh, scusami!"
Dylan scosse la testa e la rassicurò.
"Non si preoccupi signora, mi succede spesso di essere chiamato Timothy, oramai sono abituato" cercò di tranquillizzarla e sembrò convincerla perché si calmò sospirando.
"Per fortuna, pensavo di aver fatto una figuraccia" ridacchiò mia madre e io dovetti trattenermi dal non sbattermi la mano sulla fronte.
Mia mamma era sempre stata così ottusa, al contrario di me e le mie sorelle che avevamo preso da nostro padre, un vero e proprio genio. Per questo io avevo sempre cercato di essere severa con le mie sorelle, nostra madre era troppo buona.
Ora, immaginatevi una Molly Weasley molto più materna, affettuosa e magra. Anzi, triplicatela.
Ecco, quella era mia madre.

"Forza, forza. Sedetevi a tavola" ci ordinò lei e mi sedetti vicino a Dylan.
"Non dire niente" borbottai al ragazzo che mi osservava con un sopracciglio alzato e un sorrisetto che ti faceva venire voglia di prendere a schiaffi.
Lui alzò le mani in aria.
"Non stavo per dire niente" si difese.
"Certo, come no" dissi sarcastica con una smorfia.
Mia mamma posò l'enorme pollo con le patate sul tavolo insieme ad altri piatti squisiti.
"Perdonami se ho cucinato poco, ma non ho avuto molto tempo..." si scusò lei imbarazzata.
"No, anzi, ha cucinato molto. Va benissimo per me, non c'è bisogno di scusarsi"
Dylan mi stava stupendo sempre di più.

Incominciammo a mangiare e naturalmente mia madre incominciò con le domande.
"Quindi caro, fai l'attore?"
"Esatto"
"Non lo sapevo"
"Non è l'unica, anche qualcun altro non mi conosceva" le rispose mandandomi un'occhiata riferendosi a me.
"Sai, Y/N sta studiando psicologia all'università con il suo ragazzo"
Lasciai cadere le posate sul piatto perdendo la pazienza.
"Basta mamma! Te l'ho già detto che ci siamo lasciati, smettila di farmi ricordare di lui!" Sbottai.
"Ma era un ragazzo così carino, che problema c'è ricordarsi di lui?"
"È come ricordare te con papà!" Urlai lasciandomi sfuggire troppo.
La sua espressione tramutò in ferita e le vennero gli occhi lucidi.
Mi alzai di scatto dalla sedia ed uscì fuori in giardino sbattendo la porta.
Sentì la voce di Jessica urlare contro la mamma.
"Ti avevo detto di non parlare di lui, non ti ricordi cosa le ha fatto?!"
Sbuffai ancora arrabbiata e mi misi sull'altalena nel giardino sul retro.
Presi una sigaretta dalla tasca del giubbotto e la accesi.
Rimasi per una buona mezz'ora lì fuori, con l'aria che mi scompigliava i capelli mentre il fumo della sigaretta saliva verso l'alto.
"Lo sai vero che fa male fumare?"
Una voce mi distrasse dai miei pensieri e mi girai di scatto.
"Lo so" dissi soltanto prima di vedere Dylan fare la stessa identica cosa che avevo fatto io qualche minuto prima.
"Ma... è un controsenso!" Esclamai.
"Lo so"
Scossi la testa e tornai ad osservare il tramonto.
"Cosa è successo con il tuo ex ragazzo?" Mi chiese spezzando il piacevole silenzio.
"Mi ha fatto soffrire psicologicamente" gli spiegai alzando le spalle.
"E se posso saperlo, cosa c'entra tuo padre?" Chiese cauto.
"Da quando ero piccola mio padre non faceva altro che insultare mia mamma facendola sentire uno schifo, così lei cadde in depressione e io dovetti cavarmela da sola perché lui non c'era mai in casa ad aiutarmi con le faccende domestiche e la mamma, era troppo occupato a tradirla" feci una risata priva di emozioni prima di continuare.
"Poi poco alla volta è riuscita guarire e riprendersi. Mi ricordo che la prima cosa che ha fatto quando è tornata se stessa è stato divorziare con papà che ha preso bene la cosa ed è sparito lasciandola da sola con quattro bambine" raccontai fissando un punto indefinito spegnendo la sigaretta che ormai era finita.
"Posso abbracciarti?"
Girai di scatto la testa sorpresa.
"Cosa?"
"Posso abbracciarti?" Ripeté con lo sguardo basso, imbarazzato.
Mi alzai in silenzio e avvolsi la sua vita con le braccia appoggiando la testa sul suo petto. Lui ricambiò la stretta mettendo una sua grossa mano sulla mia testa, che a confronto era minuscola, e la fece scendere fino alla schiena provocandomi migliaia di brividi.
"Grazie" sussurrai.
"Per cosa?" Chiese sorpreso.
"Per non aver detto 'mi dispiace' o 'ti capisco'. Odio quando le persone lo fanno" spiegai.
"Prego" rispose allora lui.
Aggrottai la fronte sentendo il suo cuore battere all'impazzata.
"Il tuo cuore batte veloce"
"Anche il tuo" si difese lui e io arrossii.
"Si, beh, sono abbracciata ad un uomo che a malapena conosco" mentii.
Cuore rallenta, mi crei soltanto problemi!
"Non perché sei abbracciata a me?"
Mi staccai da lui ridendo e gli diedi una spinta con fare giocoso.
"Egocentrico"
Anche lui si mise a ridere e rimanemmo un altro minuto a stuzzicarci a vicenda, fin quando lui tornò serio.
"Ti andrebbe di tornare dentro?" Mi chiese gentilmente con fare premuroso.
Premuroso? Lui? Lo voglio vedere così più spesso.
Io annuì dandogli ragione e lo seguii dentro casa.
Quando entrai trovai Jessica e le nanette che sparecchiavano la tavola, mentre mia madre se ne stava seduta sul divano con gli occhi chiusi e le dita posate sul ponte del naso.
"Mamma" la chiamai e lei aprì di scatto gli occhi.
Mi sedetti vicino a lei prendendole una mano tra le mie.
"Scusami"
Lei mi sorrise dolcemente scuotendo la testa.
"No, è colpa mia. Non dovevo tirare quella storia in ballo"
"Non importa, può succedere" le sorrisi anche io e lei mi abbracciò.
Quando ci staccammo mi parlò riferendosi a Dylan.
"È stato lui a convincerti?"
"Si"
Lei si alzò dal divano e andò ad abbracciare anche lui ringraziandolo.
"Grazie mille Timothy"
Cercai di non ridere e anche le mie sorelle fecero lo stesso, mentre Dylan sorrise facendo finta di niente.
E quando si staccò dall'abbraccio con l'attore, disse una cosa che fece arrossire me e Dylan e sclerare Jessica.
"Comunque, a mio parere, voi due dovreste mettervi insieme"
"Mamma!" Esclamai rossa di vergogna.
"Non abbiamo capito, in che senso? La mamma vuole che Timothy e Y/N fanno 'baci, baci'?" Chiese Jessye.
"Esattamente" rispose Jessica continuando a sclerare.
"Siii! Noi vogliamo fare le damigelle d'onore!" Disse subito Jessalyn entusiasta.
"Ma cosa...?" Dylan era scioccato.
"Mi dispiace deludervi, ma qui non ci sarà nessun matrimonio!" Esclamai cercando di zittire le gemelle che continuavano a cantare una stupida canzoncina.
"Timothy e Y/N si voglion sposar! Lei dice si, lui fa così..." gridarono in coro battendo le mani a tempo.
"O mio dio" sussurrammo all'unisono io e Dylan.

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