Un intero villaggio si inerpica per un aspro pendio montano. Perché lo fanno? Cosa attende loro sulla vetta?
Kesmiro Occidentale, Anno 1362 della Nuova Era
Odran avanzò con i gomiti fino alla sporgenza.
- Sta giù. - Gli ordinò Yaberick afferrandolo per la nodosa treccia bruna.
Tirato per i capelli, egli slittò poco più indietro, immergendo la faccia nella neve.
- Com'è che voi nani siete così alti da sdraiati? - Commentò Yaberick indispettito.
Odran era troppo impegnato a soffiare via la neve dai baffi, per rispondere a quell'insulsa provocazione.
- Che succede? - Chiese Everin appoggiandosi a lato del ciglio roccioso.
Yaberick gli lanciò un'occhiataccia. - Vuoi mettere in pericolo l'intero villaggio? Cerca di fare piano quando cammini in armatura e abbassa la voce. - Gli ordinò, volgendo lo sguardo a valle.
- Perché ci siamo fermati? - Chiese Odran desideroso di risposte.
Yaberick fece cenno ai due di avvicinarsi e di guardare oltre il crinale.
Immersa nella neve gelida, la carcassa di una grossa viverna giaceva al centro di un candido altipiano. Della sua testa cornuta non restava altro che l'orrido teschio, e non un lembo di pelle copriva l'ossatura della ali, aperta a ventaglio verso l'esterno. La gabbia toracica, spolpata di tutte le carni, lasciava ben visibile l'enorme cavità al suo interno, già riempita da un velo di neve fresca. Sulle vertebre spinose della creatura, infine, un circolo di corvi saprofagi consumava il suo macabro banchetto.
Il profilo massiccio di una grossa bestia catturò l'attenzione di Everin. Il suo violento morso strappò via un lungo brandello di carne molliccia dal dorso della carcassa, suscitando timore nei corvi, che si videro costretti ad abbandonare il proprio pasto.
Everin rimase impietrito. - Quello è... -
- Un gherfram! - Continuò Odran osservando il vorace animale.
I fiocchi di neve sospinti dal vento ne oscuravano la figura, ma la sua stazza lo rendeva inconfondibile. Era un grosso carnivoro montano, simile a un orso di caverna, ma con una bocca più larga, occhi più piccoli e artigli ricurvi decisamente più grandi. Il suo manto, folto e peloso, era nero come la notte, tranne per una gibbosità presente sulla schiena, costellata da piccole macchie di pelo bianco.
- Una grossa femmina... affamata. - Asserì pensoso Yaberick.
- Come la aggiriamo? - Chiese Everin preoccupato.
- Non possiamo aggirarla. - Rispose Odran togliendosi dalla barba i fiocchi di neve rimasti.
- Ma ci dev'essere un'altra via per raggiungere questo Nido del Rovo. - Ribatté Everin senza darsi per vinto.
- Nido del Roc. - Lo corresse Yaberick.
- Quello che è. -
Odran scosse la testa. - Conosco queste montagne, questa è l'unica via. -
Il vento cominciò a spirare con maggior vigore, coprendo il breve silenzio di quel momento.
- Yaberick, queste persone non sono ne soldati ne avventurieri... muoiono dal freddo, non puoi chiedergli tanto. -
Yaberick volse lo sguardo verso l'altopiano. - Non hanno alternativa. -
Il gherfram strappò un altro brandello di carne e si allontanò a passo svelto dalla carcassa, permettendo ai corvi di tornare a banchettare. Lasciò impresse nella neve delle larghe orme quadrate, a tratti cancellate dal batuffolo di pelo grigio posto all'estremità della sua lunga coda.
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Agator contro Leox
FantasyUna sfiziosa battaglia di scrittura tra due profili tanto vanitosi quanto sconosciuti. Siete alla soglia di una raccolta di storie Fantasy varie e casuali, che potrebbero addirittura piacervi.