capitolo 14

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Avete presente quel momento di disperazione in cui non sai se mangiare una castagna oppure sbattere la testa contro il muro e strapparti tutti i capelli? Tutto ciò ovviamente piangendo senza riuscire a smettere, come un rubinetto che perde. Oppure, ancora peggio, quando ti rendi conto di essere effettivamente disperata e cerchi, in modo egualmente disperato, a non darlo a vedere e mascherarlo, fallendo miseramente?

Sono questi i momenti in cui ripenso al perché finisco sempre in queste situazioni, fino ad ottenere la semplice risposta che è colpa mia.

Non è perché ho fatto qualcosa di sbagliato ma perché non mi pongo dei limiti. Una persona intelligente sta attenta nel salvaguardare i propri sentimenti, beh io no; semplicemente evito di pensare al fatto che una cosa a lungo andare potrebbe farmi male perché in quell'istate mi fa stare bene. Effettivamente non è proprio una brutta cosa ma poi quando le conseguenze di tale azione si verificano, finisco per mangiare castagne e nel frattempo piangere in modo isterico.

Ne sono consapevole e nonostante ciò continuo a rifarlo ancora e ancora. Dunque credo che l'unica soluzione sia accettarlo e basta, non arrendersi ma semplicemente convivere con la consapevolezza che andrà sempre così.

Forse perché fa parte del mio essere, oppure perché le cose devono andare così.

Questo ancora non lo so.


My LonelinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora