Dean Winchester - Supernatural ending

Carry on

Qualche giorno dopo la lotta contro Chuck.

- Sicuro che vada tutto bene?- chiese Sam guardando il fratello sorridergli.
Lo aveva visto così per tutto il tempo in quei giorni e il fatto che non sembrasse un sorriso forzato lo spaventava. Credeva che sarebbe scoppiato all'improvviso e voleva essere lì per lui in quel momento, così come il fratello c'era sempre stato per Sam.
Dean gli sistemò meglio la cravatta e gli diede una pacca sulla spalla, esattamente come un padre fa con un figlio, poi gli passò una mano sulla guancia e lo fissò negli occhi. Sam non si era mai sentito a suo agio con quel suo sguardo, sentiva che il fratello potesse leggergli l'anima e ciò lo metteva in soggezione.
- Va tutto bene Sammy, puoi andare adesso- gli disse dolcemente alludendo all'appuntamento con Eileen.
Si sorrisero a vicenda dopodiché moose salutò anche il cane Miracle e fece le scale. Prima di uscire totalmente dalla porta lo guardò nuovamente e, solo dopo aver ricevuto l'ennesimo cenno di assenso, lasciò il bunker.
Un tonfo e Dean rimase per la prima volta solo da quando tutto era accaduto.
Il sorriso per un attimo vacillò ma poi, sentendo il cane scodinzolare, si riprese e si abbassò per coccolarlo.
- Ehi piccolo. Vuoi giocare?- quello abbaiò e il Winchester prese la palla da terra.
Sam si era incazzato spesso negli ultimi giorni per questo motivo: c'erano giocattoli per cani, ciotole e tappetini praticamente ovunque.
- Vuoi questa eh?- disse muovendo la palla e divertendosi a vedere il cane fare come un pazzo.
- Prendila!- urlò lanciandola al muro e mancando per poco un vaso.
Miracle si lanciò all'inseguimento e, proprio mentre la palla rimbalzava dalla parete, spiccò un volo afferrandola in aria.
Dean alzò le mani soddisfatto:- Castiel, lurido figlio di puttana, vieni qui a guardare cosa riesce a fare questo cane!- disse di getto pregando come faceva sempre quando voleva parlare con il suo migliore amico. Ci fu un attimo di silenzio, il biondo non sentiva niente, nemmeno il cane che gli riportava la palla. Il sorriso piano piano si abbassò fino a scomparire. Erano state parole dette di getto, senza pensarci, senza ragionarci minimamente. È proprio vero che le parole fanno più male dei pugni. Quella frase pronunciata proprio da lui, aveva distrutto un muro che si era costretto ad innalzare. Che innalzava sempre dopo un lutto.
Chiuse le mani a pugno e strinse forte fino a sentire le corte unghie conficcarsi nella pelle.
- Castiel?- borbottò quasi supplicante, in qualche modo sperando di vederlo arrivare con indoss quel ridicolo trench, di vederlo con la sua solita aria concentrata e confusa.
Gli occhi cominciavano a bruciare.
- CASTIEL, FIGLIO DI PUTTANA, TORNA QUI!- urlò avvicinandosi alla scrivania e buttando tutti i fogli in aria.
- PERCHÉ TI SEI SACRIFICATO! PERCHÉ HAI STRETTO QUEL PATTO SENZA DIRMELO! ERAVAMO UNA FAMIGLIA E TU TE NE VAI VIA COSÌ- continuò ad urlare guardando il cielo e puntando il dito verso un punto indefinito.
- E COSA VUOL DIRE CHE MI AMI! MI AMI COME UN FRATELLO? COME UN AMICO? SEI VERAMENTE INNAMORATO DI ME E ME LO DICI PRIMA DI LASCIARMI PER SEMPRE?!- continuava ad urlare, imprecare e poi la sentì... una lacrima gli solcò la guancia e la sua rabbia svanì improvvisamente lasciando spazio ad una grande tristezza.

Si lasciò scivolare sul pavimento prendendosi il volto tra le mani. Aveva totalmente perso il controllo. Si era ripromesso di non farlo, di guardare al futuro ma era successo.
- Perché hai salvato me... non sono degno di essere salvato, non lo ero quando mi salvasti dall'Inferno, non lo ero quando mi salvasti dal Vuoto. Ho tradito Amara, ho tradito Jack, ho quasi ucciso Sam per raggiungere il mio obiettivo. Ero così accecato dalla rabbia, dal pensiero di essere pilotato da qualcun altro... che non riuscivo a pensare a nient'altro- lasciò scivolare una mano sul pavimento e guardò ancora in cielo.
- Cass, ho bisogno di te... Jack ti prego, ti prego, anzi ti supplico, portalo indietro. Portalo da me-.