Carry on pt. 6

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Dean jr. stava guardando il suo quaderno delle elementari con un'aria triste e pensierosa, un'aria che subito fece avvicinare il padre preoccupato. Sam guardò il disegno stilizzato del bambino: su un prato verde erano raffigurati una donna dai lunghi capelli corvini, un uomo molto alto, un bambino dagli occhi così verdi da sembrare riflettessero uno smeraldo, e una grossa palla di palo che forse sarebbe dovuto essere Miracle.
- È bellissimo- sussurrò poggiandogli la mano sulla spalla mentre quest'ultimo mormorava un "mmh" poco convinto.
- Cosa c'é che non va?-
- Siamo così pochi... i miei compagni hanno portato dei disegni bellissimi a scuola con i nonni, gli zii e i cugini mentre io dovrò portare solo questo- singhiozzò il piccolo affranto dalla cosa. Sam però corrucciò la fronte e non capì perché fossero solo loro quattro.
- E zia Jody? Claire? Zia donna? Alex? Zio Garth? I cugini Sam e Castiel? Perchè non li hai disegnati?-
Il bambino inizialmente non rispose, ancora pensieroso, ma poi ribatté che non erano parenti e che la maestra aveva chiesto un disegno della famiglia. Sam sorrise, sorrise davanti all'ingenuità del piccolo Dean e gli chiese cosa significasse, secondo lui, quella parola.
- La maestra ha detto che sono persone che vivono assieme o che hanno lo stesso sangue. Parenti quindi-.
No, il Winchester non poteva proprio accettare quella definizione di famiglia, Bobby sarebbe tornato dall'aldilà solo per prenderlo a pugni se avesse lasciato cadere la discussione. Così disse cosa fosse realmente, usando le stesse parole che usava Dean, le parole che aveva usato il vecchio, prima di lui.
Il bambino ascoltò silenziosamente ogni parola e, sebbene avesse solo 10 anni, rimase profondamente scombussolato da quella nuova visuale del mondo. Un punto di vista che l'avrebbe accompagnato per il resto della sua vita.

A wise man once told me: family don't end with blood.
Dean entrò alla Road house e riconobbe subito un viso grazioso e fragile incorniciato da una folta chioma bionda mentre serviva ai tavoli.
Jo alzò lo sguardo dal cliente e, senza smettere di sorridere, lo posò sull'uomo appena entrato. Si guardarono per qualche secondo, poi la ragazza si buttò tra le sue braccia, stringendolo e piangendo contemporaneamente.

But it started where there either.
-Guarda chi si rivede!-
- Ciao Rufus!- rise il biondo stringendogli la mano.
-Direi che merito un abbraccio- borbottò una voce conosciuta. Dean si voltò e strinse a sé Kevin, poi salutò cortesemente sua madre.
Anche Josh si avvicinò accompagnato da Pamela, dopodiché cominciarono a parlare della vita che aveva vissuto. Volevano sapere i dettagli delle sue peripezie, dettagli di avventure.

- Un chiodo? Sul serio? È stato un chiodo ad ucciderti?- alzò la voce qualcuno appena entrato, senza nascondere un tono divertito.
Family cares about you. Not what you can do for them.
-Charlie- sussurrò leggermente senza smettere di guardarla.
-L'unica e la sola-

Family is there. For good, bad, all of it.
Sam intanto, dopo aver salutato un Dean Jr ormai cresciuto e diretto all'MIT, si diresse verso il garage e, con estrema delicatezza, tolse il telone di plastica che aveva riposto sull'Impala. Con estrema lentezza si mise a osservarne i dettagli, i cerchioni, l'interno. Si avvicinò leggermente dalla parte del conducente e, un po' timoroso, si sedette sul sedile inebriando le narice di quell'odore che sapeva di casa. Rimase lì per un po', secondi, minuti, ore, non lo capiva nemmeno. La sua anima era come fluttuante tra passato, presente e futuro. Posò delicatamente le mani sul volante e respirò affondo, venendo inondato da tutti i ricordi che derivavano da quell'auto, da tutte le sensazioni, i sorrisi, i pianti, il dolore.
Istintivamente guardò accanto a sé, aspettandosi una battuta squallida o un'espressione felice, ma lui non era lì.

They got your back.
Dean adesso vagava senza meta tra il paradiso, a piedi. Aveva voglia di guardarsi attorno, di stare con il silenzio mentre si godeva la sua amata giacca di pelle, quella che suo padre gli aveva regalato e che era svanita nel nulla durante una caccia. Non si aspettava di rivederla eppure era ricomparsa misteriosamente nel cofano di baby qualche minuto prima.
Castiel, pregò chiudendo gli occhi senza crederci realmente, ma senza smettere di sperare in una sua apparizione
Jack, chiese ancora ma non successe nulla. Guardò le stelle senza luna fluttuare libere in quello strano cielo e si perse nelle sfumature dei colori.
- Dean-.
Davanti alla sua visuale, il Winchester ritrovò due occhi azzurri, di un colore che sembrava riprendere l'oceano. Il cuore batteva forte, la gioia era impossibile da controllare.
- Sei arrivato finalmente-.
Rimasero a guardarsi, sorridendo. Non servivano parole, non in quel momento. Bastava sentire la vicinanza l'uno dell'altro per sentirsi finalmente meglio.
Nel frattempo Jack sorrideva, osservando quella scena dall'Inferno dove stava parlando con Rowena.
- State apportando molti cambiamenti- constatò la rossa dal trono posando lo sguardo sulle due entità celestiali di fronte a lei.
- Era giunto il momento- rispose solamente Amara, criptica come sempre.
- Basta demoni sulla terra- continuò scandendo ogni lettera.
L'ex strega non era sorpresa dell'affermazione, era logico che sarebbero arrivati a chiederle questo, a ordinarle questo.
Non si scompose, ma non poté non sospirare. Una parte di lei desiderava poter vagare ancora tra la gente, poter provare quelle sensazioni umani.
- I demoni si ribelleranno-
- Loro capiranno- continuò a sorridere il Dio osservando le mura che lo circondavano -e, in caso contrario, ci sarai tu a farli ragionare-.
- Posso provare, ma la mia condizione è precaria come sai- e si portò una mano sulla fronte pensando ad una soluzione.
- Hai bisogno di una mano- constatò, poi guardò Amara che capì e gli prese la mano.
- Grazie per tutto ciò che hai fatto in questi anni con i Winchester. Grazie per ciò che hai fatto per me. Spero, anzi speriamo, che questo ti aiuterà nella tua missione e che sia il giusto compenso per tutto ciò che di buono hai fatto- poi scomparvero lasciando la regina dell'Inferno confusa.
- Mia signora- un servitore entrò correndo con un volto bianco e spaventato.
- Che succede? Non ti hanno insegnato a bussare- sbottò acida.
- Carina come sempre- quella voce.
Quella voce inglese, quella saccente e superba voce che pensava di non sentire più.
L'uomo entrò nella stanza mostrando il solito sorriso beffardo. Guardò la donna con uno sguardo carico di gioia, amore e anche un po' d'odio. Infondo il loro rapporto era complicato, lo era sempre stato.
- Crowley-

Even when it hurts.
Sam non riusciva a trovare le forze di alzarsi, ogni respiro gli faceva male, il corpo non rispondeva, la vista si appannava.
Capì di essere all'epilogo del suo viaggio.
Attaccato alle macchine, si guardò attorno soffermandosi sulle foto appese alle mura. Era stata una vita travagliata, piena di alti e bassi, gioie e sofferenze, ma era stata una bella vita, piena di persone fantastiche che avevano dato tutto per lui. Il bippare della macchina cullava il Winchester in quegli ultimi respiri. Sam non si accorgeva neanche di star lottando con tutto sé stesso per rimanere sveglio, era così tanto abituato a tenere duro che non ci aveva fatto caso. Nonostante questo, però, la morte non lo spaventava, anzi lo allettava. Sapeva chi avrebbe trovato dall'altra parte e, la felicità di ciò, era più grande del dolore che avrebbe portato l'allontanamento da suo figlio.
Dean jr. se la sarebbe cavata, l'aveva mostrato benissimo durante quegli anni passati assieme. In fondo portava il nome dell'uomo più caparbio, altruista e migliore di sempre.
Il ragazzo gli si avvicinò dolcemente trattenendo la commozione e le sensazioni che, la vista di suo padre in quelle condizioni gli provocava. Appoggiò la sua mano su quella del suo vecchio e la strinse come se avesse voluto mostrargli tutto l'amore che nutriva nei suoi confronti.
Dean aveva la gola secca, la lingua ferma, pensò di non essere in grado di parlare, di soffrire di paralisi. Raccolse tutte le forze e si costrinse a far funzionare le corde vocali, cercando di non far tremolare la voce, di non far vedere a suo padre quanto stesse soffrendo per non rattristarlo.
- Va tutto bene, papà-.
Sam guardò bene quei bellissimi occhi verdi, mentre il figlio faceva una pausa. Voleva stamparli nella sua mente finché non si fossero rivisti.
- Puoi andare, adesso- sussurrò il ragazzo.

Il grande Winchester non si accorse nemmeno di essere morto, non ricordava neanche di aver chiuso gli occhi o di aver esalato l'ultimo respiro, quando si ritrovò davanti alla vecchia road house. Si guardò attorno soffermandosi sul cielo senza sole e sugli alberi maestosi che lo circondavano.
- Ehy Sammy-.
Il fratello minore si voltò e rivide di nuovi quegli occhi magnetici che tanto gli erano mancati. Dean si avvicinò lentamente guardandolo da capo a piedi, come se volesse assicurarsi che stesse bene. Continuarono a guardarsi, incapaci di agire, incapaci di crederci. Poi si sorrisero a vicenda e si abbracciarono spinti da una forza ancestrale.
Sam non era vivo, lo sapeva, era in paradiso in fondo. Però sentì quasi che una parte di lui fosse tornata apposto. Si sentì come se il suo cuore avesse ricominciato, finalmente, a battere dopo tanto tempo.
Si bearono dell'odore l'uno dell'altro, ascoltando i loro respiri, poi Dean si staccò e gli mise una mano sulla guancia.
- Vieni dentro, ti stanno aspettando tutti- disse dolcemente capendo quanto Sam fosse scombussolato da tutto ciò che stava accadendo.
Il piccolo annuì e, insieme, si avviarono verso la porta.
Da lontano Jack li osservava mentre Kelly, al suo fianco, parlava con un Amara sorridente e felice.
-Non vai da loro?- gli chiese sua madre prendendolo per mano. Il Dio continuò a guardare davanti a sé, osservò dalla finestra Cass che abbracciava Sam. Guardò l'uomo alto afferrare Eileen, felice, farla volteggiare e infine baciarla. Chiuse gli occhi soddisfatto da quella visione, poi ricambiò la stretta di sua madre riservandole uno sguardo carico d'affetto e amore.
- Sì-
That's family.

Dean Winchester - Supernatural endingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora