Carry on pt. 2

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1 anno dopo
Dean si alzò dal letto stiracchiandosi mentre Sam, come tutte le mattine, era già uscito a fare jogging. Il grande si occupò di Miracle, poi fece la colazione e cercò vanamente di sistemare la sua stanza all'interno del quale regnava il caos. Sbadigliò annoiato da quelle faccende dopodiché un pensiero lo trattenne nella stanza.
Guardò la scrivania e, un po' tentennante, si avvicinò ad essa. Afferrò il foglio che custodiva tanto gelosamente nel suo cassetto e si sedette sul letto senza smettere di fissarlo.
Curriculum vitae. Gli sembrava così tanto strano leggere di nuovo quelle parole, che strizzò gli occhi un paio di volte prima di realizzare che stava per succedere davvero.
Stava per appendere il martello al chiodo, stava per raggiungere la pensione dei cacciatori. Non era ancora riuscito a compilarlo ma sentiva che il momento stava arrivando. Amava il suo lavoro, lo amava tanto, però vedeva Sam, vedeva il suo desiderio di cambiare vita con Eileen. In fondo sapeva che ciò che tratteneva suo fratello in quella vita, era solamente Dean, solamente lui. E Dean? Cosa lo tratteneva in quella vita? Dean amava salvare le persone, amava vederle felici grazie a loro, il solo pensiero del numero di persone che avevano salvato... delle famiglie che non erano andate distrutte grazie a lui, lo faceva sentire come se avesse avuto tutto un senso. Però, in quei mesi, cominciava a sentire di aver dato abbastanza, di aver reso il mondo veramente migliore di com'era prima del loro arrivo.
Adesso c'erano altre due persone la cui felicità, la vera felicità, dipendeva da lui: quella di Sam... e quella di Dean.
Anche lui, dopotutto, forse meritava di avere l'occasione di vivere una vita normale. Di non doversi preoccupare di morire domani, di lamentarsi delle bollette, dell'affitto o di un mese lavorativo andato male. Aveva già provato quelle cose con Lisa e cominciavano a mancargli veramente tanto.
Sospirò e, dopo essere rimasto a rimuginare sulla sua scelta per un bel po', si alzò nuovamente lasciando il foglio sulla scrivania. Non doveva più nasconderlo, la decisione era stata presa e presto l'avrebbe fatto vedere a Sam.
Era giunto il momento. Il momento dell'ultima caccia.

Durante il tragitto verso il loro ultimo caso, Sam aveva acconsentito a fare un salto alla fiera della crostata. Dean non riusciva a non sorridere con tutte quelle fette di dolce davanti a lui. Il piccolo lo guardava con uno sguardo incuriosito e triste al tempo stesso, insomma si era aspettato di vederlo crollare ma era già passato un anno e Dean sembrava essere riuscito ad andare avanti. Lui non del tutto, invece.
- Che hai?- gli chiese il maggiore.
- Niente- neanche pensò alla risposta. Era la classica risposta pronta che si davano prima di aprirsi. Una sorta di routine.
- Suvvia, Sam. Ti conosco e quella è la classica faccia da Sam triste-.
Moose girò gli occhi.
- Non è la faccia da Sam triste, io stavo solo...- si fermò cercando di esprimere al meglio ciò che sentiva -... solo pensando a Castiel... a Jack. Vorrei tanto fossero qui-.
Dean si rabbuiò per un secondo, però non era afflitto, non più. Aveva capito che Cass non avrebbe voluto questo per lui. Si era sfogato per la sua perdita, aveva supplicato Jack di riportarglielo così tante volte, ma il ragazzo era stato chiaro prima di andare via. Non sarebbe più intervenuto e, infatti, non aveva nemmeno risposto alle sue preghiere. Il dolore non era svanito, non sarebbe mai andato via, non poteva, ma doveva rendere la morte di quello che era stato un fratello, il più sensata possibile.
- Anche io ci penso spesso. Penso a tutti quelli che abbiamo perso, a quanto il viaggio ci sia costato. Però penso anche che dobbiamo andare avanti o il loro sacrificio sarà stato vano. Loro credevano in noi e io credevo in loro, quindi anche io penso che possiamo avere di più-. Sam corrucciò la fronte, il discorso aveva senso, certo, ma non capiva l'ultima parte. Potevano avere di più? Che intendeva. Dean sorrise vedendo il fratello scervellarsi per le sue parole e pensò all'emozionante momento in cui gli avrebbe rivelato che, quella appena vissuta, era stata la loro ultima caccia. Beh, come lavoro a tempo pieno per lo meno.
Insomma, se gli fosse venuta voglia di andarne a fare qualche altra nel corso degli anni per scappare sporadicamente da una vita normale, perché no?
- Su adesso mangia- rispose sorridente prima di ritrovarsi con una fetta di torta in faccia.

- Corpo dissanguato. Vari tagli all'addome e sul resto del corpo, sembrerebbe quasi una morte normale- disse Dean. Erano andati all'ambulatorio e Sam stava ispezionando il corpo del padre di famiglia ucciso. Qualcosa di strano aveva commesso già cinque omicidi: cinque genitori di tre famiglie diverse. La madre dell'ultima famiglia si era salvata per miracolo.
- Lo so, però ci sono troppi tagli, sembra volessero nascondere qualcosa- replicò Sam.
- Agli psicopatici piace fare cose assurde- insinuò Dean, ma il piccolo continuò a cercare.
- Ecco! Guarda un po' cosa ho trovato- Sam indicò una parte dell'avambraccio piena di tagli.
- Guarda un po' cosa c'è vicino alla ferita-.
Il biondo si avvicinò e vide un foro quasi invisibile.
- Non posso crederci- borbottò mentre Sam afferrava qualcosa all'interno.
- Vampiri- esclamarono entrambi guardando il dente affilato che aveva esportato dalla ferita.

- Dunque, tre famiglie in tre settimane. Tutte e tre vivevano in luoghi isolati e avevano dei bambini tra gli otto e i dieci anni. Pensi che stiano facendo ciò che hanno fatto ad Alex?-
- Credo di sì, anzi lo spero, vorrebbe dire che i cinque bambini sono ancora vivi. Ma il più grande dilemma è: come capire dove colpiranno? Hanno colpito in due stati diversi- disse Sam amareggiato.
- Se sempre colpiranno di nuovo- disse Dean per nulla d'aiuto.
- Per quanto riguarda il tatuaggio che la madre della seconda famiglia ha disegnato dopo che le hanno tagliato la lingua, c'è qualche novità?-
Sam cominciò a dire che il simbolo raffigurante un serpente probabilmente non era collegato a nulla anche se era strano che l'avesse visto a due aggressori su tre. Dean nel frattempo pensava.
- E se invece fosse un marchio? Un simbolo di appartenenza a qualche covo? Pensaci, avrebbe senso. Inoltre i vampiri ormai sono quasi estinti, soprattutto qui in America. Non ci sono più tanti covi. Se Alex li conoscesse? Hanno colpito per la prima volta in una città non molto lontano dalla sua città nativa- disse prima di afferrare il telefono.
Si fermò un secondo a pensare, a valutare. Non sentiva le ragazze da tanto e si sentiva un po' in colpa per questo suo essere poco affettivo. Istintivamente pensò a Jack e a come lui lo aveva trattato durante quei tre anni. Ripensò alla frase "Jack non fa parte della famiglia" e si sentì tanto uno schifo. Lui non era un buon padre, non lo era stato con Ben, non lo era stato con Jack e non lo sarebbe stato con nessuno.
- Dean?-
L'uomo alzò lo sguardo verso il fratello, soffermandosi prima sui suoi capelli lunghi e poi sulle rughe che cominciavano a spuntargli sulla fronte. Non poté non ripensare al piccolo Sam con la frangia, al Sam gracilino di molti anni prima.
In fondo non sono un padre poi così pessimo, pensò abbozzando un sorriso.
- Chiama tu- e gli porse il telefono. Era giusto così, aveva sempre avuto più rapporto con Alex, l'aveva aiutata più di quanto lui non avesse mai fatto. Sam c'era sempre stato per per Alex... per Jack. Lui sarebbe stato un padre perfetto.
Sam guardò stranito Dean, si comportava in modo così bizzarro durante quella caccia da mandarlo fuori di testa. Per lui era un caso come molti altri e, fino a quel momento, non si erano mai messi a rimuginare su azioni sciocche come chi dovesse chiamare chi.
Compose il numero e si portò il telefono all'orecchio.
- Ehi Alex-


- Pensi possano davvero essere qui?- chiese Dean.
- Hai sentito Alex, non è mai stato un covo grosso e ha sempre seguito lo stesso schema. Ogni dieci anni nuovi bambini, mentre i vecchi vengono uccisi o trasformati perché troppo grandi. Solitamente i covi non superano i quindici vampiri perché altrimenti diventerebbero troppe bocche da sfamare-.
-Che merda di esseri- Dean era sdegnato. Lo disgustavano, no anzi li disprezzava.
- L'altro ieri è scomparso un furgone pieno di sangue donato. Alex dice che solitamente derubano ospedali o cose del genere prima di colpire... credo facciano rifornimento. Nelle altre tre città sono successe cose simili quindi potrebbe essere la strada giusta- osservò la villetta di fronte a sé -questa è la casa isolata con bambini più vicina alla città-.
- Alex ha detto che non c'erano vampiri anziani nel covo, non di sua conoscenza quindi il lavoro non dovrebbe essere difficile, i vampiri giovani non sono poi così forti rispetto a noi- constatò Dean ansioso di finire velocemente il caso. Ansioso di vedere lo stupore nel volto di Sam e la gioia in quello di Eileen.

Passarono due giorni, due giorni durante i quali Sam e Dean fecero a turno per restare vigili a controllare e, proprio quando si stavano rassegnando ad aver sbagliato, videro un furgone blu.
- Dean- disse il piccolo, svegliandolo.
- Credo siano loro-.

Dean Winchester - Supernatural endingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora