Passarono 10 giorni, inesorabilmente lenti, nei quali Atem quasi non parlò mai a Yugi, se non per lo stretto necessario.
Aveva, con forte dispiacere di Augusto, ritirato la propria disponibilità ad addestrare il ragazzo, dicendo di giudicare sè stesso poco adatto al compito.
Persino il Sovrano, benché non ne capisse le motivazioni, comprese che si trattava di una scusa.
Mahad si era gentilmente proposto di sostituirlo; benché, lui stesso, avesse una preparazione solamente basilare nel combattimento con la spada.
La tristezza del Principe non aveva fatto che aumentare dalla notte dell'incontro con Atem, il che rendeva inevitabilmente afflitto il consigliere egiziano, nonostante continuasse a pensare che il suo Sovrano avesse preso la decisione migliore.
Eppure, Mahad, trovava tutto quel dolore, in un cuore così giovane e puro, profondamente ingiusto.
"Colpisci!"
Yugi, immediatamente, diede un colpo all'arma dell'altro, leggermente inclinata di lato, con uno schiocco."Ancora!" lo rifece, mentre Mahad con velocità girò la daga dall'altra parte.
Continuarono così per un po; Yugi, inaspettatamente, si stava rivelando un ottimo combattente, con movimenti fluidi e di naturale eleganza, nonché riflessi acuti che nemmeno lui sapeva di possedere.
Mahad gli fece cenno di fermarsi, grondando sudore, mentre si asciugava il capo scoperto con un lembo della propria tunica; Yugi, non aveva mai visto i suoi capelli prima di allora: erano castano chiaro, con qualche striatura di bianco, ed erano portati a caschetto come quelli del sacerdote Seto.
Entrambi si sedettero con stanchezza sul vecchio baule di legno, a ridosso del muro in pietra che separava il campo di addestramento dalla camminata esterna del palazzo; bevvero dell'acqua, ormai tiepida per il caldo cocente, contenuta in due morbide bisacce in pelle di vitello.
"Mahad..." iniziò il più giovane, passandosi la mano sotto al naso, ansimando, e con un luccichio negli occhi che l'altro non vedeva da diverso tempo "...sto migliorando, vero?".
Alla vista della speranza nello sguardo del ragazzo, l'egiziano non potè che sorridere di rimando ed annuire con convinzione.
"Mi piacerebbe tanto riuscire a difendermi da solo, sai?" parve incupirsi un poco, abbassando il viso, prima di continuare "soprattutto dopo quello che è accaduto 10 giorni fa".
Mahad poté chiaramente vederne la tristezza mentre, probabilmente, il ricordo di Atem tornava alla sua giovane mente.
Per distoglierlo da esso, l'uomo lo esortò a rialzarsi, con un buffetto gentile sul braccio e facendogli un cenno di sfida con la spada.
Yugi, rispose con un ghigno battagliero, balzando in piedi e colpendola con grinta.
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Atem, avendo appreso della decisione di Mahad di fare da maestro a Yugi, decise di occuparsi della parte più noiosa di tutte: curare i rapporti con l'Egitto via mare.Nonostante avesse sempre detestato la burocrazia, sentiva il bisogno di concentrarsi su qualcosa, per ignorare il dolore stridulo al petto, che ogni giorno si faceva sempre più acuto.
Prendendo penna e calamaio, distese una pergamena vergine sulla grande scrivania in mogano e, intingendo la punta nell'inchiostro nero, prese abilmente a scrivere geroglifici, destinati al Consiglio.
Gli avevano comunicato, con suo grande stupore, che un gruppo di ribelli aveva assaltato il villaggio di contadini nelle vicinanze di Menfi; senza, purtroppo, lasciare superstiti.
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Parlami di un amore impossibile (Atem x Yugi)
ChickLitCosa accadrebbe se, nell'Antica Roma, il giovane principe ereditario si innamorasse di un uomo? E, in particolare, del più potente alleato dell'Impero, l'affascinante Faraone d'Egitto?