Yugi, riuscì finalmente a riaprire gli occhi, dopo quello che parve essere stato un incubo nero e senza fine.
Dischiuse le palpebre, provò a mettere a fuoco l'ambiente intorno a lui, intravedendo i tratti del viso di un uomo vicino al proprio. Il cuore, gli suggerì il primo nome che potesse ricordare.
"Atem..." sussurrò con un filo di voce, quasi con cieca speranza.
Una risata roca, eppure così diversa da quella vellutata e sensuale del Faraone, gli arrivò alle orecchie.
"Mi spiace deluderti, mio principe, ma non mi chiamo così" disse, mettendolo giù ed aiutandolo a sorreggersi su ginocchia tremanti.
Nonostante le sue parole, l'accento era inequivocabilmente quello di un egiziano.
Yugi rimase sbigottito appena riuscì a distinguere in maniera nitida l'insolito aspetto del suo salvatore: era un giovane uomo con lunghi capelli bianchi, che a tratti apparivano di un pallidissimo blu, a seconda di come la luce li colpiva; un viso abbronzato e solcato da una lunga cicatrice da taglio sulla guancia destra; ma, la cosa che rimase maggiormente impressa a Yugi furono i suoi occhi, talmente scuri da non poterne distinguere l'iride dalla pupilla.
Seppur in qualche modo lo trovasse inquietante, era indiscutibilmente bello.
Appena Mana si rese conto che il fratello era sveglio, immediatamente accorse insieme ai genitori, abbracciandolo forte tra parole preoccupate e lacrime.
Il padre, stracolmo di gioia, prese entrambi i figli tra le forti braccia, stritolandoli al petto fino a farli dibattere e scalciare.
"Padre, non respirooo!" stridette Yugi, con gli occhi fuori dalle orbite, ricevendo le scuse dell'uomo che, mettendoli entrambi giù, gli tenne ugualmente un braccio attorno alle spalle con fare protettivo ed amorevole.
Yugi, guardando da sopra le spalle, poté scorgere Atem poco lontano; che osservava la scena con...tristezza? Si chiese il ragazzo.
Avrebbe voluto andare da lui più di ogni altra cosa, abbracciarlo e baciarlo davanti a tutti, al diavolo la loro disapprovazione; era solo felice di poterlo rivedere di nuovo.
"Grazie infinite, mio signore!" disse l'Imperatrice, tra le lacrime, stringendo forte la mano scura dello straniero.
"Vi saremo debitori sino alla fine dei nostri giorni!" confermò Augusto, con voce quasi commossa.
"Non dovete ringraziarvi, miei Sovrani, sarebbe stato impossibile non accorrere in aiuto di così splendide gemme" disse, con un sorriso pieno di fascino, facendo arrossire e ridacchiare Mana per l'imbarazzo.
Tuttavia, l'uomo, non toglieva gli occhi di dosso a Yugi, guardandolo come se, in qualche maniera, non gli fosse del tutto sconosciuto; il ragazzo sostenne quel bagliore nero e penetrante finché poté, per poi cercare un attimo di sollievo abbassando lievemente lo sguardo.
Uno strano oggetto attirò la sua attenzione.
Si trattava di un monile d'oro, simile ad un acchiappasogni indiano, costituito da un grosso anello, con al centro una piramide avente un occhio inciso e, tutto attorno, dei ciondoli più piccoli con punte rivolte in basso; avrebbe giurato che, ad un certo punto, si fossero mosse da sole.
Ricordava vagamente il gioiello che Atem indossava sempre al collo.
Il sovrano lo invitò a ricevere una lauta ricompensa in denaro; ma, lui non accettò. Gli chiese se avesse piacere di fermarsi per la cena e, su grande dispiacere di Mana, rifiutò di nuovo. Infine, Augusto, espresse il desiderio della sua presenza alla grande cerimonia per il sedicesimo compleanno del figlio, sostenendo che non sarebbe mai avvenuta senza il suo prezioso intervento.
STAI LEGGENDO
Parlami di un amore impossibile (Atem x Yugi)
Chick-LitCosa accadrebbe se, nell'Antica Roma, il giovane principe ereditario si innamorasse di un uomo? E, in particolare, del più potente alleato dell'Impero, l'affascinante Faraone d'Egitto?