Cap.5 La porta segreta

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Nel tardo pomeriggio, Atem era sdraiato pigramente su un divanetto con gli occhi socchiusi per la frustrazione.

Non erano trascorse nemmeno 24 ore e già sentiva di essersi innamorando del ragazzo; del principe ereditario del suo più potente alleato, per giunta.

Quasi, si sentiva come fosse tornato adolescente.

Mahad che, nel frattempo, cercava di concentrarai sulle numerose carte arrivate dall'Egitto tramite mare, chino su di una grande scrivania in mogano, lo poteva chiaramente sentire sbuffare rumorosamente ed in maniera drammatica, come con l'intento di farsi volutamente sentire.

Il Faraone gli aveva raccontato, suo malgrado, cosa era accaduto alla "lezione" con il principe e si sentiva assolutamente impotente, nell'impedire al testardo amico di commettere qualche ulteriore idiozia durante questo viaggio.

"D'accordo, mio signore..." si girò di scatto il consigliere, come colto da un esaurimento nervoso, facendo sobbalzare l'altro quasi a farlo cadere per terra. "...affrontiamo la realtà dei fatti" iniziò il suo monologo, con voce severa ed al contempo scocciata.

"Il ragazzo ha 15 anni e, quindi, è prossimo all'età adulta...MA, bisogna ricordare che i romani non hanno le nostre stesse idee rispetto all'amore e al sesso." spiegò, come un maestro intento a chiarire la lezione all'alunno più somaro della classe.

"Gli atti carnali tra due uomini, mio signore, non sono consentiti tra i nobili di alto rango e, se la vostra tresca dovesse essere scoperta, mettereste in pericolo sia voi che il principe..." e, aggiunse "...nonchè me!" finalmente l'aveva detto.

Il più giovane, deluso dal completo cambiamento nell'atteggiamento dell'amico, che così tanto sembrava sostenerlo poche ore prima, si mosse accigliato sul divano; alzandosi, si mise pensieroso davanti la finestra, osservando all'esterno le guardie imperiali, che costantemente svegliavano il palazzo.

Un breve flash della guerra gli tornò alla mente, ricordando quanto quegli uomini potessero rivelarsi spregevoli e senza pietà; un brivido gli percorse la schiena, ancora segnata, letteralmente, dalle cicatrici.

"Mahad, avevo già intenzione di mantenere tutto un segreto, quindi non sforzarti a farmi la solita predica" gli disse seccamente, quasi volendo negare a sè stesso la schiacciante verità che gli veniva posta davanti, chiudendo la discussione il più presto possibile.

Ma, Mahad, non aveva intenzione di cedere così facilmente.

Quasi con preoccupazione paterna, continuò:

"Non è solo questo, Faraone, è che non voglio soffriate per qualcuno che, in tutta probabilità, si è preso per voi una semplice cotta momentanea!"

Atem andò su tutte le furie; il dolore di quella possibilità gli si palesò davanti e lo invase come un mortale veleno di serpente.

Uscì dalla stanza sbattendo la porta dietro di sé, mentre Mahad, pentendosi della durezza delle proprie parole, sospirava abbattuto.

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Yugi aveva bisogno di uscire, di stare da solo fuori da quelle mura che, in questo momento, lo opprimevano dolorosamente.

Al campo, si era quasi concesso ad Atem, mentre perdevano il controllo come fossero animali e, soprattutto, rischiando di essere visti da qualcuno; il modo in cui il Faraone era capace di annebbiare la sua mente, nonché di farlo sussultare ad ogni singolo tocco o parola, lo terrorizzava.

Entrato nella sua stanza, sentendo i polmoni riempirsi e rilasciare aria troppo velocemente, dovette sedersi, iniziando a sentire la testa girare pericolosamente.

Qualche attimo dopo, Mana, con invidiabile tempismo, spalancò ugualmente la porta, con il solito sorriso luminoso sulle labbra; questo, si spense immediatamente alla vista del fratello, che si stringeva forte il viso con le mani, in apparente disperazione.

Parlami di un amore impossibile (Atem x Yugi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora