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L'aria notturna portò con sé un inaspettato ma gradito calo delle temperature. Marinette era stata felice di poter stare al fianco del padre nella preparazione degli impasti per il giorno dopo, senza doversi preoccupare dell'eccessivo calore. Grazie a quel lavoro, si era scrollata di dosso le ansie e le tensioni di quella giornata. Il pensiero costante era rivolto a Luka: aveva affrontato un'avventura terribile, rivivendo per chissà quante volte lo stesso giorno.

Marinette stentava a credere a quanto coraggio avesse dimostrato il ragazzo nell'accettare questo peso enorme vestendo i panni di Viperion, pur di sconfiggere l'akumizzato. Era stato il primo dopo Miracle Queen, il primo dopo più di tre anni di quiescenza. Papillon si era risvegliato, più feroce ed aggressivo di prima. Occorrevano delle contromisure, perciò, dopo la battaglia, Ladybug aveva chiesto a Chat Noir di incontrarsi tra le guglie di Notre-Dame. Era doveroso accordarsi per evitare di ritrovarsi impreparati.

All'ora prestabilita, Marinette si trasformò in Ladybug e, con un unico salto dal terrazzino sopra la sua camera, atterrò accanto ad uno degli spettrali gargoyle che circondavano la cattedrale.

Chat Noir era già lì ad aspettarla. Non aveva la solita aria spensierata, con la battuta pronta. Lo sguardo era accigliato, la posa eretta.

«Chat?»

«Mi dispiace...»

Ladybug si avvicinò a lui. «Di cosa?»

«Sono arrivato tardi, oggi. Chissà quante volte Viperion ha dovuto ricorrere al suo potere perché io non ero lì a coprirti le spalle.»

«Chat, non devi...» Ladybug sospirò. «Anch'io ho una vita intensa quando non indosso la maschera. Ci sta che un impegno personale possa averti ostacolato.»

Chat Noir lanciò uno sguardo gelido verso la città. «Non accadrà più, te lo prometto. Anche se magari a volte ti sembrerò incosciente o sciocco, sappi che prendo molto sul serio il nostro ruolo.»

«Non serve che tu me lo dica. Lo so.»

Chat si voltò. «Di cosa volevi parlarmi? È raro che tu chieda un appuntamento e, quando accade, ci sono sempre novità importanti.» C'era l'ombra di un sorriso sotto la maschera nera. Gli occhi color smeraldo erano ancora carichi di furore.

«Papillon sta usando i potenziamenti dei Miraculous.» Ladybug ripensò a Fu, alle pagine del libro che aveva tradotto e che Papillon aveva rubato. «L'akumizzato di oggi, Chronosium, aveva il potenziamento del fulmine. L'ho notato non solo dal suo potere di generare scariche elettriche, ma anche quando ho catturato l'akuma: era elettrificata e le striature sulle ali avevano un colore blu.»

«In fondo, però, ce la siamo cavati in fretta.»

«Solo perché Viperion mi ha raccontato tutti i nostri fallimenti.» Il tono di Ladybug non ammetteva repliche. «Da quello che mi ha detto, è stato il nemico più duro da affrontare da quando siamo supereroi.»

«Come intendi agire?»

«Non lo so ancora. Volevo che tu lo sapessi, così non saremo impreparati la prossima volta.»

Chat Noir tornò a guardare la città. «Forse dovremmo fare più affidamento sui nostri alleati. L'unione fa la forza.»

Ladybug non la pensava allo stesso modo. «Meglio di no. Non voglio mettere a rischio altre persone. Oggi ho fatto affidamento su Viperion perché era un'emergenza, ma in futuro dobbiamo cercare di risolverla con le nostre forze. Basta svendere Miraculous. Hai visto cosa è accaduto con Chloè.»

Chat mise i pugni sui fianchi e sporse la testa in avanti. Aveva riguadagnato il suo solito sorriso sagace. «È Ladybug che parla o la Guardiana dei Miraculous?»

Le scelte della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora