Era trascorso un mese e non ne aveva ancora fatto parola con nessuno. Marta, quando era tornata dalla sua vacanza di due settimane con Riccardo, non aveva avuto modo di farle nessuna domanda. D'altro canto, nemmeno Charles aveva detto qualcosa a Riccardo.
Quando Marta aveva aperto la porta del loro appartamento, un profumo di fresco l'aveva avvolta, notando poi che gran parte dei mobili erano posizionati in maniera diversa. L'aveva trovata seduta sul divano, con il computer sulle gambe, mentre sceglieva articoli per i decori natalizi. Tra le mani aveva la sua solita tazza da cioccolata calda e per tutta la casa risuonava una playlist di Spotify che era facilmente ritrovabile nel mood 'no stress'. Non si era posta molte domande, l'aveva trovata di buon umore, aveva superato l'esame che l'aveva fatta dannare per un paio di mesi, seguiva regolarmente le lezioni e non faceva cenno a niente che potesse sembrarle sospetto. Forse, se solo fosse stata più attenta, si sarebbe resa conto che quello non era un normale comportamento da parte della sua amica, che forse cercava di riempire la sua giornata di impegni per dimenticare qualcosa, ma fu completamente travolta da quel ciclone di buon umore e di cambiamenti che non si accorse di quell'allarme rosso lampeggiante.
Era appena iniziato novembre, quando entrambe si trovarono sedute sul divano del loro appartamento. La relazione di Marta e Riccardo sembrava aver preso una piega completamente diversa da quando entrambi avevano indossato l'anello di fidanzamento, tanto da rendere Marta quasi ospite a casa di Alessia.«Cerca qualcosa mentre preparo i popcorn.» disse Marta, lanciando verso di lei il telecomando della televisione. Alessia annuì, risvegliandosi dal dormiveglia che l'assaliva ogni domenica pomeriggio. «Cosa hai fatto ieri sera?» chiese poi a voce più alta.
«Niente di eclatante, dopo il lavoro ero distrutta.» rispose semplicemente, come suo solito. Ovviamente, non aveva fatto nulla se non immergersi completamente in qualche film o libro. Mentre scorreva tra i canali si ritrovò a dover combattere con il ricordo dei giorni trascorsi a casa di Charles, quando abbracciati proprio sul divano avevano visto la notte del giudizio: anarchia. O meglio, Charles aveva guardato, lei si era limitata a stargli accanto e saltare ogni volta che qualcuno urlava o intravedeva del sangue, anche perché la lingua predefinita scelta dal ragazzo era stato il francese. Ed in quel momento, proprio su sky cinema, trasmettevano quel film, in italiano.
«Oh, carino questo! L'ho visto con Riccardo, l'ha consigliato Charles, e l'ho adorato. Vogliamo vederlo?» domandò Marta, tornando con una ciotola piena di popcorn. Alessia si riprese dal suo ricordo e portò lo sguardo alla tv.
«L'ho visto con Charles, detesto.» disse semplicemente, prima di cambiare canale. Marta annuì, senza aggiungere altro mentre gustava i suoi popcorn. Alessia continuò a cambiare compulsivamente canale sino ad arrivare allo sport, precisamente alla diretta della Formula Uno. Il viso di Charles fu il primo a comparire, aveva le braccia incrociate e lo sguardo fisso sulla sua macchina. Tutte le auto erano poste in fila verso l'uscita della pit lane, in attesa che venisse revocata la bandiera rossa, utilizzata per un incidente tra due macchine che si erano fermate proprio al centro della pista. Alessia quasi sobbalzò dal divano, era un mese che non lo vedeva, mentre Marta non si rese conto di nulla. Lei sapeva che Charles era un pilota, non era la prima volta che seguiva una corsa in tv, e nemmeno dal vivo. Alessia, però, si rese conto che Marta non disse nulla e si voltò verso di lei. «Quello è Charles.» disse, in attesa di una sua reazione.
Marta alzò le spalle. «Si, lo so.» disse lei.
Alessia scattò dal suo posto. «Tu lo sapevi?» domandò e Marta spalancò gli occhi.
«Cosa? Si...ma...scusa, non ho capito. Non te l'ha detto?»
«Si e ci siamo lasciati un mese fa.» rispose ovvia. «Non lo sapevi?»
«No!» rispose sicura la sua amica, alzandosi dal divano. «Lui non ha detto niente, tu non hai detto niente. Ero convinta che...che, non lo so! Che stavate insieme.»
«Ma tu sapevi che era un pilota? Da sempre?» domandò ancora e Marta si ritrovò a dover annuire. «Non ci posso credere! Io mi fidavo di te!»
«Lui mi ha detto di non dirlo e...eravate così felici, non avevo idea di cosa fare, te lo giuro!» cercò di giustificarsi, ma non servì a niente.
«Sei proprio una stronza.» disse semplicemente, chiudendo poi la porta della sua camera dietro le spalle. Oltre ad averla lui, l'aveva tradita anche la sua migliore amica. Mentre Marta si ritrovò a dover bussare alla porta della camera di Alessia, la ragazza intanto recuperò il cellulare dalla tasca del pantalone della tuta e compose l'unico numero che le venne in mente: suo padre.
«Bonjour, chérie!» rispose Camille e se la immaginò con il suo solito sorriso. «Attend...» aggiunse poi e la sentì muoversi.
«Alessia?» rispose quasi con tono confuso suo padre, e non gli potette dare torto. Da quando era andata a Parigi, si erano sentiti veramente molto raramente.
«So che ti chiamo all'improvviso ma non sapevo chi-»
«Dimmi tutto, sono solo sorpreso.» la interruppe, sentendo per la prima volta il tono di sua figlia inclinarsi, quasi come se stesse trattenendo le lacrime. «Tutto bene?»
Alessia annuì, anche se lui non poteva vederla. «Io ho un problema qui, a Milano...con l'appartamento e mi chiedevo se-»
«Ti servono dei soldi?» interruppe di nuovo, facendola alzare gli occhi al cielo. Sempre la stessa solita domanda. In quel preciso momento però preferiva sentirsi chiedere se avesse bisogno di soldi, era comunque una forma di attenzione, invece che la totale assenza della sua migliore amica.
«No, mi serve andare via.» rispose sicura, guardando verso la porta della sua camera. Marta, intanto, era al cellulare con Riccardo e gli urlava contro qualsiasi insulto gli venisse in mente, mentre Riccardo dall'altro lato stava già contattando Charles, che non lo avrebbe risposto fino alla fine della gara. «Posso venire lì per un po'? Puoi consigliarmi un appartamento, se non vuoi che stia in casa con voi-»
«Ma certo che puoi! Camille ha un appartamento proprio qui, in questo palazzo, al secondo piano. Puoi...puoi prendere quello. Per la tua privacy, per le tue cose...» interruppe ancora, questa volta però sorpreso, ma lo sentì sorridere. «Ma l'università?»
«Troverò un metodo, mi serve un po' di tempo.» disse, mentre recuperava la valigia dal suo armadio. «Il prima possibile sono lì.» disse per poi salutare e chiudere la telefonata. Aprì le ante del suo armadio ed iniziò a piegare e raggruppare tutti i suoi vestiti, non sapeva se quella fosse una scelta giusta o sbagliata, ma sapeva con certezza che non poteva sopportare più di essere tradita e trattata in quel modo. Trascorse tutta la notte a chiudere pacchi, piegare vestiti, preparare borse, recuperando ogni suo oggetto da quella casa che non sentiva più sua. Marta aveva lasciato quella casa per tornare da Riccardo, convinta che il giorno successivo si sarebbe calmata ed avrebbero trovato insieme una soluzione, come sempre. Invece, il giorno successivo Alessia non rispose a nessuna chiamata, spegnendo completamente il cellulare.
Trascorse tre giorni interi ad inviare pacchi in Francia, si occupò di prendere i libri necessari per i suoi esami che avrebbe dovuto dare sino a maggio, avvisò i due locali dove lavorava, recuperò ogni sua cosa, poi il mercoledì pomeriggio, alle ore 17:22, salì su un aereo diretto a Parigi.
Marta arrivò al loro appartamento solo la domenica successiva, trovandolo vuoto.Note:
Ho atteso per pubblicare perché volevo scrivere qualcosa in merito a Seb, ma non ci sono riuscita.
Sono entrata nella famiglia della f1 per caso durante il primo lockdown, la cosiddetta twitch gang mi ha fatto compagnia con le loro live, poi mi sono appassionata alle corse, ho iniziato a tifare e poi mi sono resa conto di essere completamente entrata in questo circolo viziato.
Per quanto riguarda Seb... non so, mi sono emozionata fin troppo ieri che scrivere qualcosa adesso mi sembra inutile. Io sono così, quando qualcuno si sente parte della 'famiglia' mi fa emozionare, significa che infondo qualcosa di buono lo abbiamo, che trasmettiamo emozioni anche se non arriviamo al top. Mi dispiace davvero che il suo sogno non sia arrivato fino alla fine, con un titolo mondiale vestito in rosso, perché lo meritava.
Spero vivamente che la Ferrari si riprenda in questi prossimi anni.
Inoltre spero che la storia vi piaccia, veramente, e ci vediamo alla prossima! ❤️
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Per uno come me, c'è un'altra come te; Charles Leclerc
FanfictionAlessia Valentina è una ragazza di appena vent'anni che si ritrova catapultata in una vita non sua. Da Napoli si trasferisce a Milano per inseguire il sogno del padre e diventare anche lei un avvocato, ma il suo percorso incontra più curve e semafo...