Sei impossibile.

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Alessia si voltò di nuovo nel letto e sospirò quando l'orologio segnava appena le tre di notte. Girò il capo di nuovo verso destra, dove trovò il viso di Charles profondamente addormentato. Come suo solito aveva chiuso ogni spiraglio di luce, quindi non le fu facile distinguere bene i particolari del suo viso. Sapeva bene che se si fosse avvicinata di qualche centimetro, sarebbe crollata tra le sue braccia, ma non riusciva a dargliela vinta. Non anche in quello. Si voltò di nuovo verso la finestra e sospirò, raggruppando le coperte per potersi alzare, il suo lato del letto era gelido e sicuramente dormire con una maglia a mezze maniche non migliorava la situazione.

«Dove vai?» la voce di Charles era impastata dal sonno. Si strofinò gli occhi mentre con l'altra mano teneva ferme le coperte sulle sue spalle.

«Non riesco a dormire.» rispose Alessia, alzando la schiena dal materasso, poi si voltò verso il comodino accendendo la luce. Charles strizzò gli occhi, coprendosi poi il viso con una mano. «Te la spengo subito.» aggiunse, poggiando i piedi sul pavimento gelido. Si sporse di poco per cercare le pantofole, ma la mano di Charles le avvolse il polso. «Mh?»

«Vieni qui.» sussurrò, alzando la coperta dalla sua spalla, facendole spazio sul suo cuscino. Aprì di poco gli occhi, cercando di focalizzare la sua figura, poi spostò lo sguardo sull'orologio. «È prestissimo, dove pensi di andare?» domandò poi, lasciandole andare il polso. Sistemò il cuscino sotto il suo viso poi le fece segno di avvicinarsi.

«Non dormirò vicino a te.» sbottò lei, anche se era tentata dalla voglia di nascondersi tra le sue braccia. Charles sorrise e tirò di nuovo su le coperte. Il suo viso era estremamente rilassato, forse dovuto anche allo champagne che aveva bevuto insieme a Riccardo.

«Giuro che non ne parlo con nessuno. Puoi tornare a fare la stronza domani.» commentò sarcastico, chiudendo di nuovo gli occhi. «Non ti vedo nemmeno se ti avvicini...» aggiunse poi. Alessia si voltò di nuovo, guardando il resto della stanza poco illuminato dalla lampada. Di certo se si fosse alzata non sarebbe riuscita a dormire nemmeno sul divano. Forse, solo per quella notte, poteva accettare. Poi la prossima avrebbe indossato un pigiama più pesante. Si, quella era sicuramente una soluzione. Oppure, poteva indossarlo da subito il pigiama più pesante...

Non riusciva a cedere. «Prendo una felpa e-» disse, pronta per alzarsi, ma il gelo della stanza le avvolse anche le gambe scoperte. Tirò giù le molle del pantalone che si erano malamente alzate quasi sul ginocchio, poi sbuffò di nuovo e si arrese. Si infilò di nuovo sotto le coperte e incrociò le braccia al petto dopo aver spento la luce. Charles sembrò di nuovo essere sprofondato nel mondo dei sogni, il suo respiro era regolare e non aveva ribattuto all'idea della ragazza. Si morse l'interno guancia per la rabbia, non riusciva a crederci che lui riuscisse a dormire tranquillamente anche seminudo mentre lei ancora gelava. Posò una mano sulla sua guancia e lo trovò – come suo solito – bollente. Incrociò di nuovo le braccia ed alzò gli occhi verso il soffitto, cercando di trovare qualche pensiero che potesse accompagnarla durante quella notte insonne.
Per fortuna, almeno per Marta, quel primo giorno a Monza non si era rivelato tanto disastroso come per Alessia. Riccardo aveva reagito alla notizia con estrema gioia, proponendosi subito alla sua ragazza, giustificandosi che ormai non serviva più aspettare oltre, inoltre entrambi speravano che la relazione tra i loro due amici riprendesse ed andasse a gonfie vele.
Alessia si voltò di nuovo verso l'orologio, segnava le tre e mezza di notte. Sbuffò esasperata e cercò di chiudere gli occhi, ma non riusciva a stare ferma, si sentiva quasi scossa come se avesse appena bevuto qualche litro di caffè. Si voltò di nuovo verso Charles, per fortuna non era il tipo di ragazzo che russava altrimenti si sarebbe ritrovata anche a doverlo sopportare. Decise di arrendersi.
Si avvicinò cautamente, facendosi spazio sotto il pesante piumone. Sperò che lui non si svegliasse, per non dover sopportare qualche commento e per rimpiangere la sua decisione. Posò il viso tra l'incavo del collo ed il cuscino, sentendo il respiro del ragazzo infrangersi sulla sua spalla. timidamente posò una mano sulla sua schiena, e fu il gelo delle sue dita a svegliarlo nuovamente. Quasi in uno scatto cercò di tirarsi indietro, ma Charles prontamente avvolse le braccia intorno ai suoi fianchi, alzando il piumone quasi sino a coprire anche il viso. Non disse una parola, le spostò i capelli così da non averli sul viso e chiuse di nuovo gli occhi. Quella volta entrambi si addormentarono.

Per uno come me, c'è un'altra come te; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora