Capitolo III

1K 39 18
                                    

Piton era decisamente impazzito. Diede una boccata alla sigaretta, osservando la nuvola di fumo bianco dissolversi. Continuò a guardare gli studenti passeggiare per i giardini di Hogwarts, appoggiandosi alla balaustra della Torre di Astronomia.

Era da un anno che non la vedeva. Non aveva avuto nessun motivo per cercarla. D'altronde le aveva detto chiaramente che non voleva avere più nulla a che fare con lei. Nei primi tempi non si era curato molto della sua assenza: Niamh era solo sesso.

Si era dedicato alle sue pozioni e all'insegnamento, e poi era arrivata la proposta di Minerva. Già da alcuni mesi aveva accettato, nonostante la posizione fosse stata ufficializzata qualche giorno prima.

Stava cercando di rimediare a quello che aveva fatto durante il regno di Voldemort, ma si stava rivelando più difficile del previsto. Quasi tutte le notti si svegliava in preda agli incubi sulla guerra. Era continuamente stressato.

Non c'era di certo Niamh a rilassarlo. Dopo l'ennesima notte insonne aveva deciso di tornare al bar: così la sera successiva si era seduto al suo solito posto in penombra e aveva ordinato l'usuale bicchiere di Whiskey Incendiario.

Non sapeva di preciso cosa stesse aspettando, ma non avrebbe mai ammesso a se stesso di voler vedere entrare Niamh dalla porta. Nessuna donna sana di mente si era avvicinata a lui e bicchiere dopo bicchiere era rimasto lì in solitudine. Aveva bevuto come era solito fare durante la guerra e grazie all'alcol si era reso conto che iniziava a sentire la sua mancanza. Era veramente patetico. Dopo aver lasciato qualche galeone sul tavolo, era uscito con passo leggermente incerto e in quel momento aveva fatto l'unica cosa che la sua mente annebbiata gli suggeriva.

Si era materializzato all'entrata di Knocturn Alley e, dopo essersi lanciato un incantesimo per non farsi riconoscere, si era diretto verso una casa malconcia. Non era un luogo molto raccomandabile, come d'altronde ogni altro posto in quel vicolo pullulante di maghi e streghe oscuri.

Venti minuti dopo era in una camera, con una donna fra le sue gambe. Era una povera sostituta, ma voleva solo liberarsi dallo quello stato di oppressione che lo attanagliava. Non si era nemmeno degnato di togliersi i vestiti, così non appena avesse finito se ne sarebbe andato.

Le aveva preso la testa con le mani e aveva spinto il suo membro duro fra le sue labbra. Si ricordava distintamente di aver tenuto gli occhi chiusi, immaginando quello che desiderava di più. Non era neanche lontanamente sensuale come Niamh, infatti in quel momento si era sentito disgustato dalla sua scelta. Quella donna non riusciva a farlo venire con la bocca, quindi l'aveva fatta staccare, facendola distendere sul letto.

Le aveva detto chiaramente di non fingere poco prima di entrare in lei con una singola spinta. Non aveva bisogno che gemesse per eccitarlo.

Aveva cercato di finire il prima possibile, ignorando le urla di piacere esagerate che venivano dalla donna che stava dominando.

Dopo quella sera non aveva trovato comunque la pace che sperava, nonostante le varie visite a Knocturn Alley e al club privato di cui era membro. Sapeva di non essere pronto per una relazione, ma iniziava a mancargli il legame che aveva con Niamh, qualunque esso fosse.

Così quella mattina si era deciso a passare per la sua libreria. Aveva delle commissioni da fare a Diagon Alley e una volta finite, quasi per caso si era ritrovato a vagare lì vicino.
Sì, certo. Per caso.
Iniziava a mentire anche a se stesso ora.

Aveva trovato diversi motivi che lo avevano spinto a non entrare, come il fatto che fosse passato un anno. Per Merlino, l'aveva lasciata lui volontariamente! Forse Niamh aveva trovato qualcun altro.

Nonostante tutto era entrato, chiudendo subito la libreria: non voleva essere disturbato. Era rimasto impassibile non appena Niamh lo aveva guardato negli occhi, ma dentro di lui si era scatenata una tempesta di emozioni contrastanti.

Falling In Love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora