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~LELE ~

Le cose tra me e Tancredi sono migliorate.
Questo periodo è stato stressante un po' per tutti, abbiamo deciso di prendere una pausa e per questo oggi torneremo a Roma, passeremo qualche giorno lì .
Ultimamente Tancredi mi sembra stanco, lui continua a dire con non è niente che è un periodo, ma non mi convince, sono preoccupato.

Suona la sveglia mi giro e la spengo, sono a mala pena le sei,ma ci dobbiamo alzare se no perdiamo il treno. Guardo Tancredi ha le mani e il capo appoggiati sul mio petto, mi dispiace svegliarlo, ma sono costretto.
Gli lascio delle leggere carezze tra i capelli, lo sento borbottare qualcosa e lentamente alza lo sguardo verso il mio, gli sorrido lui ricambia per poi ritornare ad appoggiare la testa sul mio petto.
Eee no,ci dobbiamo alzare, così sposto bruscamente le coperte e lascio che la temperatura fredda della mattina vada a contatto con la nostra pelle. Infatti non mi sembra tanto contento.

Tancredi: ma che cazzo fai? Fa freddissimo.

Lele: ti volevo svegliare in modo dolce, ma non ti volevi alzare. Dai adesso alzati , vai a fare colazione e finisci di prepararti che oggi si torna a Roma!

Mi guarda prima con un espressione confusa poi sembra realizzare e così si alza, mi avvicino e gli poso le mani sui fianchi e provo a baciarlo, ma mi rifiuta. Mi sento offeso, comprendo che per colpa mia è stato male, ma sto provando a rimediare non sto cercando di affrettare le cose però mi piacerebbe ricevere anche solo un bacio. Mi sento ferito dal suo comportamento, così mi sposto e senza dire nulla vado in cucina.

Mentre apro il frigo sento delle braccia cingermi i fianchi, so perfettamente che è Tancredi e per questo mi allontano dal suo abbraccio. Adesso mi guarda con un espressione che non saprei decifrare.

Tancredi: Lele senti capisco che ti senti ferito perché non ho voluto che tu mi baciasti, ma credimi quando ti dico che desidero anch'io baciarti.
Solo voglio che questo bacio- dice facendo delle virgolette con le dita- sia importante, no perché è il primo che ci diamo, ma perché è il primo dopo tanto tempo e desidero sia speciale.

Le sue parole mi emozionano, rassegnato mi avvicino e con uno sbuffo lo abbraccio e gli dò un tenero bacio tra i capelli, lo vedo sorridere.
Ad un tratto sento la sua stretta sulla mia maglia, abbasso lo sguardo e lo vedo strizzare gli occhi, lo afferro dai fianchi e lo stringo a me.

Lele: Tanch... Hey... amore è tutto ok?-  gli metto una mano sulla fronte, non scotta, che sia un calo di zuccheri. Scuote la testa e allontana la mia mano dalla sua fronte, però non sembra intenzionato a sciogliere l'abbraccio- mi dici sempre che stai bene ma evidentemente non è così.

Ci sono attimi di silenzio e quando sta per parlare sentiamo un forte vociferare.

Gian: aooo buongiorno!!!

Gian fa il suo ingresso in cucina con grande gioia, seguito a ruota da Diego che sta ridendo

Diego: buongiorno fanciulli.

Tancredi sorride ad entrambi e insieme ricambiamo il saluto.

Lele: dai ragazzi che è tardi poi so cazzi vostri se perdiamo il treno- si guardano,ma non si muovono- vi volete dare una mossa!

Iniziamo tutti a ridere e lentamente iniziamo a prepararci.

Siamo tutti pronti prendiamo le valigie, le chiavi e scendiamo.

Dopo un po' arriviamo alla stazione , mi sento emozionano è da tanto che non torno a Roma e non vedo la mia famiglia ,iniziavo a provare un senso di nostalgia, ma sicuramente non solo io, ma anche i ragazzi, sembrano bambini quando tornano dopo una lunga giornata di suola a casa.

Dopo essere salito sul treno, mi siedo acanto a Tanch e difronte a noi ci sono Gian e Diego.
Parliamo del più e del meno senza focalizzarci un vero e proprio argomento. Passano diverse ore e i ragazzi sono stanchi, tanto è vero che Gian sta sbavando sulla spalla di Diego, mentre quest'ultimo russa.
Sembra una scena comica, prendo il telefono, gli scatto una foto e la metto sullo stato di WhatsApp in modo che la possono vedere solo i miei amici e le persone che ho nei contatti.
Mentre maneggio col telefono sento un peso sulla spalla, mi giro e vedo Tancredi  tentennare se appoggiarsi o meno

Lele: Tanch non è un problema se appoggi la testa sulla spalla.

Tancredi: si lo so...mh... Come spiegare -abassa lo sguardo e si guarda le mani io mi guardo intorno e credo di capire qual è il problema-ecco...

Lele: ti senti in soggezione perché c'è troppa gente, giusto?- annuisce con un gesto del capo- guardami Tancredi, non devi sentirti a disagio , osserva loro due- dico indicando Gian e Diego- stanno dormendo appoggiati l'uno alla spalla dell'altro e la gente non sta dicendo niente.

Dopo queste parole appoggia la testa sulla mia spalla e si addormenta.
Da fuori sembra un ragazzo così sicuro di sé, ma irrealtà è molto fragile più di quel che non sembra, alza muri su muri ed è difficile abbatterli. Stesso io penso di non averli abbattuti tutti, appena sembra che sei riuscito a farne crollare uno si impone un altro ancora più robusto.

Alla fine raggiungo anch'io il mondo dei sogni.

~TANCREDI~

Apro leggermente gli occhi e sento una voce metallica, dopo un po' metto a fuoco e mi rendo conto di essere ancora nel treno.
Ancora assonnato mi guardo intorno e incontro il viso di Lele, può sembrare banale, ma è semplicemente bellissimo.
Dormono tutti e visto che la fermata è vicina decido di svegliarli

Tancredi: ragazzi sveglia!
Che siamo quasi arrivati.-Lentamente aprono gli occhi- preparatevi che adesso si scende.

Il treno si ferma e noi scendiamo.
Visto che ora di pranzo abbiamo deciso di andare al MC. Entriamo ci sediamo ad un tavolo ed ordiamo.
Dopo un po' arriva ciò che abbiamo richiesto. Sento gli altri parlare, ma non riesco a concentrarmi su ciò che dicono. Sento uno sguardo fisso su di me, mi giro e incrocio lo sguardo di Lele.

Lele: Tancredi finisci di mangiare.

Era palesemente un imperativo, non è che non avessi fame, ma in quel momento non ne avevo voglio, mi sentivo lo stomaco in subbuglio.

Tancredi: no Lele, non ho più fame.

Il suo sguardo diventa duro.

Lele: Tancredi non hai mangiato niente dagli almeno altri due morsi

che imbarazzo, mi sento come un bambino che viene sgridato dalla mamma. Come se non bastasse quei due ridono sonno i baffi.

Gian: che c'è la mamma ti ha sgridato?

Che nervi tutta colpa di Lele , che tra l'altro sta ridendo anche lui, alla fine mi lascio trascinare e ridiamo tutti insieme.

Per me loro sono come uno famiglia,
Come in ogniuna di esse ci sono altri e bassi, fanno parte letteralmente di me, sono pezzi fondamentali del mio essere e senza di loro la mia vita non sarebbe la stessa

ANGOLO BHO

Ecco un nuovo capitolo raccontato per lo più dal punto di vista di Lele, spero vi piaccia.
Un bacio da...

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