AAA CERCASI ONE-SHOT!

Gelato per due

Era una calda giornata d'estate nella città di Madison, Wisconsin: la temperatura aveva raggiunto il suo picco estivo, e il poco vento che tirava serviva solo per spostare la massa d'aria soffocante; le strade erano piene di turisti in visita per la stagione estiva, con le loro macchine fotografiche, che scattavano ogni secondo, e il loro shopping sfrenato.

In un piccolo motel, lontano dal centro della città, che ospitava al massimo una quindicina di stanze, c'erano due ragazzini: Sam, di 10 anni, e Dean, di 14. John era partito qualche giorno prima per andare a caccia e li aveva lasciati lì, da soli - come faceva sempre - con giusto qualche soldo per comprarsi da mangiare durante la sua assenza e degli ordini precisi: "Non lasciate questa stanza. Appena esco chiudetevi dentro e non aprite a nessuno. Ricordate prima si spara e poi si domanda"; in realtà quelli erano più dei comandi rivolti al maggiore dei due fratelli ... dopotutto, sin dal giorno della morte della madre, era stato il suo compito proteggere l'altro.

Fortunatamente il padre si era preso la briga di fermarsi in un motel con l'aria condizionata funzionante, anche perché senza quella il loro soggiorno sarebbe stato un vero inferno...letteralmente.

Sam si trovava sul divano, posto dall'altra parte della stanza, appena prima del bagno, a guardare dei cartoni, ma la sua espressione era chiaramente annoiata... lo si poteva intuire dai numerosi sospiri e sbuffi che riempivano la stanza. Dean, invece era seduto al piccolo e unico tavolo, posizionato vicino alla porta d'entrata, appena sotto alla finestra che si affacciava sul parcheggio del motel: la sua espressione alternava dal concentrato al preoccupato. Quando il padre giorni prima li aveva lasciato i soldi, non aveva tenuto conto del caldo asfissiante e quindi della spesa aggiuntiva per le bibite; c'era ancora tempo prima del suo ritorno ma a breve sarebbero rimasti al verde. Oramai Dean si era abituato a situazioni del genere, che accadevano più spesso di quanto volesse ammettere, e quindi era stato costretto ad imparare alcuni trucchetti - ovviamente illegali - per guadagnare qualche soldo, come il poker o il biliardo; molti evitavano di giocare con un ragazzino ma chi era così stupido da provarci, finiva con le tasche vuote. Quando però anche questo metodo non bastava, finiva a rubare qualcosa nel supermercato più vicino (cosa di cui non andava orgoglioso), giusto lo stretto necessario per far mangiare Sammy.

Era così assorto nei suoi pensieri da non accorgersi che Sam lo aveva chiamato più volte e, non ricevendo alcuna risposta, aveva spento la televisione e gli si era avvicinato.

"Ehi, tutto bene Dean?" gli chiese subito, notando lo sguardo cupo del fratello.

"Tutto bene Sammy ... come mai non guardi più i cartoni?"

"Mi annoiooooooooooo! Ecco perché! Non possiamo uscire a fare un giro? C'è un bellissimo cielo azzurro e il sole che splende!" esclamò Sam con gli occhi sognanti...dopotutto erano giorni che non uscivano da quel posto!

"Lo sai che papà non vuole ... dobbiamo aspettare qui finché non torna. Forse magari ci porterà lui a fare un giro in città!" provò a convincerlo Dean, ottenendo scarsi risultati.

"Ma voglio uscire ora! Siamo chiusi qui dentro da giorni! Ti prego Dean!" lo supplicò il minore, mostrando il suo miglior sguardo da cucciolo.

"Va bene, va bene! Mi arrendo! Maledetto te e quei dannati occhi da cane abbandonato! Ma devi promettermi di non farne parola con papà... MAI E POI MAI!" rispose il maggiore, marcando particolarmente le ultime parole.

"Ok lo prometto! Che bello" e un attimo dopo stava saltellando in giro per la stanza, con un enorme sorriso stampato in faccia, preparandosi per uscire; a quella vista Dean pensò di aver fatto la scelta giusta.

Qualche minuto dopo uscivano dalla porta, con una cartina in mano - datagli dal proprietario del motel - ed entrambi pieni di entusiasmo per la giornata che gli aspettava.