Capitolo 2

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Bhè che dire, dopo una giornata intera a sopportare la gente che mi circondava , mi sentivo male. provavo un male emotivo che dovevo in qualche modo distruggere. E il modo l'avevo trovato due anni prima. Sapevo che era sbaglaito, che in realtà non mi aiutava, che era tutto un fatto nella mia testa, psicologico. Come fa un taglio, un graffio sul corpo migliorare le cose? Come fa a farmi stare bene se in realtà fa del male al mio corpo? Io preferivo il dolore fisico a quello emotivo. Perché sapevo che quello fisico era curabile, prima o poi passava. Mentre quello interiore poteva impiegarci giorni, mesi anni e anche tutta la vita. Allora decidevo per quei piccoli attimi di dimenticarmene. Dopo ogni taglio mi sentivo alleggerita, mi sentivo un peso in meno addosso. Potevo dire di sentirmi quasi bene.

Poi si c'era il pentimento, il sangue che usciva. I fazzoletti imbrattati di rossi da nascondere, le braccia da coprire. Le mille domande da eviare. Le uniche risposte erano che faceva freddo o che il gatto era arrabbiato e allora mi aveva graffiato. Nemmeno una promessa fatta a una amica mi aveva fermato. Mi sentivo male per questo, avevo tradito la promessa, ma sopratutto la sua fiducia, anche se non la vedevo più perché aveva cambiato scuola mi sentivo male comunque.

I motivi per cui lo facevo erano tanti. quello principale e per il quale avevo iniziato era stato per un ragazzo. Un ragazzo che di me non è mai importato nulla. Dopo alcuni fatti, sembravamo sconosciuti. Si, aveva fatto male all'inizio, ma io non volevo dargli la soddisfazione che dopo tutto quello che mi aveva fatto io  ci sarei stata comunque.

Io sero una tipa troppo responsabile, sentivo troppo dovere su di me, troppi incarichi, Avevo paura di deludere le aspettative delle persone infatti ero piena d'ansia, mai ferma. Il mio cervello lavorava sempre, anche quando non voleva. Odiavo deludere le persone, non potevo, ero già un disastro, uno sbaglio, un errore da un preservativo rotto almeno potevo  cercare di fare casini e creare problemi agli altri. Mi sentivo un errore, ma lo ero davvero. Mi sentivo di troppo e lo ero. Non ero all'altezza di nessuno. Mi sentivo sola e ogni volta che mi affezionavo a qualcuno, questo dopo andava via e so che era perchè si era stancato di me, e io ci stsvo male. Io mi affezionavo facilmente, come fa un bambino al toys, si affeziona subito al gioco che vede e guai a chi lo allontana. Ma almeno il bambino otterrà il gioco  e ci starà finchè vorrà mentre le persone no. Mi tagliavo anche per problemi di peso, con me stessa. Non mi sono mai accettata. Ho sempre odiato anche la parte interiore di me oltre a quella esteriore.

LA RAGAZZA DALLE LABBRA NEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora