Basta, non ce la facevo più. Ero distrutta, tutto mi colpiva a morte. Non riuscivo più a incassare i colpi senza sentirne il dolore. infatti una sera decisi di uscire. Ma non era un'uscita come le altre. Era un'uscita speciale. Per l'occasione mi ero vestita con uno dei miei completi preferiti. Il vestito nero che avevo messo all'ultimo dell'anno.Oltre a piacermi l'avevo messo per simboleggiare la speranza in una vita migliore che ci avevo messo quella notte. L'illusione della felicità. le mie solite calze nera, ma nell'uscire mi si erano strappate da un lato, tanto per sottolineare la mia sbadataggine. Poi le mie jeffrey cambell ovviamente nere. Quelle erano le mie scarpe preferite, le ho sempre adorate, oltre al fatto che mi facevano più alta. poi solito trucco e il solito giubbino nero. Quella notte, non avevo una meta ben precisa come il mio intendo.Decisi di andare vicino al ponte. parcheggiare la moto sul marciapiede. mi ero seduta a penzoloni verso l'acqua che scorreva velocemente, aveva piovuto da giorni e il fiume era in piena. Lo scorrere dell'acqua faceva da sottofondo alle lacrime che mi stavano imbrattando il viso, per poi finire tutte nere nel fiume. Esatto, non mi ero risparimata nemmeno quella serata dal mio solito trucco eccessivo, mi rendeva più sicura, più forte, più accettabile. Con me avevo un pacchetto da venti di sigarette, più precisamente Chesterfiel blue, non eran male ma le prendevo perchè erano quelle che costavano meno, e poi me le aveva consigliate una mia cara amica. Inizia a fumare una sigaretta dietro l'altra. le fumai quasi tutte. Nel pacchetto lasciavi una sola sigaretta, quella del cdesiderio. Il mio unico desiderio era la salvezza, ma sarebbe stato innutile fumarla, dato che si stava per realizzare. Il mio sguardo era vuoto, perso nel nulla. Ero li seduta da sola, al freddo della notte, ogni tanto mi scappava un sorriso da quelle labbra nere catrame. poi presa dalla disperazione presi una delle tante lamette che avevo portato con me. La presi e senza esitare, feci il taglio più profondo che avessi mai fatto. Stranamente lo feci al braccio sinitro. Non era stato un caso. Sapevo che il dito medio della mano sinistra aveva una vena collegata direttamente a quel che ormai restava del mio cuore. il taglio era oltre che profondo, molto lungo. Iniziava per orizzontale sul polso, molto vicino alla mano, per poi scendere in verticale su tutto il braccio. Poi in parte ci avevo scritto la parola libertà. L'avevo sempre desiderata. Non feci in tempo a fare un sorriso che caddi nell'acqua rumorosa, ma mai rumorosa come la mia vita.
Quella sera con me avevo portato diverse cose, dalle sigarette alle lamette. La collana che mi ero scambiata con mia cugina quando avevamo un rapporto che faceva invidia al mondo che poi è riuscito a portarmi via. Quella collanina aveva su la sua iniziale. Poi non poteva mancare il mio amato rossetto nero e infine il sotto sella era colmo di lettere. Non lettere qualsiasi, lettere chilometriche scritte a mano dalla sottoscritta, tutte indirizzate a persone diverse. Contenevano i miei sentimenti, il mio paere verso il destinatatio e uno dei motivi per cui avevo deciso di farla finita e anche se gli avrebbe fatto male, anche quello che odivavo di lui , quello che mi aveva fatto. Perché io non dimentico nulla, archivio e poi lo butto fuori appena posso. Avevo scirtto tutto, senza rimpianti, tanto non avrebbero potuto più dirmi nulla. Erano una miriade di lettere. ma ce n'era una comune per tutti che avevo finito subito arrivata al ponte. Vi era scritto: come mi avete dato la vita, mi avete dato la capacità di morire. Di molte cose mi sono pentita e mi pento, ma questa non è una di queste. Non vi darò la soffisfazione di dirvi nel modo in cui ho deciso di farla finita. Questo sarà un punto interrogativo che vi porterete tutta la vita e che si sepolgerà con me. L'ultima cosa che voglio è di ringraziarvi per questo che voi chamaye vivere, ma io morire. Si morire, perché io da adesso inizierò a vivere.
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LA RAGAZZA DALLE LABBRA NERE
RandomEravamo tutti li. Tutti che piangevano, tristi e vestiti di nero. Per molti il nero era solo colore di lutto, ma non per lei. Quella ragazza adorava il nero. Lo indossava sempre, era parte di lei. In molti la temevano e in pochi la adoravano. Lei...